J.R.R. Tolkien: il maestro del fantasy tra vita e curiosità

Autore: Giovanni Arestia ,

Se esistono pellicole cinematografiche come Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit e una grande passione e attesa per le avventure della serie Gli Anelli del Potere (ecco a voi la nostra recensione della prima stagione di Gli Anelli del Poteri) prodotta da Amazon Prime Video, il merito va dato al celebre J.R.R. Tolkien il cui nome completo è John Ronald Reuel Tolkien.

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La vita di J.R.R. Tolkien come spunto delle sue opere

Tolkien è nato il 3 gennaio 1892 a Bloemfontein, in Sudafrica e nonostante il periodo storico in cui visse, non è stato solo uno degli autori più influenti del XX secolo, ma anche una persona aperta e curiosa. Per esempio, nonostante la sua grande importanza accademica con ruoli di spicco nelle università di Leeds e Oxford, non disdegnava presentarsi alle feste vestito da orso polare o inseguire il vicino di casa vestito da guerriero anglosassone.

Inoltre, nonostante partecipò alla Prima Guerra Mondiale, esperienza che influenzò profondamente la sua scrittura, come nella descrizione del difficile viaggio di Frodo e Sam, Tolkien si oppose fermamente all'ideologia di Hitler. Quando, infatti, Lo Hobbit fu tradotto in tedesco, gli fu richiesto di certificare la sua origine ariana per la pubblicazione. In risposta, Tolkien scrisse una lettera esprimendo il suo disgusto verso il dittatore e dichiarando il suo rammarico per non avere antenati ebrei, sottolineando così il suo dissenso e la sua condanna del regime nazista.

Per comprendere appieno la grandezza della sua opera letteraria e il suo impegno accademico, è anche necessario esplorare i dettagli del suo vasto universo. La Terra di Mezzo, una delle ambientazioni più celebri nelle sue opere, funge non solo da sfondo narrativo, ma anche da specchio attraverso cui interpretare la realtà, da una prospettiva quasi divina di creatore e giudice. La sua origine va data addirittura alla fanciullezza di Tolkien, quando dopo essersi trasferito con la sua famiglia in Inghilterra, nel 1896, a soli 4 anni, si trasferì con i nonni a Sarehole, un piccolo villaggio nel Worcestershire.

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Qui trascorse un'infanzia spensierata all'aria aperta, esplorando la natura di luoghi come Sarehole Mill, Moseley Bog e le colline di Clent, Lickey e Malvern. Queste escursioni lasciarono un'impronta profonda nella sua immaginazione, influenzando proprio le descrizioni paesaggistiche che avrebbero caratterizzato molti dei suoi futuri libri.

Tuttavia, limitare Tolkien alla sola Terra di Mezzo sarebbe un errore. La sua produzione letteraria e accademica va ben oltre, includendo opere e studi fondamentali per chiunque voglia avvicinarsi alla letteratura fantasy in modo completo. Tolkien ha compreso l'indissolubile legame tra il genere fantastico e la tradizione antica della favola e della fiaba. Gli elementi fiabeschi nelle sue opere sono cruciali per interpretare il mondo da lui creato, un universo complesso e non riducibile a semplici categorie.

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Terra di Mezzo

A coronare il tutto, c'è il Tolkien accademico, linguista e glottologo. Non si possono ignorare i suoi studi e la sua attività universitaria, poiché sono strettamente connessi alla sua produzione narrativa. Le mitologie, le ambientazioni e le descrizioni presenti nelle sue opere sono frutto di un attento studio, la cui interpretazione richiede ben più di un semplice articolo o di centinaia di libri critici. È affascinante esplorare l'universo fantasy partendo da colui che ha dato un nome alle cose, colui che ha avviato tutto e al quale tutti gli scrittori di fantasy devono qualcosa.

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Anche questo è frutto di studi condotti fin da piccolo. Il giovane Tolkien amava disegnare paesaggi e alberi, riflettendo il suo interesse per la natura. Sua madre Mabel gli insegnò anche i rudimenti del latino fin dalla tenera età tanto che a soli quattro anni, Tolkien aveva sviluppato abilità di lettura e di scrittura. Apprezzava particolarmente le opere fantasy di George MacDonald e i racconti sui pellerossa d'America, così come Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Ciò che colpisce dell'opera di Tolkien è la complessa e metodicamente organizzata struttura teogonico-cosmogonica che costituisce il fondamento dei romanzi ambientati nella Terra di Mezzo. Questo è accompagnato da una perfetta padronanza linguistica, che si manifesta nella creazione di nuovi linguaggi plausibili, inseriti armoniosamente nelle storie e nelle ambientazioni. Non sorprende che tutto ciò che compone il legendarium tolkeniano sembri possedere una perfezione e una verosimiglianza quasi reali.

Già in età adolescenziale, Tolkien, impegnato nello studio del latino e dell'anglosassone, ebbe il primo incontro con una lingua artificiale chiamata Animalic, creata dai suoi cugini Mary e Marjorie Incledon. Sebbene l'interesse per questa strana lingua fosse svanita in poco tempo, Mary e un gruppo di amici, incluso Tolkien, svilupparono successivamente una lingua più complessa chiamata Nevbosh. Successivamente, da questa esperienza, Tolkien creò autonomamente la sua prima lingua, il Naffarin. Il suo interesse per le lingue artificiali continuò, portandolo a imparare l'esperanto e a scrivere The Book of the Foxrook un taccuino di sedici pagine contenente brevi racconti in esperanto e il primo esempio di uno dei suoi alfabeti artificiali.

Tolkien ha creato un universo credibile, pur operando nel genere della high fantasy. I romanzi di Tolkien sono il risultato di un'attenta ricerca e studio, che li rende contestualizzati e plausibili. Per questo motivo, e per molti altri, Tolkien è considerato il capofila della narrativa fantasy moderna, influenzando profondamente quella che oggi definiamo cultura popolare. 

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Le opere ambientate nella Terra di Mezzo nascono non solo da un approfondito studio, ma anche da un vivace confronto letterario. Durante gli anni in cui era professore a Oxford, Tolkien faceva parte degli Inklings, un gruppo di discussione letteraria di cui faceva parte anche C.S. Lewis (autore de Le Cronache di Narnia). Questo gruppo può essere immaginato come un simposio letterario, un convivio in cui menti eccelse e appassionati scrittori si riunivano per discutere di letteratura e lingua. È una prova del fatto che solo attraverso un confronto attivo e stimolante con gli altri è possibile creare qualcosa di veramente grande, importante e significativo.

Universalizzazione dei temi cavallereschi

J.R.R. Tolkien deve gran parte della sua ispirazione alla tradizione epica e cavalleresca medievale. Dal viaggio di Ulisse, passando per le imprese di Orlando, Sigfrido e Rodrigo Díaz de Bivar, fino ad arrivare ai cicli bretone e carolingio, tutte queste influenze sono evidenti nelle sue opere. La sua grandezza risiede nella capacità di trasfigurare e ricontestualizzare questi elementi, rendendoli parte integrante della sua narrativa. Opere come i Nibelunghi e il Cid Campeador, profondamente radicate nei loro contesti storici e ideali, vengono universalizzate da Tolkien, il quale colloca le sue storie in un'epoca e un mondo apparentemente distanti dal nostro.

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Tolkien non solo ricolloca spazialmente e temporalmente le sue storie, ma universalizza anche gli ideali cavallereschi, rendendoli eterni e sempre validi. Questi valori, che guidano i personaggi nelle loro lotte tra il bene e il male, diventano modelli di comportamento per i lettori. Le sue opere rappresentano così una rivisitazione delle narrazioni didascaliche, dove il bene e il male non sono sempre distinti nettamente, arricchendo i personaggi con una complessità psicologica profonda.

Le opere principali di Tolkien

Lo Hobbit 

Lo Hobbit segna una svolta nella carriera di Tolkien, introducendo il mondo della Terra di Mezzo. La storia narra le avventure di Bilbo Baggins in compagnia di una squadra di nani, ponendo le basi per le narrazioni successive. La sua nascita pare sia quasi casuale.

Infatti nel 1930, durante il suo periodo accademico a Oxford, mentre correggeva un compito, scarabocchiò su un foglio bianco la frase: "In un buco nel terreno viveva un Hobbit". Rileggendo la frase e trovando la parola "Hobbit" curiosa e affascinante, iniziò a esplorare il significato che poteva avere. Da questo spunto nacque e venne pubblicato il suo primo grande successo.

Il Signore degli Anelli

Questa è l'opera più conosciuta di Tolkien, suddivisa in tre volumi: La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri e Il Ritorno del Re. Le avventure degli Hobbit, Nani, Elfi, Umani e Stregoni uniti contro il male rappresentano un'epopea di altissima qualità letteraria. La suddivisione in tre volumi, in realtà, fu una scelta dell'editore dettata dalla paura di non riuscire a vendere efficacemente un libro unico di ben 1200 pagine. La pubblicazione seriale portò a costi di pubblicazione più ridotti e grazie all'enorme successo i guadagni furono notevoli. 

Molti non sanno, inoltre, che tutte le opere, compreso ovviamente Il Signore degli Anelli, vennero scritte a penna utilizzando un'impugnatura a due dita. Questa lentezza fece sì che ci volessero 14 anni per completare e pubblicare le 1200 pagine de Il Signore degli Anelli e anche questo aspetto mise a dura prova la pazienza dell'editore, preoccupato per un possibile flop commerciale.

Il Cacciatore di Draghi

Questo racconto segue le avventure di Giles, un contadino che diventa eroe dopo aver scacciato un gigante e affrontato il drago Chrysophylax con l'aiuto della spada Mordicoda.

Albero e Foglia

In questo saggio, Tolkien esplora il mondo delle fiabe e dei miti, ricostruendo la storia delle origini di queste forme letterarie. Include anche i racconti Foglia di Niggle e Il fabbro di Wootton Major.

Il Silmarillion

Considerato la "Bibbia" della Terra di Mezzo, Il Silmarillion narra le origini del mondo di Arda, le guerre dei Silmaril e la creazione dell'Anello del Potere.

Racconti incompiuti

Questa raccolta postuma include storie relative alle tre Ere di Arda, arricchendo ulteriormente il mondo creato da Tolkien.

The History of Middle-Earth

Questa serie enciclopedica in dodici volumi, curata da Christopher Tolkien, analizza gli scritti del padre, includendo saggi sulla mitologia e versioni primitive di racconti principali.

I Figli di Húrin

Pubblicato postumo e curato da Christopher Tolkien, questo romanzo narra le vicende tragiche di Túrin Turambar e della sorella Nienor.

Beren e Lúthien

Questo racconto, ambientato nella Prima Era e presente anche nel Silmarillion, descrive l'amore tra l'umano Beren e l'elfa Lúthien, un tema di grande romanticismo e profondità.

La caduta di Gondolin

Ambientato nella Prima Era, questo racconto narra la distruzione della città elfica di Gondolin per mano degli Orchi, Draghi e Balrog sotto il comando del malvagio Vala Morgoth.

Un successo infinito

Tolkien, attraverso il suo straordinario lavoro, ha creato un universo che trascende tempo e spazio, offrendo una narrazione ricca di profondi valori umani e una complessità che continua a influenzare e ispirare la letteratura fantasy contemporanea.

Pur essendo la sua opera complessa e di difficile interpretazione, Tolkien è diventato una figura pop. Già con la pubblicazione de Lo Hobbit nel 1937, Tolkien ottenne un immediato successo editoriale, che portò presto a una seconda ristampa. Questo successo si replicò con Il Signore degli Anelli e con le numerose opere pubblicate postume dal figlio Christopher.

Le trasposizioni cinematografiche de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit dirette da Peter Jackson hanno amplificato l'amore dei fan verso l'opera di Tolkien, avvicinando nuove generazioni alla lettura. Questi film sono diventati pietre miliari della cinematografia contemporanea, generando un rinnovato interesse per l'universo tolkieniano. Tutto ciò ha portato alla pubblicazione di numerose edizioni delle opere di Tolkien, spesso curate dal figlio Christopher.

Infatti, alla morte di Tolkien nel 1973, i suoi eredi sono diventati molto protettivi riguardo allo sfruttamento delle sue opere, rappresentando un ostacolo per tutte le aziende cinematografiche interessate ai diritti dei suoi libri. In vita, lo stesso Tolkien era contrario all'idea di un adattamento cinematografico delle sue opere, tanto da rifiutare perfino una proposta dei Beatles. La band aveva immaginato un film in cui Paul McCartney sarebbe stato Frodo, Ringo Starr Sam, George Harrison Gandalf e John Lennon Gollum, con la regia di Stanley Kubrick. Un'idea che non piacque né a Tolkien né a Kubrick.

L'attrazione verso l'opera di Tolkien non si è limitata ai libri e ai film. Intorno alle sue storie sono fiorite innumerevoli serie di action figure, giochi da tavolo e di carte, e videogame, tra cui L'Ombra di Mordor. Questi prodotti hanno contribuito a mantenere vivo l'interesse per il suo mondo fantastico.

Ciò che colpisce di più è la reazione dei lettori: le opere di Tolkien sono amate incondizionatamente da tutti coloro che vi si avvicinano, attratti dalla complessità e dall'attrattiva del suo universo narrativo. Questo amore ha portato milioni di lettori a esplorare e apprezzare le sue storie. Per questo motivo, Tolkien è pop: ha saputo attrarre milioni di persone verso la sua opera letteraria, facendo de Il Signore degli Anelli Lo Hobbit alcuni dei libri più venduti nella storia della letteratura. Nessun altro autore è riuscito a ottenere un simile impatto culturale, rendendo il lavoro di Tolkien un fenomeno globale senza precedenti.

Immagine di copertina che mostra J.R.R. Tolkien proveniente da questa immagine tagliata e scaricata via Flickr Creative Commons.

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