Intervista a Jérémie Renier: torno a Locarno per aiutare un giovane regista

Autore: Elisa Giudici ,

Ha un aereo da non perdere qualche ora più tardi ed è appena rientrato da una giro turistico ad Ascona. Nonostante la fretta, i disguidi organizzativi e la calura che assedia anche l'albergo dove alloggiano le stelle durante il loro soggiorno al Festival di Locarno, Jérémie Renier non si sottrae all'ennesima intervista della giornata.

A vederlo così, accaldato ma comunque sorridente e disponibile, non si fa fatica ad immaginare come l'attore belga sia diventato uno dei favoriti del cinema francese contemporaneo. I fratelli Dardenne, Bertrand Bonello e naturalmente François Ozon, per cui ha recitato senza veli nel recente Doppio Amore: davvero nessuno sembra riuscire a resistere al divo belga.

Locarno 71: NoSpoiler incontra Jérémie Renier

Con la sua bellezza quasi slava, la sua chioma biondissima di cui gli viene chiesto il segreto in ogni intervista e gli occhi azzurri e penetranti, Jérémie Renier ha quell'aspetto nordeuropeo che ben si adatta a una grande varietà di ruoli. La sua carriera è iniziata prestissimo, ancora da adolescente, sfruttando il suo francese perfetto per trovare lavoro in Francia.

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Dopo aver frequentato una scuola di recitazione e mimo, il ragazzo biondo e timido prova a fare fortuna nella vicina Francia. Il mercato cinematografico belga è infatti ristretto, il cinema ha un posto relativo della vita culturale della nazione - ci spiega - mentre in Francia in ogni bar o locale che vai qualcuno discute animatamente di cinema.

Elisa Giudici
L'attore belga Jérémie Renier
Jérémie Renier al photocall di L'Ordre des médecins

Poi arriva l'incontro con i fratelli Dardenne e la sua carriera decolla. È il 1996 e con La Promesse l'attore riesce finalmente a farsi notare. Poco dopo lo nota un altro grande scopritore di talenti del cinema francese, il regista François Ozon, che lo vuole in Amanti Criminali, Potiche e torna a lavorare con lui nel 2017 con Doppio Amore. Gli chiediamo di dirci di più di questo sodalizio creativo e lui racconta ammirato l'energia creativa del regista:

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Lavorare con François è davvero stimolante, lui ha una visione netta di quello che vuole fare e riesce a realizzarlo molto velocemente, grazie all'apporto della sua squadra fissa di collaboratori. Ogni volta che mi chiama sa sorprendermi, mi propone sempre qualcosa di completamente diverso rispetto al film precedente.

È l'inizio del Nuovo millennio e Jérémie Renier ormai è un volto noto del circuito festivaliero che però non disdegna di partecipare a progetti più commerciali come Il Patto dei Lupi, il grande blockbuster francese capace di imporsi al botteghino in mezzo mondo. Saranno però i fratelli Dardenne a consacrarlo definitivamente: nel 2005 lo scelgono infatti come protagonista di L'Enfant - Una storia d'amore, film che poi porterà a casa la Palma d'Oro al Festival di Cannes.

La collaborazione con i due fratelli francesi non si interrompe praticamente mai; di recente Jérémie Renier aveva un ruolo anche nel loro primo thriller La ragazza senza nome. L'attore ci spiega che è molto più di un semplice rapporto professionale:

Con loro mi trovo benissimo, parliamo di cinema a tutto tondo. La loro sensibilità personale è davvero unica, per questo io e mio fratello Yannick abbiamo chiesto loro di darci una mano nella produzione del nostro film da registi.

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Quello alla regia, ci spiega l'attore, è quasi un ritorno alle origini, quando da ragazzo realizzava brevi cortometraggi con la sua videocamera. Col fratello Yannick (anche lui attore) ha voluto tornare a mettersi dietro la macchina da presa. È un mondo completamente diverso, quello della regia - commenta - che di certo ti fa tornare nel ruolo di attore con una prospettiva differente.

Elisa Giudici
Jérémie Renier al photocall locarnese con il cast di L'Ordre des médecins
David Roux, Jérémie Renier e Maud Wyler

Gli chiediamo allora se nel suo futuro sceglierà di continuare solo una delle due carriere, ma lui sorride sornione e lascia una nota di mistero in merito. Quel che è certo è che prossimamente lo vedremo al fianco di Isabelle Huppert nel nuovo film di Ira Sachs. Ci ha confermato di aver firmato il contratto e incontrato la diva francese per le prove preliminari di lettura del copione.

L'Ordre des médecins: al fianco di un giovane regista

Dopo 16 anni dal suo primo, fugace battesimo al Festival di Locarno, Jérémie  Renier è tornato da assoluto protagonista sul palco di Piazza Grande per presentare L'Ordre des médecins. Il film - che uscirà in Francia a gennaio 2019 - è l'ennesimo dramma medicale, genere oggetto di vera e propria mania per il cinema d'Oltralpe. Non passa anno senza che almeno uno o due drammi medicali vengano prodotti e ottengano tanto successo da arrivare anche nel nostro Paese.

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Chiedo dunque a Jérémie  Renier come si sia avvicinato a un genere tanto in voga:

I drammi medicali consentono una certa dose di azione, quando il medico corre concitatamente a salvare la vita del paziente di turno. Il film di David è diverso, più profondo: racconta una comunità ospedaliera con i suoi rapporti umani, come una seconda famiglia per i medici.

Nel film l'attore interpreta Simon, un pneumologo che riesce con un certo distacco professionale non farsi coinvolgere dai drammi dei suoi pazienti, salvo poi andare in crisi quando in corsia arriva la sua stessa madre. La storia è fortemente autobiografica. Il regista esordiente David Roux è cresciuto per i corridoi di un ospedale, la fianco del fratello e degli altri parenti che fanno i medici di professione. Quando però è venuta a mancare la madre, per lui l'ospedale ha messo di essere quel luogo caldo e familiare che aveva fino ad allora conosciuto.

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Anche se la storia è così personale - rivela Renier - David è riuscito ad avere un approccio calmo e distaccato al film. Non ho sentito la pressione di interpretare una storia che per lui significa così tanto, al livello personale e professionale.

Locarno Festival
Jérémie Renier nei panni di Simon
Jérémie Renier diventa medico nel film d'esordio di David Roux

L'attore ci confessa ridendo di aver incontrato il regista a caccia di finanziatori in una piscina comunale. Quando ha letto il suo progetto, ha deciso di accettare il ruolo di protagonista, facilitando con la sua fama la ricerca di un sostegno economico al film. Anche così questo piccolo progetto ha avuto bisogno di aiuto:

Abbiamo girato per un paio di giorni con una troupe messa disposizione di un'associazione che in Francia aiuta i giovani registi a realizzare qualche scena di prova da proporre ai finanziatori.

Sulla generosità della sua disponibilità al progetto l'attore glissa con grazia. Prima di salutarlo, gli chiediamo del terzo figlio in arrivo e lui ci rivela che la piccola è già nata. La mia principessa, aggiunge in italiano, dopo aver risposto alle domande in inglese, pur non amando particolarmente parlare in questa lingua.

Forse è questo il segreto del successo dell'attore belga: la sua disponibilità semplice e sempre sorridente, il suo essere stella del cinema e uomo di famiglia, che appena può scappa dai festival e porta la famiglia in vacanza, come si appresta a fare subito dopo la nostra chiacchierata.

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