One Piece Netflix, recensione: questi non sono I Pirati dei Caraibi che stavi cercando

Autore: Domenico Bottalico ,

Quale traguardo rimarrebbe da tagliare a One Piece, il manga dei record e uno degli anime più seguiti in tutto il mondo? Forse avere una degna trasposizione live action che riesca a sfatare la maledizione che ormai da decenni accompagna questo tipo di trasposizione, occidentali o orientali che siano. Un compito improbo che One Piece Netflix, disponibile da oggi sulla piattaforma streaming, abbraccia in maniera sorprendentemente gioiosa e kitsch abbandonando qualsiasi velleità di adattamento realistico ma non riuscendo a centrare pienamente il bersaglio pur mostrando qualche interessantissima intuizione. 

Quando esce One Piece Netflix?

La serie TV è disponibile da oggi 31 agosto.

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Dove posso vedere in streaming One Piece Netflix?

La serie TV è in streaming in esclusiva su Netflix

Quanti episodi ha One Piece Netflix?

La serie TV è composta da 8 episodi tutti disponibili dal 31 agosto

Di cosa parla One Piece Netflix

Il giovane Monkey D. Luffy (Inaki Godoy) ha un sogno: scovare il leggendario tesoro del pirata Gold Roger, il One Piece, e diventare il Re dei Pirati. Ma Luffy non è l'unico pirata a caccia del mitico tesoro, ce ne sono di più agguerriti e preparati con navi ben equipaggiate e ciurme pronte a tutto. In più c'è anche la Marina, organismo militare che ha il compito di proteggere i più deboli dalle scorribande di questi famigerati e ricercatissimi pirati.

Intenzionato a mettere insieme una ciurma e trovare una nave, incrocia la strada con la ciurma dei Pirati di Alvida salvando il giovane Koby. I due arrivando quindi a Shells Town dove Luffy incontra il cacciatore di pirati Roronoa Zoro (Mackenyu) e la ladra Nami (Emily Rudd).  

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Mentre Zoro viene messo agli arresti, Luffy e Nami stringono una improbabile alleanza per penetrare nella base della Marina situata in città e rubare la mappa per la Rotta Maggiore, una striscia di mare ricca di isole ma anche di temibili pirati dove si dice sia nascosto il One Piece.

A guardia della mappa però c'è il capitano della Marina Morgan. Liberato Zoro, i tre fuggono dopo una dura battaglia ma mettendo in mostra le loro incredibili capacità di combattimento: Zoro con addirittura tre spade, Nami con il suo bastone e soprattutto Luffy che è in grando di allungarsi a piacimento dopo aver ingerito un misterioso Frutto del Diavolo.

Diventati loro malgrando una ciurma, che ora è sul radar della Marina stessa, inizia così il peregrinaggio nel Mare Orientale. Dapprima Luffy, Zoro e Nami vengono catturati da Buggy, un pirata trasvestito da pagliaccio, che vuole impadronirsi della mappa. Poi a Syrup Village, alla ricerca di una nuova nave, incrociano la strada con il chiaccerone Usopp. Lì stringono amicizia con Kaya, la proprietaria dei cantieri navali per cui il villaggio è famoso, salvandola dalle grinfie del maggiordomo Klahadore.

I Pirati di Cappello di Paglia, così come viene ribattezzato l'allegro gruppo capeggiato da Luffy a causa del cappello donatogli dal pirata Shanks, attira l'attenzione addirittura del viceammiraglio della Marina Garp che sfrutta il povero Koby per seguire Luffy e i suoi.

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Dopo una prima scaramuccia fra i Cappello di Paglia e Garp, la ciurma giunge a Baratie, un ristorante galleggiante dove fanno la conoscenza dell'abile cuoco Sanji e soprattutto dei suoi poderosi calci. Lì Zoro si scontra con Dracul Mihawk, uno dei membri della Flotta dei Sette ovvero pirati con cui la Marina ha stretto una tregua, rimanendo gravemente ferito.

Tuttavia la vera minaccia è rappresentata da Arlong e dai suoi pirati uomini-pesce. Come ha fatto a sapere che Luffy e i suoi sono in possesso della mappa per la Rotta Maggiore? Con Zoro convalscente, Luffy dovrà compiere la sua prima vera scelta da capitano e salvare la sua ciurma.

One Piece Netflix: un adattamento con tanto cuore e qualche incertezza

One Piece Netflix affascina e spiazza lo spettatore. La struttura narrativa della serie TV infatti è quella tipica di una origin story ma si piega e si adatta, sforzandosi tantissimo in alcuni passaggi che sono forse un po' lunghi e didascalici, per accomodare quella dell'opera originale.

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L'esempio più lampante è quello rappresentato dall'adattare in 8 episodi 4 archi narrativi diversi da due episodi l'uno. Ogni arco narrativo inoltre è caratterizzato da lunghe sequenze in analessi che spiegano le origini dei vari membri della Ciurma dei Cappello di Paglia. Si tratta di una scelta ardita degli showrunner e sceneggiatori Steven Maeda e Matt Owens (Luke Cage, Agents of S.H.I.E.L.D., The Defenders) che trova riscontro in caratterizzazioni e tematiche ben precise, e ancora una volta riprese pedissequamente dall'opera originale.

Un gruppo di giovani pirati alla ricerca di un mitico tesoro infatti poteva essere un canovaccio che Hollywood avrebbe potuto storpiare in mille modi, basti vedere le delusioni di Cowboy Bebop o più recentemente Saint Seiya al cinema, e invece come nel manga del sensei Oda, la ricerca del One Piece diventa ben presto un pretesto per raccontare qualcosa di diverso.

Si parte da un protagonista sui generis come Monkey D. Luffy che con la sua incredibile positività contagia tutti cavando fuori, con le proverbiali pinze, quella voglia di avventura, libertà e di realizzare i propri sogni da coloro i quali incrociano il suo cammino. Sia che si tratti dei suoi inizialmente riluttanti compagni di viaggio che da i suoi avversari - vedasi Mihawk, ma anche Garp e soprattutto Koby che a sue spese impara che al mondo esiste una zona grigia.

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In questo senso One Piece Netflix funziona bene, anzi benissimo, forse meglio di qualsiasi altro adattamento tratto da un manga o da un anime di recente memoria, perché riesce a trasmettere quel senso di nakama - di famiglia intesa come individui che condividono uno stesso destino - che è una delle tematiche più vivide e vitali di One Piece nonché quella che gli ha permesso di diventare un fenomeno transgenerazionale.

Ci sono diversi aspetti tipici del manga di target shonen che vengono ripresi con discreta efficacia come le lunghe sequenze in analessi con le origini dei personaggi che servono anche a esplicarne nel motivazioni personali, gli antagonisti man mano sempre più forti e la già menzionati divisione in archi narrativi e poi soprattutto i combattimenti.

Da un lato infatti c'è un cast davvero azzeccato in cui spiccano la mimica irresistibile di Inaki Godoy che sembra nato per interpretare Monkey D. Luffy, la distaccata coolness di Mackenyu nei panni di Roronoa Zoro e la tenacia di Emily Rudd in quelle di Nami). Forse il Sanji di Taz Skylar avrebbe meritato un po' di spazio in più mentre quello maggiormente rimaneggiato, e su cui forse i fan della prima ora avranno qualcosa in più da ridire, è l'Usopp di Jacob Romero. Difficile non simpatizzare o non identificarsi con almeno uno dei membri della Ciurma di Cappello di Paglia.

Anche i villain non scherzano con Vincent Regan che spicca su tutti essendo capace di donare a Garp un'aria tanto solenne quanto imperscrutabile. 

C'è anche da dire che One Piece Netflix è un adattamento fedele ma non pedissequo e soprattutto non è esente da difetti.

Questi 8 episodi adattano grossomodo i primi 12 tankobon del manga (e i primi 50/55 episodi dell'anime) quindi la sensazione è a tratti quella di vedere un film compilation con avvenimenti che si susseguono in maniera molto repentina. Una scelta ponderata che però viene zavorrata dalla lunghezza media di ogni episodio, circa 60 minuti, in cui alcuni passaggi risultano troppo didascalici.

Se poi da un lato quando l'attenzione si concentra su Luffy e i suoi il ritmo è serrato e la narrazione sempre avvicente, la scelta di dare agli spettatori più casual l'appiglio del punto di vista di Garp e Koby sulle vicende spesso smorza troppo la tensione anche a causa di alcuni ridondanti "spiegoni" per alcuni punti di svolta della trama che francamente potevano essere lasciati da parte almeno per il momento.

Tecnicamente la regia è puntuale e dove può cerca soluzioni quanto più simili a quelle dell'animazione. Tagli irregolari, grandangoli e deformazioni varie. Dove l'operazione riesce maggiormente però è nei combattimenti grazie a movimenti di camera senza stacchi leterali o circolari, pochi stacchi e una predilezione per una orizzontalità tipicamente fumettistica. Buone le coreografie, anche se a tratti molto elementari, con buona pace degli effetti speciali il cui budget è in gran parte riservato proprio a Luffy e ai suoi allungamenti che risultano credibili.

Cr. Casey Crafford/Netflix © 2023
Immagine id 2084

Si lesina un po' su tutto il resto, dalle esplosioni alle panoramiche, soprattutto senza l'aiuto di una fotografia interessante. La scelta di filtri naturali infatti amplifica in alcune sequenze l'effetto "posticcio" di set e ambienti vanificando gli sforzi di costumisti e scenografi.

Anche da questo punto di vista, One Piece Netflix è una piacevole sorpresa. La serie TV infatti abbraccia in toto la bizzarria di Oda con costumi e trucco ripresi davvero maniacalmente, basti vedere Mihawk o Arlong. La praticità funziona meglio della digitalizzazione o peggio di quel rimaneggiamento che vorrebbe dare una patina di realismo ma finisce inevitabilmente per snaturare il tutto. Stesso discorso per gli ambienti dove l'atmosfera e la ricostruzione quando più possibile fedele degli interni sopperisce ad esterni un po' anonimi o troppo digitali.

Vale la pena vedere One Piece Netflix?

Sì, assolutamente. Anche se non siete fan di One Piece, la serie TV Netflix è un buon adattamento caratterizzato da alcune intuizioni strutturali e narrative non scontate e una discreta realizzazione tecnica. Ai fan più oltranzisti ovviamente certi cambiamenti e adattamenti potrebbero non andare troppo a genio ma in compenso ci sono una miriade di easter egg disseminati negli episodi e un mondo vivo e vibrante reso reale con dovizia di particolari e in maniera decisamente rispettosa. 

Fra curiosità e scetticismo permane un solo dubbio: One Piece Netflix verrà rinnovata per una Stagione 2? Sarebbe infatti un peccato non sfruttare a dovere tutta la lunga ma doverosa premessa costituita da questi 8 episodi. 

Commento

cpop.it

70

One Piece Netflix abbraccia in maniera sorprendentemente gioiosa e kitsch l'opera originale abbandonando qualsiasi velleità di adattamento realistico. La serie TV riesce a trasmettere per buona parte degli episodi le stesse sensazioni dell'anime e del manga mettendo sugli scudi tematiche fresche e inusuali e qualche buona intuizione narrativa. Tuttavia alcuni passaggi un po' didascalici, qualche cambiamento rispetto al meteriali originale e qualche pecca tecnica potrebbero far storcere il naso. Per i neofiti e i casual viewer potrebbe risultare interessante, per i fan di lunga data invece il giudizio potrebbe non essere positivo.

Pro

  • si cerca di adattare tematiche e strutture proprie dell'opera originale
  • cast azzeccato
  • ottimi costumi e scenografie

Contro

  • gli episodi da 60 minuti sono troppo lunghi
  • qualche passaggio eccessivamente didascalico
  • CGI non sempre all'altezza
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