L'Eternauta, RECENSIONE: tanta neve per nulla (o quasi)

Arriva su Netflix L'Eternauta, serie basata sul graphic novel di Héctor Oesterheld e Francisco Solano López: un adattamento in gran parte deludente.

Autore: Manuel Lucaroni ,

Sfruttando l'onda della "moda" degli adattamenti, molto spesso fonte di discussione fra i fan e gli addetti ai lavori, Netflix (in collaborazione con la casa di produzione argentina K&S Film) ha deciso di puntare su una serie tv che portasse sul piccolo schermo L'Eternauta, graphic novel  scritto da Héctor Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López.

Uscito alla fine degli anni '50 (dal '57 al '59) L'Eternauta si è imposto come un capolavoro del fumetto mondiale; nel '69, per la particolare e tragica situazione vissuta dall'Argentina, Oesterheld ha riscritto la serie per inserire espliciti riferimenti geopolitici al Sudamerica. Non soltanto una storia Sci-Fi funzionale, intrigante e travolgente, dunque, ma un vero e proprio manifesto di un'epoca.

E' proprio per l'importanza avuta dal graphic novel, che ancora oggi gli viene riconosciuta in tutto il mondo, che la serie Netflix L'Eternauta (ed è bene qui marcare il confine fra i due prodotti artistici) si sposta ancora di più nella categoria dei grandi flop; un'occasione mancata per poter "sfruttare" il lavoro di Oesterheld e Solano López non soltanto per intrattenere il pubblico moderno, ma anche per rinnovare un messaggio di fondo universale.

L'Eternauta Netflix, apocalissi in Argentina

Durante una partita di Truco, un classico gioco di carte molto popolare in Argentina, Juan Salvo e i suoi amici si accorgono che, fuori dall'appartamento in cui si trovano, il mondo non è più lo stesso. Su Buenos Aires sta cadendo una neve che uccide tutti gli essere umani con cui entra in contatto: non ci sono comunicazioni e molti familiari o amici sono lontani.

Alla ricerca di sua figlia, e di un modo per sopravvivere, Juan si ricongiunge alla sua ex-moglie Elena, mentre insieme ad Alfredo Favalli, sua moglie Ana, Lucas, Omar e Inga, cerca di capire cosa stia succedendo alla Terra e dove rifugiarsi per sfuggire all'Apocalisse improvvisa che sia abbattuta su di loro. Per l'adattamento televisivo, rispetto al graphic novel di partenza, troviamo personaggi nuovi come Omar e Inga, ma anche ad esempio il rovesciamento della situazione di partenza: non siamo più a casa di Juan, dove ci sono anche sua moglie Elena e sua figlia Martita, ma da Favalli.

Un mondo allo sbaraglio: e gli spettatori...pure

Nell'analizzare criticamente questa serie, potremmo partire dal perché si sia deciso di mettere in un'abitazione un albero di Natale, in pieno agosto, o perché in un mondo dove c'è improvvisamente una neve tossica che uccide si abbia l'istinto di togliere così facilmente maschere e indumenti che ti garantiscono protezione. Ma forse, tra simpatiche "aggiunte" e qualche svista di troppo diventano piccoli dettagli in relazione al vuoto totale in cui, in sei episodi, quest'adattamento televisivo de L'Eternauta ci porta.

Non cadiamo qui nelle più classiche e comuni disquisizioni sulla fedeltà all'opera originale: si può sempre riadattare qualcosa in modo rinnovato e innovativo, prendendone lo spirito originale. In questo caso, L'Eternauta non fa né una né l'altra cosa:  prova a proporre dei protagonisti con nuove personalità e motivazioni, ma risultano deboli e sconclusionati, in balìa di un contesto generale che non fa altro che inserire qua e là elementi provenienti dal graphic novel, senza una narrazione funzionale di base.

La catastrofe apocalittica sembra ci sia perché deve esserci (e naturalmente nell'opera originale c'è, ma come personaggio aggiuntivo e fulcro della narrazione), la neve mortifera pare non far troppa paura e le persone sopravvissute (praticamente quasi tutta Buenos Aires) non sembra essere troppo scalfita da una calamità che, in realtà, dovrebbe quasi portare all'estinzione umana. Il dramma della sopravvivenza non c'è, come non c'è nemmeno il dramma umano nei rapporti tra i personaggi in un contesto decisamente tragico, in cui prevalgono istinti primordiali. 

Ci si limita a qualche stereotipo e altri cliché narrativi, indeboliti anche nelle loro funzioni trite e ritrite: i personaggi vagano senza una meta e la storia prosegue (lentamente, molto lentamente) arrivando di tanto in tanto a qualche punto di svolta, che dovrebbe essere epico e solenne ma che, in realtà, sfiora i livelli della parodia (abbracci, esultanze, banalissimi raptus di follia).  Purtroppo, nemmeno la colonna sonora aiuta, e a cercare di rendere meno catastrofica la situazione (in questo caso, della serie, non dei terrestri...) ci pensa la realizzazione tecnica, nel complessivo piuttosto buona e fluida; anche le scelte di regia convincono, così come quelle della fotografia. Non si può dire che l'atmosfera non sia creata ad hoc: il poco pathos che la serie trasmette viene infatti soltanto dalle ambientazioni.

Se volessimo definire la serie con poche parole, potremmo parlare della  buona realizzazione tecnica de L'Eternauta, un'ottima fotografia e qualche spunto positivo da parte del cast. Nulla di più, purtroppo: la serie non riesce a portare sul piccolo schermo il ricco apparato contenutistico del graphic novel, né a sfruttare il contesto per realizzare un survivor drama comunque appassionante, al di là del confronto con l'opera originale. Troppo, davvero troppo poco. Tanta neve per nulla...o quasi, visto che nei piani ci dovrebbe essere (per forza di cose) almeno una seconda stagione, che forse potrebbe aggiustare il tiro. 

Al momento, a conti fatti, la serie delude in maniera evidente: in una valutazione generale negativa, le potrebbe comunque essere riconosciuto il merito, data la distribuzione su una piattaforma così nota alla massa, di riportare in auge  il graphic novel di Héctor Oesterheld e Francisco Solano López, con qualche spettatore che potrebbe decidere di recuperarecosì una pietra miliare per la Storia del fumetto internazionale.

Commento

Voto di Cpop

45
Una buona realizzazione tecnica, un'ottima fotografia, qualche spunto positivo da parte del cast e nulla più: la serie non riesce a portare sul piccolo schermo il ricco apparato contenutistico del graphic novel, né a sfruttare il contesto per realizzare un survivor drama appassionante. In attesa della possibile seconda stagione, un'occasione sprecata.

Pro

  • - Buona fotografia
  • - Effetti speciali ben gestiti e un'ottima generale realizzazione tecnica

Contro

  • - Personaggi troppo deboli
  • - Il contesto apocalittico è svuotato di ogni potenza simbolica
  • - Assenza di dramma e di caratterizzazione dei rapporti umani
  • - Inconsistenza narrativa
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