Christie’s metterà all'asta un quadro creato da una IA

Autore: Dan Cutali ,

Di certo non c'è mancanza di nuove pietre miliari che non vengano scolpite dalle intelligenze artificiali, in questi giorni. Ma a meno che uno non lavori nel campo delle scienze computeristiche, è probabile che molte di esse non abbiano la dovuta risonanza. I traguardi delle IA che catturano l'immaginazione pubblica hanno soltanto parzialmente a che fare con le macchine.

Qualche esempio? Il campione di scacchi Garry Kasparov che nel 1996 perse contro il super-computer Deep Blue di IBM, l'IA Watson (sempre IBM) che vince nel 2011 nel programma televisivo Jeopardy contro i campioni Ken Jennings e Brad Rutter, il successo di DeepMind di Google che nel 2016 vince contro il campione coreano Lee Sedol in un match di Go, una sorta di dama molto giocata nei paesi orientali.

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Nonostante queste performance siano spettacolari dal punto di vista scientifico, a livello umano suscitano dubbi molto profondi sull'assottigliarsi del confine tra l'utilizzo delle macchine come strumenti da lavoro e la loro evidente superiorità dal punto di vista della velocità di pensiero artificiale fino al punto di sembrare senzienti.

Il timore del concretizzarsi della sindrome di Frankenstein (o del Terminator, se vogliamo un paragone più recente) è dietro l'angolo. L'utilizzo dell'intelligenza artificiale in maniera provocatoria come negli esempi citati sopra, ci forza a porci delle domande su cosa ci rende umani e perché importi così tanto.

È seguendo questa vena provocatoria e di spettacolarizzazione che arriva un nuovo traguardo annunciato sull'IA. Verso la fine di quest'anno, Christie's - la storica casa d'aste che ha iniziato a battere il martelletto nel 1766 - venderà la sua prima opera d'arte creata da un algoritmo. Un lavoro che è oltretutto ottimo. Il ritratto in questione è di un uomo corpulento di nome Edmond Belamy, abbigliato con un frock coat (una redingote) e un colletto bianco. Il suo viso sembra incompleto in quanto pare che le macchine vedano gli uomini praticamente tutti simili.

Obvious Art
Quadro incorniciato del ritratto di una persona non ben definita

La stampa su tela è delle dimensioni di 70 cm. x 70 cm. ed è generata dall'intelligenza artificiale chiamata GAN, acronimo di Generative Adversarial Network. GAN è stata creata da un collettivo di artisti parigini chiamato Obvious, che gli hanno "dato in pasto" circa 15 mila ritratti dipinti tra il XIV e il XV secolo. È il tipo di collezione d'arte per la quale i collezionisti farebbero cose indicibili, mentre per un'intelligenza artificiale è soltanto un altro set di dati come se fossero i risultati di una tomografia o di una radiografia: per una macchina hanno senso dal punto di vista del calcolo ma non da quello dei contenuti e dei loro significati.

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Come traguardo tecnologico è impressionante. GAN ha utilizzato i dati fornitigli per generare qualcosa che fa riferimento al passato, in una maniera però del tutto nuova. Non è come quei filtri che si possono trovare in uno smartphone e che fanno sembrare i selfie estivi come se fossero stati dipinti da Picasso o Monet. L'IA creata dal collettivo Obvious ha elaborato una mole di dati tale da coprire secoli di storia dell'arte, per comprendere come essa è cambiata nel tempo, e ha prodotto un lavoro che sembra sia moderno che uscito dal XVIII secolo.

GAN combina sia il gusto degli artisti che la critica e consiste appunto sia del componente "generatore" (l'artista) che di quello "discriminatorio" (la critica). Il primo crea nuovi ritratti, con lo stile mostrato nella figura sopra, e il secondo li compara con quelli prodotti nel tempo da artisti umani, tentando di trovarne le differenze. Quando non ne trova, il lavoro è finito e l'opera d'arte completata. Come nel caso di realizzare visi umani realistici generare arte accettabile per l'uomo è una grande sfida per l'intelligenza artificiale, perché la macchina ha standard diversi da quelli umani.

Di sicuro un'IA può generare musica per YouTube o creare personaggi secondari per Hollywood, ma l'uomo mette gli artisti su un podio che difficilmente può essere condiviso con molti altri. Si parla degli artisti come di geni in grado di sconvolgere le emozioni che ci caratterizzano, però non parliamo allo stesso modo di macchine come Siri o Alexa di Amazon.

L'asta di Christie's che si terrà in ottobre a New York tratterà una novità assoluta? Certo. Invece, macchine che dipingono ritratti in stile ottocentesco andranno a soppiantare i veri artisti come i robot nelle fabbriche di automobili hanno soppiantato gli operai? Assolutamente no.

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Le due situazioni andranno avanti in parallelo molto probabilmente, in quanto il team di Obvious ha voluto mostrare quanto secoli di storia umana dell'arte possano essere utili per produrre qualcosa di nuovo anche se elaborati da un'intelligenza artificiale. La mano umana sarà sempre qualcosa di unico e irripetibile. 

La vendita all'asta di questo dipinto che rappresenta una nuova frontiera dell'arte sarà anche un test di quanto essa possa valere davvero.

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