Stasera in TV c'è Casino Royale, ecco come è stata girata la celebre scena di tortura

Autore: Elisa Giudici ,

È una delle scene più forti dell'intera saga dedicata all'agente doppio zero al cinema. La celebre, a suo modo indimenticabile scena di tortura di Casino Royale è ancor oggi un pugno nello stomaco, una scena al limite di quanto sia accettabile fare (o subire) per un eroe popolare positivo e pop come James Bond. A quindici anni da quando è stata girata, quella ripresa non ha perso un grammo della sua forza. A raccontarne i dietro le quinte, la genesi e le impressioni dell'epoca sono stati i due protagonisti del film Daniel Craig e Mads Mikkelsen, intervistati da Variety.

Stasera 16 maggio 2024 alle 21.30 su TV8 in chiaro c'è Casino Royale

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L'attore danese nel film interpreta il malvagio Le Chiffre, uno dei più memorabili e sadici villain bondiani di ogni tempo. Dopo la celebre partita di poker milionaria da cui prende il titolo il film, Le Chiffre rapisce l'agente segreto di Sua Maestà interpretato da Daniel Craig (al suo primo film di 007) e lo tortura in maniera sadica e crudele.

La tortura della sedia e della corda

L'agente segreto è nudo, legato con le braccia dietro la schiena e le gambe avvinte a quelle della seduta a un vecchia seggiola sfondata. Una posizione già poco confortevole, dato che i suoi genitali sono esposti e vicini al bordo frastagliato della sedia.

È proprio alle parti intime di Bond che punta la sadica tortura di Le Chiffre, così invalidante che il protagonista verrà in seguito ricoverato in Svizzera, dove dovrà affrontare un lungo periodo di riabilitazione. L'esecuzione della tortura è semplice ma brutale: con una robusta corda annodata con un grosso nodo all'estremità, Le Ciffre colpisce prima leggermente e poi con violenza i genitali esposti del protagonista, incapace di difendersi. Le urla di dolore di Bond, che trova persino la forza di rispondere a tono e con ironia inglese a Le Ciffre, danno i brividi.

Daniel Craig e Mads Mikkelsen collaborarono all'ideazione della scena

Nel 2006 la sceneggiatura prevedeva una generica scena di tortura, così il regista Martin Campbell chiese ai due attori (che non si conoscevano né avevano mai lavorato insieme) di contribuire ai dettagli della scena, percepita come uno dei passaggi "limite" del film, il cui intento era dare uno scossone a un franchise ormai molto ingessato.

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La fantasia di Craig e Mikkelsen corse a briglia sciolta, immaginando situazioni così estreme, che a un certo punto il regista li rimproverò:

Ragazzi, ragazzi, suvvia, è un film di Bond!

Otto ore di urla

L'esperienza sul set dei due attori è stata comprensibilmente molto differente a livello umano ed emotivo. Mads Mikkelsen sottolinea che per lui è stata una giornata gradevole:

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Per me è stata una giornata fantastica, per te forse non altrettanto! Otto ore di te che urlavi come un matto.

Daniel Craing invece racconta di essere stato tesissimo: essere nudo su quella sedia, anche nella finzione scenica, l'ha reso ipersensibile ai rumori e ai movimenti. A renderlo nervoso era su tutto la consapevolezza che la riuscita di quella scena era cruciale per quella di un film che presentava un Bond di rottura rispetto alla tradizione e al recente passato, la sua prima, forse unica possibilità di conquistare gli appassionati e il pubblico.

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In merito alla sua adeguatezza come 007 invece Mads Mikkelsen non ha mai avuto dubbi:

Da quando abbiamo girato la prima scena insieme non ho dubitato nemmeno per un secondo che saresti stato il miglior Bond di sempre.

 

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