Gli hacker colpiscono ancora, e questa volta a farne le spese è niente meno, che il colosso Disney. Bob Iger, CEO di Walt Disney Company, ha dichiarato, durante un meeting con ABC a New York, di aver ricevuto una richiesta di riscatto, ma che l’azienda non intende pagare.
La minaccia, inizialmente celata al grande pubblico, riguarda la divulgazione anticipata del film Pirati dei Caraibi 5, in uscita il 24 maggio nelle sale italiane.
Il nuovo capitolo della saga di Jack Sparrow rischia di essere anticipato e smembrato in pezzi da 20 minuti, se Disney non deciderà di pagare una, non meglio specificata, somma in Bitcoin.

Questo nuovo hackeraggio cinematografico arriva a poche settimane di distanza da un altro attacco con riscatto ai danni di Netflix. Dai server furono rubati i primi 10 episodi della nuova stagione di Orange is the New Black, prevista per il 9 giugno.
Anche in quel caso l’azienda si rifiutò di pagare il riscatto, e così furono pubblicate le puntate su The Pirate Bay ben 6 settimane prima del lancio ufficiale.

Ma come è possibile accedere illegalmente ai server di aziende così importanti e potenti?
Deadline lo ha chiesto a Hector Monsegur, ex hacker ora a servizio dell’FBI (la Penelope Garcia della vita reale), il quale ha spiegato che gli hacker sanno coprire le proprie tracce e confondere le acque.
Inoltre spesso il problema non è il sistema di sicurezza di aziende come Disney e Netflix, ma il livello di protezione informatica delle piccole aziende di produzione con cui lavorano. Spesso, per una questione di budget, il livello di sicurezza informatica non è adeguato al valore del lavoro che stanno portando a termine
Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi e sperare in un lieto fine. In ogni caso, i veri appassionati di cinema, aspetteranno comunque di essere seduti davanti ad uno schermo gigante il 26 maggio per ammirare una nuova avventura del capitano Jack Sparrow.
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