La prima sala ScreenX arriva in Italia, per farti vedere i film a 270 gradi!

Autore: Giuseppe Benincasa ,

UCI Cinemas aggiungerà presto al suo circuito una nuova sala. Ciò non rappresenterebbe una notizia, se la sala in questione non fosse la prima d'Italia in formato ScreenX.

Questo nuovo formato verrà inaugurato il 25 dicembre 2019 all'UCI Luxe Marcon di Venezia (150 posti totali) con il film d'avventura Jumanji: The Next Level. Ramón Biarnés, managing Director Sud-Europa di Odeon Cinemas Group (il gruppo che detiene UCI Cinemas), ha dichiarato che l'azienda è orgogliosa di essere la prima a lanciare questa nuova tecnologia, dopo aver introdotto in Italia le sale IMAX e iSens.

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Secondo il comunicato stampa fornito da UCI, lo schermo ScreenX permetterà di vedere i film a 270 gradi grazie a una tecnologia multiproiezione in grado di utilizzare più di uno schermo.

I teli di proiezione, come potete vedere dall'immagine promozionale qui sotto, sono tre: uno è posizionato frontalmente e due lateralmente alla platea:

UCI Cinemas
Gli schermi ScreenX posizionati frontalmente e lateralmente alla platea
Immagine promozionale del cinema con tecnologia ScreenX

Inoltre, questa nuova tecnologia è "in grado di selezionare le scene più importanti e più spettacolari del film" e di aggiungerne delle altre per far immergere lo spettatore nella narrazione. Sembra quindi che il sistema sia fornito di intelligenza artificiale e che le scene da "allungare" sui pannelli laterali non vengano scelti a priori dal regista o in fase di post-produzione.

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La nuova tecnologia ScreenX pare quindi adatta solo a certi tipi di film: le "estensioni visive" con più paesaggi e scenari sui pannelli laterali sono infatti complementari alle scene d'azione proiettate sullo schermo centrale. Questo differisce da ciò che accade con il formato IMAX, per il quale durante le riprese si usano delle telecamere apposite ed è il regista a stabilire cosa fare entrare in quella porzione di inquadratura in più.

Qui sotto potete vedere una featurette del film Dunkirk, che spiega come Christopher Nolan ha lavorato con il formato IMAX:

Un altro esempio è il formato audio Dolby Atmos, per il quale sono studiati appositamente, in fase di post-produzione, i canali che porteranno certi effetti sonori in sala. O ancora, si può prendere per esempio in esame il caso del 3D. Per questa tecnologia è bene fare una piccola premessa, dato che in sala arrivano tutt'oggi due tipologie di film in 3D: formato nativo e formato convertito. Il 3D nativo è quello che viene girato sul set dal regista con telecamere 3D, scegliendo cosa inquadrare, cosa fare risaltare e cosa no. Mentre il 3D convertito non ha nessun vero elemento 3D, poiché il film subisce una conversione postuma e artificiale. 

Qui sopra potete vedere una featurette del film Lo Hobbit: La desolazione di Smaug, che spiega come Peter Jackson ha lavorato con il formato 3D.

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