Hunters, una scena della serie criticata dall'Auschwitz Memorial

Autore: Mattia Chiappani ,

Quando si affrontano determinati temi, particolarmente scottanti o complessi, è facile che nascano discussioni sull'opportunità o meno di trattarli in un certo modo. Era quindi piuttosto prevedibile che Hunters, serie TV Amazon Prime Video che racconta le vicende di un gruppo di cacciatori di nazisti nella New York degli anni '70 con un tono volutamente esagerato, avrebbe attirato qualche critica. Una delle più importanti proviene direttamente dall'Auschwitz Memorial, che ha sottolineato i rischi della rappresentazione della vita nei campi di concentramento, in particolare in una scena specifica.

Show hidden content Si tratta della sequenza della partita a scacchi, ripresa tematicamente anche nei titoli di testa dello show. È un ricordo della nonna del protagonista, in cui si racconta che uno degli ufficiali nazisti, appassionato di questo gioco, aveva iniziato a organizzare drammatiche partite utilizzando i prigionieri come pedine. Quando veniva il momento di "mangiare" un pezzo dell'avversario, questi erano obbligati a uccidere la persona che lo rappresentava. Una scena terrificante, ma assolutamente non basata su fatti storici. E questo è un problema per l'Auschwitz Memorial.La struttura infatti ha sottolineato in un tweet come inventare nuove storie terribili come questa sia folle e pericoloso. È importante mantenere l'aderenza ai fatti nel raccontare quegli eventi, per contrastare i rischi di negazionismo e per rispetto a chi ha vissuto quei momenti. Ecco il post in questione:No X.com parameter url defined

Auschwitz era pieno di orribili dolori e sofferenze, documentati nei racconti dei sopravvissuti. Inventare un falso gioco di scacchi umani per Hunters non solo è una follia pericolosa e una caricatura, ma apre la porta anche a futuri negazionisti. Bisogna onorare le vittime preservando l'accuratezza dei fatti. 

Nella discussione con gli utenti di Twitter, il museo ha rincarato la dose, ribadendo la propria posizione. A chi ha fatto notare che si trattasse di una serie TV e quindi di un prodotto che può essere di finzione, l'Auschwitz Memorial ha replicato così:No X.com parameter url defined

In altre parole dici: 'Un film può dire falsità sulla realtà dato che è solo un film'. Su questo siamo in completo disaccordo. Questa è una mancanza di rispetto ed è pericolosa.

Ovviamente non si è fatta attendere la risposta a queste critiche da parte del team di Hunters. A fare da portavoce è stato il creatore dello show David Weil, che ha rilasciato un lungo statement per spiegare la propria posizione. Di seguito potete trovarne un estratto, mentre nell'articolo di Variety potete trovare l'intera lettera dell'autore.

Anni fa ho visitato Auschwitz e ho visto i cancelli che mia nonna fu costretta ad attraversare anni prima e i casermoni in cui fu obbligata a vivere in prigionia [...] È in quel momento, fissato nel tempo e nella memoria, che ho deciso di impegnarmi a fare la mia parte - grande o piccola che sia - per mantenere la promessa del "Mai Più". Credevo allora - esattamente come oggi - che avessi una responsabilità, come nipote di sopravvissuti all'Olocausto di mantenere in vita le loro storie. [...] Sebbene Hunters sia una storia drammatica, con personaggi in gran parte di finzione, è basata su eventi reali. Ma non si tratta di un documentario, né ha mai avuto lo scopo di esserlo. [...]

È per questa ragione che ho deciso che tutti i prigionieri dei campi di concentramento (e i sopravvissuti) nella serie avrebbero avuto tatuaggi sopra il numero 202.499. 202.499 è il più alto numero registrato dato a un prigioniero di Auschwitz. Non volevo che uno dei nostri personaggi avesse il numero di una vera vittima o un vero sopravvissuto. [...]

In merito alla scena della 'partita a scacchi' nello specifico... Questo è un evento fittizio. [...] Perché ho sentito il bisogno di creare un evento fittizio, quando c'erano così tanti orrori reali avvenuti veramente? Dopotutto è vero che i nazisti hanno perpetrato ampi ed estremi atti di sadismo e tortura - anche con casi di 'giochi' crudeli - contro le loro vittime. Semplicemente non volevo rappresentare quegli specifici e reali atti traumatici. [...] Questo show parte dal presupposto che la rappresentazione simbolica fornisca agli individui accesso a una realtà emotiva e simbolica che ci permetta di comprendere meglio le esperienze della Shoah e gli dia un significato capace di collegarsi al nostro immediato presente. [...]

Sarò per sempre grato all'Auschwitz Memorial per tutto il lavoro importante e vitale che compie. [...] Credo che siamo dalla stessa parte e che stiamo procedendo verso gli stessi obiettivi. E spero che potremo continuare a dialogare per capire come raggiungere questi obiettivi.

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