The Crown 6, la recensione dell'emozionante prima parte

The Crown si avvicina alla fine e arriva su Netflix con la prima parte della sesta stagione. Tanto coraggio e tante certezze, ma anche qualche dubbio.

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Autore: Giovanni Arestia ,
Serie TV
6' 3''

Se c'è una serie televisiva che ha sempre fatto parlare di sé per le tematiche trattate e per il modo in cui è stato fatto, questa è sicuramente The Crown di Netflix. Man mano che la storia ha progredito, il suo creatore Peter Morgan ha cercato di mantenere un tocco umanista poiché in ballo ci sono soggetti reali alcuni dei quali ancora in vita. Questo ha portato all'idealizzazione di alcuni di loro e all'addolcimento di celebri momenti negativi e il culmine di ciò è stato osservato nella quinta stagione quando ha mescolato finzione e realtà con una distorsione non proprio invisibile della vera famiglia reale britannica. 

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The Crown 6

Da qualche giorno è disponibile la prima parte della sesta stagione (la seconda arriverà il 13 dicembre prossimo) e la storia si immerge forse nel periodo più oscuro di tutta l'intera produzione, poiché affronta la morte della Principessa Diana (interpretata da Elizabeth Debicki) e del suo fidanzato Dodi Fayed di cui Khalid Abdalla ne veste i panni. Morgan ha deciso di cambiare totalmente approccio rispetto a quanto visto fino a ora, abbracciando fortemente il confine della fantasia rispetto a quello della realtà, con tanto di momenti suggestivi e paranormali in cui entrano in gioco i fantasmi del passato. 

The Crown 6: tra fantasia e realtà in un miscuglio strano

Indubbiamente si tratta di una scelta creativa molto coraggiosa, anche perché raccontare i drammatici momenti di quella terribile notte parigina del 31 agosto 1997 non deve essere stato affatto semplice. Sia per l'importanza mediatica dell'evento, sia per la delicatezza dello stesso per i familiari ancora in vita, nella prima parte di The Crown è possibile osservare ricreazioni fedeli e sontuose come per esempio la foto soprannominata Il Bacio tra Diana e Fayed intervallate da momenti emozionanti e commoventi, ma fantasiosi come la lettura di un estratto del testo Persuasione di Jane Austen da parte di Carlo (interpretato da Dominic West).

Questa sfocatura tra realtà e finzione non sempre funziona, anzi è proprio la seconda che crea parecchi problemi perché sono spesso frutto di rumor e voci complottiste che circondano da anni la famiglia reale. Per esempio è dalla quinta stagione che la famiglia Fayed viene descritta come arrampicatori sociali pronti a tutto pur di toccare il potere della corona britannica, ma in questa prima parte della sesta stagione viene suggerito addirittura che il padre di Dodi, Mohamed Al-Fayed (Salim Daw è l'attore che lo interpreta) fosse tra i responsabili dei drammatici eventi che hanno portato alle loro morti. 

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Una situazione che non si era mai osservata prima tra le altre stagioni della serie perché mostra qualcuno di molto vicino alla famiglia reale come colpevole di sfruttare la monarchia, invece di essere egli stesso una vittima dei loro comportamenti. Ogni elemento riguardante la famiglia Fayed non ha riferimenti con la realtà e sono frutto di speculazioni sempre smentite da loro stessi. Una libertà narrativa che riduce una storia cruda, drammatica e che ha scosso milioni di persone in tutto il mondo in una semplice frenesia da tabloid dove anche i media hanno le loro colpe, con la differenza che chi lavora per Diana è senza scrupoli e sleale, mentre chi lavora per la famiglia reale è sincero e patriottico. 

Diana riprende la sua rivincita, anche se fittiziamente 

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In questa prima parte della sesta stagione di The Crown, tuttavia, finalmente si presta un po' di attenzione agli addetti stampa, il cui compito è sempre stato quello di mostrare una famiglia reale forte e senza problemi interni e una Diana sempre alla ricerca degli scandali. Adesso cambiano modus operandi consapevoli che molte decisioni della corona non erano più difendibili. Purtroppo, però, la serie, nonostante compaia pochissime volte, continua a dipingere la defunta Regina come una stoica paziente che si ritrae gravemente da qualsiasi accenno di scandalo, una pudicizia che sembra sempre più insensata man mano che gli eventi si dirigono verso la loro conclusione inevitabile.

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The Crown 6

La rappresentazione non equivale sempre a un'approvazione delle sue scelte ma, specialmente nelle sue ultime stagioni, tende a inclinarsi verso la reverenza per le difficoltà della monarchia invece di riconoscere che la realtà si piega attorno alla corona in modi che raramente hanno senso.

In ogni caso, sebbene The Crown sia sempre stato commercializzato come la storia della regina Elisabetta, in questo caso viene relegata sullo sfondo degli episodi, e lo stesso vale per altri personaggi importanti come il principe Filippo (interpretato da Jonathan Pryce) e la principessa Margaret con Lesley Manville. Qui il ruolo di protagonista assoluta l'acquisisce ottimamente Debicki che oltre ad assomigliare fisicamente incredibilmente a Diana, riesce a ritrarne abilmente il suo isolamento e la sua frustrazione.

Una produzione sempre magistrale

Crea una figura storica che è praticamente diventata una leggenda in carne ed ossa, ricordando a tutti che, nonostante il suo personaggio sia fuori dal comune, Diana era umana quanto noi. Gli altri personaggi attorno a lei, invece, non ricevono un'esplorazione così attenta, anche se il Principe Carlo di Dominic West vive alcuni momenti eccellenti mentre lotta per convincere sua madre a rispettare il suo vero amore, Camilla Parker Bowles di Olivia Williams.

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Morgan regala a Diana un altro momento fuori dalla realtà tra i più toccanti che si siano mai visti nella serie, donandole una sorta di ultima parola attraverso una conversazione fittizia con Carlo e successivamente con la Regina con lei in versione fantasma. Qui si mostra tutta la prepotenza e la gravità della monarchia nella vita di Diana magicamente trasmessa anche da West e una magistrale Imelda Staunton. Quest'ultima, per esempio, anche nell'episodio 4, quando mostra la Regina Elisabetta che si rifiuta fermamente di mostrare dolore per la morte di Diana, riesce a donare un'interpretazione unica mostrando allo spettatore una posizione relativamente non giudicante.

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Come già accaduto per le altre stagioni, il valore della produzione di The Crown rimane di prim'ordine, dai costumi alle scenografie. La colonna sonora travolgente e cadenzata di Martin Phipps aumenta la tensione quando necessario e amplifica le forti emozioni che circondano l'arco narrativo di Diana. Quest'ultima viene seguita costantemente con riprese anche dentro l'auto per mostrare ogni singolo attimo dei suoi ultimi momenti. Dopodiché il dramma si sposta sulla famiglia reale che si trova a dover fare i conti con una debacle pubblica di portata mondiale. 

Conclusioni

In definitiva, quindi, la prima parte della sesta stagione di The Crown viene occupata dalla storia di Diana e sarà interessante vedere come il resto della famiglia reale tornerà al centro dell'attenzione nelle puntate future. La prima parte è piena di rimpianti e dolore, ma anche di scelte narrative tanto audaci quanto gravemente fittizie. Ciò rende il futuro di The Crown e la sua fine entusiasmante, ma anche piena di dubbi e di incertezza sugli equilibri tra fantasia e realtà.

Netflix è stata, comunque, intelligente nel dividere la sesta stagione perché in questo modo la fine della storia di Diana ha ottenuto tutta la centralità che meritava senza, comunque, togliere spazio a ciò che resta di questa importante serie televisiva.

Commento

Voto di Cpop

75
The Crown è una serie che ha sempre dimostrato un'altissima qualità realizzativa ed è difficile trovare una produzione che mantenga alta questa asticella per tutto questo tempo. Inoltre tratta argomenti molto delicati e complessi, anche dal punto di vista legale, quindi le difficoltà aumentano. La fine si sta avvicinando ed è arrivato il momento di mostrare i momenti più drammatici che hanno colpito la famiglia reale. Le scelte audaci intraprese non sempre coincidono con un ottimo risultato, anzi quando la fantasia supera la realtà i problemi sono dietro l'angolo e in questa prima parte ce ne sono parecchi e alcuni anche gravi. Tuttavia il livello è sempre alto e la seconda parte crediamo possa regalare grosse sorprese.

Pro

  • Produzione sempre di altissimo livello tra costumi, montaggio e colonna sonora
  • Gli ultimi momenti di Diana sono toccanti, intimi e memorabili
  • Interpretazione magistrale degli attori...

Contro

  • ...anche se il focus è principalmente su Diana, mentre gli altri sono praticamente delle comparse
  • Dicotomia tra realtà e fantasia spesso tendente su quest'ultima in maniera fittizia
  • La storia di alcuni personaggi segue soluzioni frutto di supposizioni sempre smentite
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