Velvet Omnibus, recensione: il mondo delle spie secondo Ed Brubaker

Autore: Manuel Enrico ,

Quando Ed Brubaker passerà a miglior vita, c’è da sperare che il suo cervello venga donato alla scienza. Non abbiamo altra possibilità per scoprire come nel corso della sua lunga carriera sia riuscito a cimentarsi abilmente con un’ampia gamma di suggestioni narrative, passando dai superoi alle crime story, dando vita a lunghi archi narrativi o racchiudendo in short story la sua fervida immaginazione. Ne è ben conscia saldaPress, che negli ultimi tempi sta dedicando particolare attenzione all’autore americano, dando vita a una vera e propria valorizzazione dell’opera di Brubaker che si arricchisce di un volume di grande interesse come Velvet: Omnibus.

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Non a caso, saldaPress marchia questo volume con l’etichetta Maèstro, la collana con cui la casa editrice presenta ai suoi lettori opere firmate dai grandi nomi del fumetto contemporaneo. Brubaker merita sicuramente questo onore, considerata la sua ben nota cifra stilistica che gli ha consentito di portare in ogni sua narrazione una particolare attenzione agli aspetti graffianti della personalità dei suoi personaggi. Difficile trovare momenti in cui il suo tratto distinguibile non emerga prepotente, che si tratti di raccontare il dramma personale di un supersoldato o la vita sregolata di un investigatore privato.

Velvet Omnibus: la saga di Brubaker riscrive i dogmi della spy story

In ogni racconto di Brubaker permane la sensazione che ci sia un qualcosa di non detto sotto la superficie, un rumore di sottofondo che non viene mai soffocato da eventi scoppiettanti che vengono, a tratti, sbattuti in faccia al lettore. Lo si riscontra in Reckless come in Night Fever, un’identità artistica che aggira abilmente il sentore di deja vù, mettendo in scena avventure e drammi personali che sanno farsi interpreti di diversi generi. Nel caso di Velvet, ci addentriamo nell’ambio spionistico.

Velvet Templeton è la segretaria personale del direttore della Allied Recoinassance Commission, un’agenzia di intelligence internazionale che opera oltre i limiti dei servizi segreti nazionali. Internazionale, con sedi in diverse parti del globo e capace di operare in modo invisibile anche all’intelligence tradizionale, la ARC è un baluardo per un mondo che sta vivendo il periodo peggiore della Guerra Fredda.

Una posizione di prestigio che convince i vertici della ARC di essere quasi intoccabili, almeno sino a quando il miglior agente dell’agenzia non viene ucciso in circostanza misteriose, mettendo in crisi le sicurezza dei vertici dell’ARC. Mentre un’intera agenzia si mette in cerca del colpevole, Velvet Templeton sembra avere un motivo in più per scoprire la verità dietro questa morte: la vittima era l’uomo che amava. E soprattutto, lei non è una semplice segretaria.

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Quando il passato torna a galla, Velvet non può più nascondere la sua vera natura, diventando la perfetta spia, capace di muoversi agilmente in un abito da sera mentre scazzotta con spie sovietiche o di divincolarsi dalle maglie di un’ingiusta accusa che mira a nascondere torbide verità che mettono a rischio una già precaria pace mondiale.

Riuscirà questa donna sola contro tutti a vendicarsi, salvando il mondo?

Prima di arrivare a Velvet, si dovrebbe ricordare come lo spionaggio sia stato un elemento tutt’altro che trascurabile per Brubaker. Cresciuto da un ufficiale dei servizi segreti della Marina, nipote in un operativo della C.I.A., per il giovane Ed questo era un mondo più familiare e noto di quanto potremmo immaginare, complice la passione del padre per lo spionaggio narrativo, una sorta di lente distorta della sua realtà. La fascinazione del mondo fumoso delle spie, specie se filtrato attraverso i racconti romanzati di Le Carrè o l’immaginario avventuroso di Bond, era una forza irresistibile per Brubaker, una voce che ha continuato a sussurrare alla sua creatività per anni.

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Soprattutto, era la mancanza di un focus su una spia donna che stuzzicava la curiosità di Brubaker. Lo spionaggio narrativo sembrava un club machista esclusivo, capeggiato da Bond. Poco importa che la storia ricordi come spie particolarmente efficienti donne del calibro di Mata Hari, per decenni la spia perfetta doveva essere esclusivamente uomo, non era ancora tempo per Lorraine Broughton o la Nomi di Lashan Lynch in No Time to Die.

Spie, complotti e vendetta

Velvet Templeton diventa l’incarnazione della visione di rottura di Brubaker, che non solo vuole una figura femminile al centro della sua spy story, ma sceglie come periodo storico quello più iconico per il genere. In un certo senso, il cuore della vicenda di Velvet non ha particolari guizzi creativi, ha il sapore della classica storia di spie tradite coinvolte in macchinazioni apparentemente irrisolvibili, in cui la fuga continua è il solo modo di sopravvivere, sperando di far emergere la verità.

Il vero spunto innovativo di Velvet è porre al centro di questo concept granitico la figura femminile, ribaltando la tradizione del genere che vuole le donne come conquiste dell’eroe di turno, una debolezza sfruttabile o un premio da godersi al termine di una missione compiuta.

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Velvet omnibus: Vol. 1

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La Velvet di Brubaker è, al contrario, un personaggio complesso e vivido, interprete di una riscrittura del genere che preserva i dogmi narrativi, ma li declina in una diversa accezione, consentendo di mostrare una donna che affronta con spirito d’acciaio una resa dei conti inattesa. Non dimenticando di dare il giusto spazio alla sua evoluzione emotiva, che per quanto sviluppata in parallelo alla vicenda spionistica, premia una costruzione interiore della protagonista, resa al meglio grazie a una serie di flashback oculatamente inseriti all’interno della narrazione.

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La lunga gestazione di questa spy story ha consentito a Brubaker di evolvere le sue idee iniziali, collocandole all’interno di un affresco narrativo che va a collidere con un periodo estremamente intrigante della storia americana, il Watergate. Giocando su quello che viene ancora oggi considerato una pagina nebulosa del recente passato statunitense, Brubaker guida il lettore lungo una serie di retroscena e meccaniche spionistiche perfettamente incastrate, che vedono in Epting un interprete perfetto.

Il mondo di Velvet Templeton

Già al fianco di Brubaker in Captain America: Winter Soldier, Epting è il perfetto interprete visivo per una storia dai tratti molto fisici e improntato a un realismo essenziale per trasmettere un senso di veridicità. Muovendosi su queste basi, Epting realizza tavole in cui la visione di Brubaker viene interpretata in modo perfetto, premiando un taglio visivo che valorizza la plasticità dei movimenti dei personaggi, tratto essenziale nelle situazioni più concitate.

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Allo stesso modo, i momenti più riflessivi e pacati sono specchio dell’anima dei personaggi, tramite espressioni intense e veritiere, in cui si manifestano le tensioni della storia. Una vis narrativa che viene esaltata da una gabbia libera, in cui trovano spazio inserti finalizzati a focalizzare specifici passaggi o guidare l’occhio del lettore amplificando l’adrenalina delle scene più dinamiche.  Il tutto completato dalla colorazione di Elizabeth Breitweiser, che utilizza una palette ricca di sfumature e effetti fumosi che ben si conciliano con una trama spionistica.

L’edizione proposta da saldaPress rispetta il valore di un’opera così personale, non limitandosi alla mera pubblicazione della storia, divisa in capitoli come l’originale, ma arricchendo il tutto con una serie di extra che, oltre alla post fazione dello stesso Brubaker, comprende una ricca gallery di variant. Il gioiello di questo comparto di contenuti, tuttavia, è la disamina di Jess Nevin, apprezzato autore e saggista americano, che offre una visione sull’evoluzione del concetto della spia nella storia e di come si sia evoluta anche la figura del comprimario femminile.   

Commento

cpop.it

85

La Velvet di Brubaker è un personaggio complesso e vivido, interprete di una riscrittura del genere che preserva i dogmi narrativi, ma li declina in una diversa accezione, consentendo di mostrare una donna che affronta con spirito d’acciaio una resa dei conti inattesa

Pro

  • Rielaborazione avvincente della spy story
  • Trama vivace e appassionante
  • Protagonista ben caratterizzata
  • Volume di ottima fattura

Contro

  • Alcuni passaggi risentono della tradizione spionistica
  • -
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