The Walking Dead - Episodio 2.13 - La linea del fuoco (finale di stagione)

Autore: Redazione NoSpoiler ,

FOX ha appena trasmesso il finale di stagione. E come previsto noi rimaniamo col fiato sospeso, anche se alcune cose vengono messe bene in chiaro…

Siamo arrivati all’ultimo episodio di questa seconda stagione di The Walking Dead. Mi mancherà. Anzi: la puntata è finita da poco su FOX e già mi manca. Ma lo sapevamo, giusto? Eravamo alle ultime battute. E ci aspettavamo di ripartire da dove eravamo rimasti con Il giustiziere. Siamo stati accontentati, benché una breve sequenza iniziale ci abbia mostrato la “migrazione” degli zombies da Atlanta (con relativo passaggio del famoso elicottero) fino alla fattoria. O meglio: al terreno di Herschel. Perché se non fosse stato per lo sparo che li ha attirati, probabilmente avrebbero solo attraversato la vasta tenuta Herschel. Ci hanno spiegato che gli zombies migrano in massa, alla ricerca di cibo. Cacciano prevalentemente in branco, insomma.


Come guidati da qualcosa. E noi, per un attimo, guardiamo il mondo attraverso i loro occhi. Sono guidati da istinto, rumori, caso… Poco importa. Fatto sta che sono lì, a due passi dalla fattoria. In pochi minuti scoppia il panico. I nostri sopravvissuti gestiscono malissimo l’attacco perché vengono colti di sorpresa. Non sono preparati: si erano illusi che il recinto della proprietà li avrebbe tenuti al sicuro… Grave errore. Così, in una sequenza che omaggia la casa circondata dagli zombies ne La notte dei morti viventi, assistiamo a Herschel che non vuole abbandonare la fattoria mentre gli altri raggiungono i veicoli.

E Rick si chiude nel fienile con Carl. Inversione di ruoli: vivi dentro, morti fuori. Sembra una sorta di punizione per il massacro al fienile… Ma in realtà è una buona idea: un incendio purificatore che rende tutto più suggestivo e permette a Rick di salvarsi con suo figlio. Figlio che la candidata a premio di miglior madre dell’anno cerca disperatamente. Pare incredibile, ma l’unica cosa che Lori deve fare è tenere d’occhio suo figlio e assicurarsi che sia al sicuro… Invece non ha mai idea di dove sia. Quindi si aggira inutilmente per casa alla ricerca di Carl. Ma non ci vuole poi molto a convincerla ad andarsene con Carol, Beth e Patricia. La morte di Patricia, con Beth (ufficialmente l’anello debole del gruppo) che non riesce a lasciarle la mano lo conferma: il panico domina.

Tutti corrono per salvarsi, nessuno ha idea di dove siano gli altri. Carol viene salvata da Andrea, ma poi finiscono entrambe per rimanere sole. Andrea cerca di fermare Rick, che non la sente e se ne va dopo aver salvato la vita a Herschel. Il senso è chiaro: ognuno per sé e Dio per tutti. Un Dio che Herschel non capisce più (“Gesù Cristo ha promesso la resurrezione dei morti ma io pensavo che avesse in mente qualcosa di leggermente diverso”) e un Dio che Rick invoca solo in nome della fede… nella vita. Nell’ottimismo. Non certo in un potere superiore che – è chiaro – ha abbandonato la Terra da un pezzo. La fattoria è andata e siamo al “si salvi chi può”. Ripeto: ognuno per sé e Dio (ma quale?) per tutti. Carol viene salvata dal suo “principe azzurro”, che arriva su un… cavallo a motore. Andrea deve arrangiarsi. Lori, quella che predicava con tono comprensivo (e ancora: ma quale?) a Carol di stare calma mentre sua figlia era sparita, costringe T-Dog ad andare dove spera di trovare Carl minacciando di gettarsi dall’auto in corsa.

T-Dog segue le sue indicazioni: ha abbandonato Merle sul tetto, all’inizio della storia. Dubito che sopravvivrebbe al senso di colpa abbandonando qualcun altro. Così si torna all’auto con il messaggio per Sophia. Messaggio: sbiadito. Ragazzina: andata. Sembra passata una vita… Ma non è così. E il panico continua a dilagare. Maggie, sconvolta, “rimessa in carreggiata” dalle uniche parole che Glenn (sempre pronto a dire la cosa giusta al momento giusto) avrebbe potuto pronunciare per calmarla: “Ti amo” e “Andrà tutto bene”. Lo scontro con gli zombies è stato epico, adrenalinico, spaventoso. Ora è il momento di contare morti e feriti. Gli zombies sono ovunque. L’unica che nessuno ha visto morire è Andrea. Andrea che è sola, nel bosco. Esausta. Braccata. Con poche munizioni. Ma aggrappata con le unghie e i denti a quella vita che non voleva più e che ha trattenuto solo grazie all’intervento di Dale.

Vivere, o meglio sopravvivere, significa rendere onore alla sua memoria. L’avevamo già detto: Andrea si è riconciliata con la vita. Gli zombies vogliono prendersela? Si facessero avanti. Perché lei non molla. Dopo aver esaurito le armi, è pronta al corpo a corpo… e viene salvata da una misteriosa donna incappucciata con zombies incatenati al seguito. Ma toccherà aspettare la terza stagione (che sarà pronta per ottobre) per conoscere la sua identità. E toccherà aspettare la terza stagione anche per scoprire come Rick e gli altri arriveranno alla prigione mostrata dall’inquadratura finale. Non prima, però, di averci chiarito un paio di cosette. Primo: sì, come molti sospettavano, il segreto sussurrato a Rick dal dottor Jenner è il fatidico “siamo tutti infetti”.

Non serve entrare in contatto con uno zombie per trasformarsi e questo ci è chiaro già da qualche episodio. Il gruppo accusa Rick di aver mantenuto il segreto (Carol! Un tradimento pesante!) ma io non vedo perché. Dare speranza era l’unica scelta possibile. Rick ha fatto la scelta giusta. Anche uccidendo Shane. E lo ripete a se stesso confessando tutto prima a Lori, che la prende un po’ troppo male (trattengo gli insulti a stento, confesso) e poi agli altri. Quelli che mettono in discussione la sua leadership e che Rick invita a farsi avanti. Qualcuno ha un’idea migliore della sua? No, a quanto pare. L’unica possibilità è restare insieme (live together or die alone, vi ricorda qualcosa?), come dice Rick. Ancora una volta: c’è un solo leader. E non siamo più in democrazia. E no, il bravo ragazzo non esiste più…

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