Google potrebbe essere pronto a tornare come motore di ricerca anche in Cina, sebbene con le dovute limitazioni, ovvero mostrando risultati censurati per soddisfare le richieste del governo cinese. La società ritirò la propria versione cinese del motore di ricerca nel 2010, adducendo come causa i tentativi del governo di "limitare la libertà di parola sul web". Tuttavia, secondo quanto riportato da The Intercept, il colosso tecnologico vorrebbe tentare nuovamente la via del grande mercato cinese.
Secondo quanto emerso dai documenti interni forniti a The Intercept da un informatore, Google avrebbe sviluppato una versione censurata del suo motore di ricerca con il nome in codice "Dragonfly" già dall'inizio del 2017. Il motore di ricerca è in costruzione come app per dispositivi mobili Android e, a quanto si dice, sarebbe capace di filtrare tutti i siti web bloccati dai censori del web in Cina (tra cui Wikipedia e BBC News). La censura si estenderà alla ricerca di immagini di Google, al controllo ortografico e alle funzionalità di ricerca suggerite.
Come molti sapranno, il web è pesantemente censurato in Cina per via del cosiddetto Great Firewall del Paese che impedisce ai cittadini di accedere a molti siti. Le informazioni su argomenti come la religione, la brutalità della polizia, la libertà di parola e la democrazia sono pesantemente filtrate, mentre argomenti specifici di ricerca (come le proteste di piazza Tiananmen del 1989 e l'indipendenza di Taiwan) sono state del tutto censurate. Sembra, inoltre, che la censura nel Paese è aumentata sotto il presidente Xi Jinping, estendendosi oltre al web ai social media e alle app di chat.
L'informatore che ha parlato a The Intercept ha dichiarato di averlo fatto perché "contro le grandi aziende e governi che collaborano nell'oppressione della loro gente". Ha anche suggerito che "ciò che viene fatto in Cina diventerà un modello per molte altre nazioni".

Patrick Poon, ricercatore di Amnesty International, è d'accordo con questa valutazione. Poon ha riferito a The Intercept che se Google lanciasse una versione censurata del suo motore di ricerca in Cina, "ciò costituirà un grande precedente" per altre società. In una dichiarazione rilasciata a The Verge, un portavoce ha dichiarato:
Forniamo una serie di app mobile in Cina, come Google Translate e Files Go, aiutiamo gli sviluppatori cinesi e abbiamo effettuato investimenti significativi in società cinesi come JD.com., ma non facciamo commenti sui piani futuri.
Secondo The Intercept, però, Google dovrà affrontare una serie di ostacoli importanti prima di poter lanciare la sua nuova app di ricerca in Cina, compresa l'approvazione dei funzionari di Pechino e la "fiducia in Google" che l'app sarà migliore del suo principale rivale in Cina, Baidu.
Google in precedenza aveva già offerto una versione censurata del suo motore di ricerca in Cina tra il 2006 e il 2010, prima di ritirarsi dal Paese dopo aver subito critiche negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, tuttavia, la società ha cercato di reintegrarsi nel mercato commerciale cinese. Ha lanciato un laboratorio di ricerca di AI (Intelligenza Artificiale) a Pechino lo scorso dicembre, un'app per la gestione dei file mobili a gennaio e un gioco basato sull'Intelligenza Artificiale il mese scorso.
Anche se tutte queste informazioni sembrano suggerire che Google appaia desiderosa di ottenere anche una sola fetta dell'enorme mercato cinese di circa 750 milioni di utenti web, le ambizioni di rilanciare il suo motore di ricerca potrebbero non andare da nessuna parte. Ad esempio, negli anni passati i piani per portare il negozio mobile di Google Play in Cina sono finiti nel nulla.
In particolare, la situazione è complicata anche dal fatto che le relazioni tra Cina e Stati Uniti sono peggiorate nel corso delle ultime settimane a causa delle tariffe commerciali imposte dal presidente USA Donald Trump.
Non ci resta che attendere e verificare se, effettivamente, Google tornerà in Cina.
Via: The Verge
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