Thelma l'unicorno, recensione: Netflix scommette sul cavallo sbagliato

Autore: Livia Soreca ,

Sono sempre di più i film d'animazione prodotti da Netflix Animation, che dal 2019 con Klaus - I segreti del Natale ha donato al pubblico avventure destinate persino agli Academy Awards (si pensi addirittura a Il mostro dei mari e Pinocchio di Guillermo del Toro canditati nello stesso anno). Dal 17 maggio 2014 un altro titolo si aggiunge all'elenco di Netflix: si tratta di Thelma l'unicorno, diretto da Jared Hess e Lynn Wang sulla sceneggiatura di Jared e Jerusha Hess.

Se è vero che l'animazione, essendo una tecnica e non un genere, non è a priori destinata ai bambini, è anche vero che alcune storie vogliono ancora parlare al giovane pubblico, con l'intento di intrattenerli, divertirli e comunicare messaggi fondamentali, come la scoperta e l'accettazione di sé. Cosa succede, però, se per queste tematiche evergreen - come giusto che siano - non si trova un modo tutto nuovo di raccontarle?

Thelma l'unicorno: un'occasione mancata

Immaginate avere un grande sogno e non sapere come realizzarlo, finché un giorno, tra casualità e malintesi, una piccola bugia vi sembra l'unico modo per realizzarlo. Immaginate ancora mantenere il segreto e spingervi oltre pur di perseguire il vostro obiettivo, anche a costo di allontanare chi ha sempre creduto in quello stesso sogno proprio come voi, anzi insieme a voi.

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Stavolta non è un ragazzo di strada che si finge un nobile per conquistare la principessa di Agrabah, né un lavapiatti che fa finta di essere uno chef a Parigi, ma un pony di nome Thelma che sogna di diventare una famosa cantante insieme alla sua band di equini. Un giorno, per caso, acquisisce le sembianze di un unicorno: la svolta. Adesso tutti amano Thelma e questo sembra l'unico modo per abbracciare il successo... Ma a che prezzo?

Senza troppi giri di parole, Thelma e l'unicorno è una storia che il pubblico - giovane o adulto che sia - ha già ascoltato tantissime volte finora. Non che ci sia qualcosa di sbagliato nel ripercorrere una struttura narrativa classica o nello scegliere un espediente funzionale come quello della menzogna, ma il nuovo film d'animazione Netflix non dà modo allo spettatore di provare sorpresa né tantomeno di appassionarsi realmente a una storia che, in fin dei conti, è come se già conoscesse.

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Durante il racconto, infatti, chi guarda sa esattamente cosa accadrà il momento successivo, poiché la struttura desiderio-bugia-redenzione è qui estremamente rigida e non prevede mutamenti. Di conseguenza, tutti i colpi di scena sono scontati e lo è persino l'epilogo. Non che fosse impossibile aspettarsi un lieto fine da un tipico film per famiglie, ma riuscire a prevederne l'esatto andamento almeno un'ora prima ne rovina la godibilità.

I personaggi anni '70 sono inseriti in un contesto contemporaneo e sfugge il motivo di questo accostamento. Questi, inoltre, vivono il paradosso dell'essere tanto psicologicamente stereotipati quanto inconsistenti. Persino la stessa Thelma, presa da un corso degli eventi praticamente segnato a priori, non riesce a suscitare nel pubblico empatia o un profondo interesse. Si tratta di un film con "il pilota automatico" in cui tutti si lasciano trasportare dalle vicende e di cui si prevede ogni mossa, mentre i rapporti di amicizia o di rivalità non trovano delle fondamenta solide.

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Certamente non bisogna dimenticare che Thelma l'unicorno è tratto dall'omonimo libro per bambini di Aaron Blabey del 2019, quindi la problematica che affligge il film è da ritrovare a monte, ma dopo tanti successi come Klaus - Il segreto del Natale o Nimona (qui la recensione), le aspettative del pubblico sono sempre più alte, indipendentemente dal target di riferimento. A livello di scrittura, non è sicuramente da annoverare fra i migliori film su Netflix del 2024.

Thelma l'unicorno tra musica e glitter

Al netto di una storia dalle meccaniche fin troppo prevedibili, Thelma l'unicorno può comunque vantare un'animazione di alta qualità e un character design singolare, a tratti caricaturale. Un elemento curioso è il frequente rimando a film d'animazione della DreamWorks, non si sa se più o meno volontario: un ciuchino con le movenze della zebra Marty in Madagascar, o addirittura intere scene che ricordano l'arrivo di Shrek e Fiona a Molto Molto Lontano e la sfilata sul red carpet in Shrek 2.

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Essendo il sogno della protagonista quello di diventare una famosa cantante, ovviamente Thelma l'unicorno deve puntare la propria forza su una colonna sonora originale che sia forte. Un desiderio presto esaudito e valorizzato tanto dalla voce originale di Brittany Howard quanto dall'adattamento dei testi in italiano e dalla voce di Alessia Amendola.A tal proposito, sarebbe impossibile non fare una menzione d'onore al doppiaggio italiano, che vede voci come Massimo Treggiani, Neri Marcorè, Simone D'Andrea e Marta Filippi.

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Immagine di copertina fornita da Netflix Media Center

Commento

cpop.it

50

Thelma e l'unicorno è il cavallo sbagliato su cui Netflix ha scelto di scommettere: un film d'animazione che, indipendentemente dal target di riferimento sicuramente molto giovane, non merita una scrittura così già vista da risultare prevedibile ogni singolo minuto. Nonostante un comparto artistico notevole sotto più punti di vista, Netflix Animation ha vissuto tempi migliori.

Pro

  • La colonna sonora originale
  • Doppiaggio italiano strepitoso

Contro

  • Tutta la storia è già vista e prevedibile
  • Dinamiche tra i personaggi piatte
  • Incongruenza tra elementi anni '70 e contemporanei
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