Come spesso accade, gli sceneggiatori di #The Walking Dead ragionano per contrapposizioni.
Lo fanno anche in questo nuovo episodio di una settima stagione carica di tensione e incentrata sui percorsi individuali di ciascuno in reazione al mondo di #Negan.
Il nuovo mondo. Il mondo che #Michonne non si sente di accettare “a scatola chiusa”, come sembra aver fatto #Rick.
Il mondo in cui, per una ragazzina rimasta sola, l’unica cosa che conta sono gli affetti.
Il mondo in cui una comunità guidata da un codardo lascia che sia una donna incinta (con complicanze alla gravidanza e che ha appena assistito al massacro del marito) a risolvere i problemi.
Il mondo in cui il terrore domina i deboli, ma anche chi ha la responsabilità delle vite altrui.
Non nel caso di Gregory, però.
Non è certo per altruismo o per salvaguardare gli abitanti di Hilltop che Gregory striscia al cospetto dei Salvatori guidati da Simon. Lo fa solo per vigliaccheria, perché teme per la propria vita.
Il suo continuare a sbagliare i nomi degli altri non è un dettaglio di poco conto: in fondo, non gli importa di nessuno, escluso se stesso.
Il suo comportamento lo dimostra, e solo per un colpo di fortuna non consegna #Maggie e #Sasha ai Salvatori.
Un colpo di fortuna che si chiama Jesus e che ci racconta la storia di un bravo ragazzo in un mondo di codardi.
Jesus non si sente di prendere il posto di Gregory alla guida di Hilltop, ma sa già chi potrebbe farlo.
Maggie, costretta da un distacco della placenta a restare vicino al dottor Carson fino alla nascita del bambino, è una leader nata.
Quando i Salvatori attaccano Hilltop, è lei a dare gli ordini necessari a contenere i danni. Ed è lei, in persona, a guidare il trattore con cui investe gli zombie e distrugge l’auto che li attira con la musica a tutto volume.
Maggie - lo sappiamo fin dalla sua prima visita a Hilltop - è ciò di cui la comunità ha bisogno.
Così come Enid ha bisogno di andare da lei, rischiando la vita, perché non le resta che questo: le persone a cui è più legata in un mondo di estranei.
Un mondo in cui è difficile stringere legami perché la paura di perdere qualcuno è troppo forte.
Il bacio che suggella il sentimento cresciuto fra Enid e #Carl, non a caso, precede di poco la decisione di Carl di salire su uno dei camion dei Salvatori.
La sua missione (folle) è quella di uccidere #Negan. Sapendo che si tratta di un viaggio senza ritorno.
Per lui, la vendetta coincide con l’unico obiettivo possibile: provare a rendere il mondo un posto migliore.
Per Enid, portare i palloncini sulla tomba del suo amico #Glenn è l’unica cosa da fare.
Per Jesus, salire sullo stesso furgone di Carl per scoprire dove vive Negan è l’unico modo per contribuire attivamente alla guerra che combatte ogni giorno.
L’inettitutine di Gregory si contrappone alla prontezza di Maggie, che priva i Salvatori della possibilità di “salvare” Hilltop dal loro stesso attacco.
La spensieratezza sui pattini di Carl e Enid, che restano pur sempre due ragazzi in un mondo per adulti, si contrappone alla drammatica decisione di Carl.
La crudeltà di Simon si contrappone alla compassione di Jesus.
La preghiera di Maggie, Enid e Sasha prima di cena si contrappone a un mondo in cui aver fede, in qualsiasi cosa o qualsiasi persona, è diventato impossibile.
Sì: le contrapposizioni sono uno degli strumenti preferiti dagli sceneggiatori di The Walking Dead.
Perché ci mostrano tutti gli aspetti dell’animo umano di fronte all’orrore e alla paura.
E perché ci ricordano come un orologio, un sigaro e dei palloncini non siano che dei simboli.
Simboli qualcuno, e di qualcosa - un mondo diverso, il bisogno di ricordare e onorare chi non c’è più - che in fondo non morirà mai.
Perché vive dentro ciascuno di noi.
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