Le serie televisive, e i fumetti, rimangono opere di finzione, ma molto spesso finiscono per diventare (purtroppo) in parte lo specchio della realtà in cui viviamo.
In merito a questo, lo showrunner di The Boys, Eric Kripke, ha avuto modo di parlare di come, in questi anni, il confine fra la satira proposta dalla serie (e di conseguenza, dunque, anche dal fumetto da cui è tratta) con il mondo reale è sempre più sottile.
Questo quanto rivelato dallo showrunner in una recente intervista a Variety:
Non è che lo stessimo pensando per rispecchiare la realtà, ma ci è capitato di realizzare uno show su personaggi autoritari e violenti che si presentano a tutti come star. Improvvisamente, il mondo è cambiato per rispecchiarsi nella serie, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. All'improvviso, ci siamo ritrovati a realizzare uno degli show più attuali in tv
Una riflessione veramente importante da parte dello showrunner, che ha sottolineato, tra l'altro, come questa situazione abbia incoraggiato tutto il team a realizzare una serie davvero attuale, per una satira della realtà il più efficace possibile.
Oltre alla qualità del materiale di partenza (i fumetti di Garth Ennis e Darick Robertson, rimasti senza dubbio nella storia per la loro forza rivoluzionaria) e alla fattura dell'adattamento, il successo di The Boys si deve probabilmente anche a questo particolare aspetto.
L'attesa per la quinta e ultima stagione della serie si fa sempre più spasmodica, con le riprese che sono già iniziate: proprio Kripe, sui social, ha condiviso di recente la foto della prima pagina della sceneggiatura del primo episodio, intitolato "Fifteen Inches of Sheer Dynamite".
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Un finale esplosivo per The Boys, che porterà a termine le sue trame proprio con questa quinta stagione: dato il tono della serie, e anche dato il periodo storico, aspettiamoci episodi davvero "folli".
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