Oscar 2019, chi vincerà: le previsioni della vigilia

A poche ore dalla Notte degli Oscar, è tempo di previsioni e pronostici e mai come quest'anno il risultato finale è ancora incerto. Ecco le previsioni nelle categorie principali, da miglior film al quartetto dedicato agli attori.

Autore: Elisa Giudici ,

L'anno cinematografico e la stagione dei premi stanno per raggiungere il loro apice, il loro climax finale: nella notte di domenica 24 febbraio 2019 si terrà infatti la cerimonia di premiazione degli Academy Awards 2019 e sapremo chi porterà a casa la tanto celebrata e bramata statuetta dorata dell'Oscar. La sfida è come la solito feroce e senza esclusione di colpi (glamour), ma ormai i giochi sono fatti e da qualche parte in quel di Hollywood si stanno contando i voti che eleggeranno il vincitore di ogni singola categoria. 

Dopo aver seguito con attenzione i principali festival cinematografici che introducono i film con speranza di vittoria, dopo aver commentato in diretta nominati e snobbati nella grande giornata dell'annuncio delle cinquine finali e dopo aver seguito i risultati dei principali premi collaterali (dai Golden Globes in giù) è arrivato il momento di cimentarsi nei pronostici: chi vincerà l'Oscar come miglior film nel 2019? Quali saranno i 4 attori a spuntarla e a posare per la tradizionale foto dei vincitori, Oscar alla mano? 

Academy Awards
Il poster degli Oscar 2019
Pronostici da Oscar: ecco chi vincerà la statuetta nel 2019

Rispetto ad anni recenti, nel 2019 è mancato il campione o almeno un paio di fortissimi candidati che rendessero scontato il risultato finale. Il che rende più avvicente e pepato il tentativo di capire chi vincerà cosa, dato che in pochissime categorie sembra esserci la certezza quasi assoluta che invece regnava negli scorsi anni per gran parte della cerimonia. Ci si prova comunque: ecco chi vincerà gli Oscar 2019 e perché, a mio (sindacabile) giudizio. 

Miglior film 

Lotta apertissima nel 2019 per la statuetta regina della serata, con continuo ricambio di pronostici in corso d'opera. A inizio stagione, dopo il trionfale passaggio al Festival di Venezia, sembrava che A Star is Born non avesse rivali e rimane uno dei favoriti delle votazioni con giurie più popolose e popolari. Con il passare dei mesi però altri due film sono sembrati più incisivi per la vittoria finale, pur avendo entrambi punti di debolezza e controversie in corso. Infatti sia Roma sia Green Book hanno fatto incetta di premi, dividendosi più o meno equamente i Golden Globes, i DGA (Director Guild Award) e i BAFTA, anticamere importantissime per capire chi spunterà la vittoria finale. 

Il film vincitore del Leone d'Oro però è distribuito da Netflix e non è in inglese, ostacolo sinora insormontabile nella categoria regina. Invece Green Book è circondato di polemiche perché, pur parlando di razzismo contro i neri, non ha sempre incontrato il favore della comunità afroamericana, che anzi lo etichetta come "il film dei bianchi sul razzismo" dell'annata. Considerando poi che sullo stesso tema subisce la concorrenza interna di BlacKkKlansman, che affronta il medesimo argomento incontrando il favore della comunità nera e avendo un regista dal notevole pedigree dietro la cinepresa, è possibile che la spunti Roma. 

Chi vincerà? Roma, di misura, magari anche favorito dall'aumento di giurati stranieri e quindi non troppo schizzinosi rispetto a un film sottotitolato. 

Miglior regia

Qui la partita sembra già chiusa: Alfonso Cuarón infatti ha vinto il DGA (Director Guild Award), che ha una platea di votanti molto influenti sulle scelte finali dell'Academy. In questa categoria ha dominato nel corso di tutta la stagione e rischia di fare doppietta con miglior film. C'è però un importante fattore che potrebbe scombinare le carte in tavola e il suo nome è Spike Lee. Nessun regista afroamericano ha mai vinto questa statuetta e Spike Lee è uno degli storici snobbati dell'Academy Awards con una carriera blasonata, troppo eversiva in passato, che oggi l'Academy potrebbe essere pronta a celebrare. 

Elisa Giudici
Alfonso Cuaron a Venezia 75
Alfonso Cuaron riuscirà a fare doppietta miglior film e miglior regia?

Chi vincerà: Alfonso Cuarón, a meno che la comunità afroamericana sia riuscita ad organizzarsi con altre micronicchie per sostenere il suo campione

Miglior attore protagonista 

Il pronostico qui è quasi certezza, in una delle poche categorie quasi blindate dell'annata. Nonostante a inizio stagione sembrasse super favorito Christan Bale con la sua caustica interpretazione in Vice e nonostante l'attore abbia ancora qualche chance di essere il settimo nella storia dell'Academy ad avere sul caminetto di casa sia la statuetta come protagonista sia come non protagonista, Rami Malek guida saldamente la corsa

Il successo internazionale di Bohemian Rhapsody, il talento e la piacevolezza del suo protagonista, i diritti LGBTQA+ in un'annata davvero arcobaleno all'Academy e il classico ritratto trasformista di un'icona della cultura pop: tutto porta acqua al mulino di Malek, che ha anche fatto una campagna spaventosa, simile a quella presidenziale, presenziando ad ogni singolo evento, programma, intervista, party hollywoodiano. 

20th Century Fox
Rami Malek in Bohemian Rhapsody
La vittoria di Malek sembra certa

Chi vincerà: Rami Malek per acclamazione popolare che, come recenti vicende insegnano, non è detto che sia la soluzione qualitativamente migliore. 

Miglior attrice protagonista

Questa sì che è una cinquina avvincente, perché è davvero difficile escludere a priori una singola attrice dalla vittoria finale. L'impressione è che nonostante tutto, Glenn Close l'avrà vinta, quantomeno per il senso di colpa dell'Academy Awards. Una carriera stellare alle spalle e l'infamante titolo di attrice più nominata e mai premiata attualmente vivente le daranno una bella spinta nella votazione finale. Sarebbe poi molto bello vedere di nuovo trionfare un attore il cui film ha una sola nomination, a riprova che una buona performance va tenuta in considerazione, sempre, anche se il film non è all'altezza sotto altri aspetti tecnici. Questo tipo di vittorie, molto diffuse nei decenni passati, sta diventando sempre più raro ed è davvero una colpa dell'Academy, perché riduce il parterre di film attenzionati dagli Oscar, a discapito di performance strepitose, ignorate perché contenute in film più piccoli. 

In tutta sincerità, va ammesso che, pur notevole, la perfomance di Close non è né la migliore della sua carriera né dell'annata: Melissa McCarthy in Copia originale e Olivia Colman di La Favorita sono semplicemente strepitose, come già vi spiegavo nello speciale dedicato. Se il film di McCarthy è purtroppo "di nicchia" (se potete, recuperatelo!) Colman invece ha dalla sua una campagna spettacolare e una sequela di premiazioni che promettono una lotta testa a testa tra le due attrici. Senza dimenticare Lady Gaga, anzi: la sua vittoria non sarebbe una sorpresa vera e propria. 

20th Century Fox
Glenn Close in The Wife
Glenn Close sarà di nuovo costretta a vedere trionfare una collega?

Chi vincerà: la testa dice Glenn Close, ma spero di essere sonoramente smentita in favore di Olivia Colman. 

Miglior attore non protagonista

Anche qui abbiamo un vincitore atteso ma non assoluto, nel senso che dopo tanto trionfare a destra e a manca ci si aspetta che Green Book vinca pur qualcosa e Mahershala Ali potrebbe essere un'ottima soluzione. Se non fosse che ha vinto pochi anni fa una statuetta per un'interpretazione decisamente più complessa e per certi versi memorabile. 

Nelle ultime settimane finalmente si è cominciato a parlare ossessivamente della performance eccellente di Richard E. Grant, uno quasi radiato dai circoli hollywoodiani che contano per aver rivelato la predisposizione all'eccesso e alla droga dei festini dei suoi esimi colleghi. Il suo lavoro in Copia originale è stato però così magistrale da riaprirgli le porte dell'Academy. L'impressione è che però ci sia stato troppo poco tempo dalla sua "riscoperta" per consenrtigli di raccogliere i voti necessari. L'unica altra sorpresa potrebbe essere un colpo di coda di Sam Elliott, sostenuto dalla parte più anziana e più votata all'omaggio delle figure storiche dell'Academy. 

Sony
Mahershala Ali in Green Book
Mahershala Ali potrebbe tornare a vincere un'Oscar a soli 2 anni dalla vittoria con Moonlight

Chi vincerà: Mahershala Ali perché Green Book dovrà pur vincere qualcosa, col rischio che la spunti anche come miglior film

Miglior attrice non protagonista

Le categorie femminili quest'anno sono davvero infuocate. Tre politicanti dall'anima nera e due madri dolenti si giocano una statuetta e davvero nessuna si presenta come favorita, anche relativa. Le due attrici di La Favorita tendono a farsi competizione a vicenda, anche se la recente vittoria di Emma Stone e il traino dei BAFTA potrebbero aiutare Rachel Weisz a spuntarla. Regina King potrebbe fare la differenza (in chiave sociale e cinematografica) ma la mancata nomination in molti appuntamenti importanti dell'anno pone un serio dubbio sulla sua vittoria, così come nel caso di Marina De Tavira, vera e propria sorpresa nel round delle nomination con, ammettiamolo, una performance di cuore incisiva sì ma davvero non all'altezza delle migliori in categoria. 

Attenzione quindi a Amy Adams, le cui recenti brucianti sconfitte (leggi: l'Oscar mancato per la sua eccezionale interpretazione in The Arrival) sono benzina importante per la corsa alla vittoria. Certo sarebbe un peccato vederla premiata per quella che, come sempre, è una buona prova, ma non la più meritevole di carriera. 

Videa
Amy Adams in Vice
E se a spuntarla non fosse il super favorito Bale ma l'eterna seconda Adams?

Chi vincerà: non c'è nessuna favorita, ma forse Amy Adams ha un briciolo di vantaggio.

Miglior film in lingua straniera 

La vera vincitrice morale dell'annata è questa categoria, i cui nominati esprimono un livello di qualità artistica che la selezione regina di miglior film non riesce nemmeno ad avvicinare. Da sempre la categoria più amata della sottoscritta, la cinquina di Miglior film in lingua straniera è una bizzarra, appassionante mescolanza di film festivalieri, campioni assoluti dell'annata, scelte geopolitiche opinabili e vecchie tradizioni dell'Academy dure a morire. 

All'uscita dalla prima mondiale di Opera senza autore avevo vaticinato la sua nomination: l'Academy non riesce a ignorare film con protagonisti i nazisti cattivissimi con un approccio così semplice, quasi semplicista (perdonami Florian Henckel von Donnersmarck). A rigor di logica dovrebbe vincere Roma, ma se i votanti si dividessero tra questo film e Cold War, potrebbero spuntarla i tedeschi. Le indicazioni ci sono tutte: il fronte polacco infatti ha raggranellato tre nomination, di cui una di assoluto peso come miglior regia (per un film strepitoso, che si merita ampiamente questo e altro), per cui la vittoria di Cuarón è tutt'altro che scontata. Dalla partita escluderei solo Capernaum, presente più che altro per motivi di rappresentanza. Mi piacerebbe vedere Hirokazu Kore-eda con la statuetta in mano dopo la Palma d'Oro - e sarebbe una vittoria più che giusta - ma i giapponesi hanno già dimostrato in passato di non essere versati nell'arte del fare campagna per i propri candidati. 

Netflix
Roma di Alfonso Cuaron
Roma la spunterà anche nella categoria dedicata ai film stranieri?

Chi vincerà: Roma dovrebbe uscire vincitore dalla battaglia in bianco e nero dei film non in inglese.

Miglior sceneggiatura originale

Anche in questo caso battaglia aperta e agguerritissima, per la categoria che è diventata negli anni un po' il Miglior film alternativo, vorrei ma non posso, per l'Academy che davvero non riesce a non premiare film magari peggiori ma più tradizionalisti. In questa votazione regnerà il calcolo politico, la scelta di risulta: se si vota in massa Green Book e Roma per le categorie di prestigio, è probabile che qui La Favorita e Vice vengano scelti proprio per questo motivo, per dare loro almeno un premio. 

I due favoriti alla vittoria sono proprio questi due film, che si sono divisi più o meno equamente i premi importanti della stagione. Roma non è del tutto da escludere e indubbiamente i cinefili più hardcore voteranno Paul Schrader, che ha dalla sua uno dei film più criticamente acclamati dell'annata. La vittoria però a occhio se la giocano Adam McKay e il duo Deborah Davis e Tony McNamara.

20th Century Fox
Una scena di La Favorita
La Favorita potrebbe spuntarla con l'Oscar

Chi vincerà: La Favorita, perché forse peserà la recente vittoria di McKay per un film dai presupposti identici a Vice e meglio scritto dell'attuale candidato.

Miglior sceneggiatura non originale

Copincollate il ragionamento qui sopra. Una vittoria di BlacKkKlansman consentirebbe di far salire sul palco Spike Lee, che ha coscritto il film insieme a Charlie Wachtel e David Rabinowitz. Nel 2019 l'Academy non si lascerà sfuggire l'occasione di premiare in qualche modo un regista che ne denuncia il razzismo da anni. Dapprima ostracizzato per i suoi discorsi politici, con il cambio di mentalità e gli scandali passati ciò che a reso scomodo Spike Lee lo rende oggi fortemente desiderabile. Certo BlacKkKlansman ha un'ottima scrittura (ed è un gran bel film), ma forse meriterebbe di più l'ottimo lavoro fatto su Copia Originale, considerando anche il stretto rapporto tra l'autobiografia da cui è tratto e il contenuto stesso del film.

Elisa Giudici
Spike Lee sul red carpet veneziano
Spike Lee riuscirà a vincere un Oscar?

Chi vincerà: Spike Lee, ops, intendevo dire BlacKkKlansman

Miglior canzone

L'oscar più blindato della serata. Nessuno si metterà sulla strada di Lady Gaga, che probabilmente non la spunterà come attrice. EGOT in arrivo? 

Elisa Giudici
Lady Gaga a Venezia 75
Lady Gaga porterà a casa un Oscar, è quasi certo

Chi vincerà: Shallow e Lady Gaga.

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