Homeland, recensione episodio 6x03: le alleanze si infrangono

Autore: Paola Pirotti ,

Nel primo episodio della sesta stagione di Homeland, #Carrie Mathison camminava serena, con passo sicuro. Non correva più.
Arrivati ormai al terzo episodi della sesta stagione, un sintomo che Carrie sta tornando la vecchia sé è chiaro: ha ricominciato a correre frettolosamente, con ansia. 

Sei un fenomeno, Mathison. Devo riconoscerlo. – Ray Conlin

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Decisa a dimostrare l'innocenza di Sekou Bah dopo le recenti scoperte, Carrie comincia la sua celebre fase di inseguimento, alla ricerca di qualcuno che possa prendersi grossi rischi per lei. Come al solito, però, tutti sono allertati dalla sua presenza, dal suo squilibrio.
Carrie non si arrende: qualunque sia il problema, la protagonista di #Homeland non si ferma mai facilmente. Per nostra gioia e sua grande disgrazia, probabilmente.

Carrie: Da quando arrestiamo la gente per crimini che potrebbero commettere?
Conlin: Da un momento tra l’11 settembre e Orlando.

E nel frattempo l'evoluzione dei personaggi prende strane pieghe. La paura di #Peter Quinn è intima e pericolosa. Le sue scene sono un personale film dell’orrore. Eppure dalla paranoia qualcosa sembra voler emergere in lui. 

Dall'altra parte della barricata, invece, Dar Adal è un personaggio ingegnoso e sempre sul filo dell’ambiguità. Non è mai al centro del quadro, sempre pronto però a scuotere la situazione in modo da sconvolgere l’equilibrio della storia. La politica secondo Homeland è credibile, sempre nascosta in un angolo di intrighi.

[QUIZ]

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L'intrigo polito principale è che secondo alcune fonti l’Iran sta violando l’accordo nucleare con un programma parallelo in Corea del Nord. Le idee di Adal però non convincono il presidente eletto Elizabeth Keane che sembra affidarsi particolarmente ai consigli di Carrie. Il suo personaggio non ha ancora espresso il meglio delle sue potenzialità, ma ci aspettiamo grandi sorprese e colpi di scena.

Homeland 6x03
Saul Berenson in Iran per indagare sulle nuove alleanze

Senza dubbio, la parte più interessante dell’episodio è stata dedicata a #Saul Berenson. Il controverso animale politico di Homeland ci ha lasciato scorgere una piccola traccia del suo passato, della sua storia. In Iran, Saul ha incontrato sua sorella – e i rapporti tra i due sembrano aver rivelato crepe irreparabili. Il loro dialogo ci mostra che anche il legame più stretto può essere distrutto da credenze politiche e religiose.

Homeland azzarda realismo citando nei suoi dialoghi Putin, le stragi americane, gli accordi con l’Iran. È uno show che drammatizza ciò che è già drammatico nel quotidiano, donandogli una chiarezza e un fascino adrenalinico. 
Non è difficile comprendere perché, nonostante la mancanza di azione di questi primi episodi, lo spettatore rimanga incollato. 

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Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo episodio? Probabilmente un primo incontro/scontro tra Carrie e Dar Adal.

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