Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile, recensione: partita a scacchi con la morte

Autore: Domenico Bottalico ,

Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile vede la serie firmata da Alessandro Bilotta, edita da Sergio Bonelli Editore, capitalizzare in maniera decisiva su due plot points che rimandano addirittura al primo volume La morte è un Dandy. Il risultato è una lettura malinconica impreziosita dall'eccellente lavoro di Sergio Gerasi che torna ad occuparsi degli interni oltre che della copertina e di Adele Matera ai colori. Alceste Santacroce si ritrova a seguire le vicende Cassiodoro, il sedicente medium dei vip, finendo involontariamente per usufruire dei suoi servizi.

Di cosa parla Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile

In Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile, Alceste è sempre tanto annoiato quanto in mezzo ai guai. Infastidito dall'ultimo gossip sull'allenatore della Roma e sulle sue discutibili pratiche sessuali, Alceste viene avvicinato dal solito gruppo di picchiatori. Questa volta, pare, vogliano fargliela pagare per un articolo sulla relazione extra-coniugale di un magistrato antimafia. Mascherato, apparentemente per nascondere le ferite riportate, Alceste va alla solita festa dove conversando distrattamente apprende che l'ultima fissazione della Roma bene sempre essere quella di mettersi in contatto con i defunti. 

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Incuriosito, ma soprattutto fiutando un nuovo scoop, Alceste si mette sulle tracce di Cassiodoro, il medium dei vip. Tolte le esclusive e costose, nonché singolari, modalità con cui l'uomo offre i suoi servigi a coloro i quali non riescono a darsi pace per la perdita di una persona cara, accontentandosi di poche parole che il medium rivela sempre nell'incontro successivo innescando un circolo vizioso, su di lui pare non esserci nulla di compromettente. 

Pur venendo respinto dall'agente di Cassiodoro, Alceste, senza rendersene conto, inizia a usufruire dei suoi servizi in una modalità ancora più singolare. Proprio fuori Villa Borghese, dove il medium spesso incontra i suoi clienti, si imbatte in Giuturna, una ragazza che assomiglia in maniera impressionante a Lucrezia.

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Ma la somiglianza sembra essere solo fisica. Giuturna è spontanea, estroversa e quasi irritante. Eppure Alceste ne è affascinato ma soprattutto vuole scoprire perché si sia rivolta a Cassiodoro. Dopo un weekend passato a stretto contatto, fra un cinema, la presentazione di un libro e una improbabile serata danzante, i due si amano e la ragazza confessa perché si è rivolta al medium.

Alceste è impietrito dalla rivelazione o forse è solo incapace di provare empatia per lei? La, scontata, verità su Cassiodoro allora passa in secondo piano perché quella su Giuturna e sulla sua amica Claudia, che assomiglia in maniera altrettando impressionante all'attrice Minerva Monet, è forse ancora più spaventosa ed ha a che fare più con i vivi che coi morti.

L'inevitabile pensiero della caducità 

Nulla è lasciato al caso in Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile. Ogni passaggio, ogni battuta, ogni situazione ha uno scopo ben preciso. Alessandro Bilotta realizza quello che è probabilmente il miglior volume di Eternity finora insieme al primo e non è un caso infatti che i due siano collegati. Ma la vera cifra della narrazione qui non è incastrare personaggi e situazioni, cercare una trama orizzontale e continua che dia un senso di sicurezza, bensì riflettere su un tema come quello della morte o meglio della caducità della vita.

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Come una Pistola di Cechov carica e puntata alla tempia del lettore, l'autore inanella una serie di situazioni superficialmente sconnesse l'una dall'altra come l'incapacità di Alceste di decifrare il chiacchiericcio nelle primissime pagine o la lapalissiana truffa di Cassiodoro al solito stuolo di vip creduloni e spendaccioni. Poi però il colpo della suddetta pistola parte e per il lettore non c'è scampo.

Tutto è effimero. Alceste rivive le emozioni vissute con Lucrezia tramite Giuturna che malinconicamente lo avverte che a disposizione ha soltanto il weekend. La beffa non è nella terribile rivelazione del suo destino quanto nel ricostruire a ritroso la sua stessa esistenza: una bugia vissuta ad uso e consumo di una società che ancora una volta guarda all'apparenza e non alla sostanza. 

Il finale non è solo pirandelliano nella suo grottesco crescendo, Alceste che filosofeggia ad una festa di compleanno di bambini, ma mette in prospettiva l'incontro improvviso che lo stesso Alceste ha con il direttore hikikomori de L'Infinito. La notizia di gossip, di per sé effimera, diventa una metafora di vite vissute sempre con un'ansia latente del "qui e ora" e senza mai essere messe davvero in prospettiva. Leggendo fra le righe, Bilotta si fa la vera voce di una intera generazione che vede scivolare giorno dopo giorno la propria vita fra i rimpianti del passato e le preoccupazioni di un futuro incerto.

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Alle matite torna Sergio Gerasi accompagnato dai puntualissimi colori di Adele Matera. Il disegnatore milanese riprende, graficamente, il discorso lasciato aperto nel primo volume. Ampi riquadri in tavole dalla costruzione mai troppo "trafficata" in cui lo schema 2x3 - due strisce con massimo 3 riquadri orizzontali - diventa il volano di una narrazione che si concentra moltissimo sui primi piani. Gerasi sa che deve catturare lo stato d'animo dei personaggi e in particolari quello di Alceste che passa dal disinteresse alla curiosità fino al tacito sgomento. Interessante anche l'uso di controcampi e qualche inquadratura più audace, come quelle dal basso, quasi a voler sottolineare che quella che sta affrontando Alceste è una storia in cui la prospettiva potrebbe ribaltarsi da un momento all'altro.

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Ottimo il lavoro di Adele Matera ai colori. L'atmosfera retro-vintage della serie è resa benissimo da una palette dai toni acidamente anni 70 che si scontra con sequenze in cui i colori freddi prendono improvvisamente il sopravvento (il dialogo fra Alceste e il direttore de L'Infinito) e con il finale in cui invece i toni caldi sono sinonimo di una falsa sicurezza e familiarità. Come sempre nel lavoro della colorista giocano un ruolo importante gli effetti di luce e l'uso di retini e texture varie, vera cifra stilistica del suo lavoro sulla serie.

Il volume

Sergio Bonelli Editore propone Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile nel collaudato formato da libreria: cartonato da 22x30 cm, ovviamente a colori, con carta patinata non eccessivamente lucida. La cura carto-tecnica è come sempre impeccabile. Non ci sono extra ma Alessandro Bilotta firma quella che è probabilmente l'introduzione migliore finora scritta per la serie: personale ma lucidissima, piena di deflagranti non detti.

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Commento

cpop.it

95

Nulla è lasciato al caso in Eternity Volume 4 - L'impazienza dei suicidi anticipa l'inevitabile. Ogni passaggio, ogni battuta, ogni situazione ha uno scopo ben preciso. Alessandro Bilotta realizza quello che è probabilmente il miglior volume di Eternity finora insieme al primo e non è un caso infatti che i due siano collegati. Ma la vera cifra della narrazione qui non è incastrare personaggi e situazioni, cercare una trama orizzontale e continua che dia un senso di sicurezza, bensì riflettere su un tema come quello della morte o meglio della caducità della vita.

Pro

  • la scrittura di Alessandro Bilotta è profonda e parla alle ansie di una intera generazione
  • bellissima l'estetica ed eccellente il lavoro grafico della coppia Sergio Gerasi/Adele Matera

Contro

  • bisogna aver letto il primo volume per comprendere tutti i riferimenti
  • qualche extra sulla parte grafica sarebbe gradito
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