Le anime del Purgatorio a Roma

Autore: Guido Chierchia ,

Si parla spesso di Inferno e Paradiso ma non del Purgatorio, il secondo dei tre regni dell'Oltretomba cristiano dove finiscono tutte le anime delle persone che devono estirpare i propri peccati.

Se per Dante Alighieri ne La Divina Commedia il Purgatorio è una montagna altissima che si erge su un'isola al centro dell'emisfero australe e agli antipodi di Gerusalemme, per alcuni storici si tratta soltanto di un lungo inventato dalla Chiesa nei secoli passati al fine di lucrare sul pagamento da parte dei fedeli di preghiere "destinate" ad attenuare le pene dei loro cari defunti.

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Eppure, a Roma, c’è una testimonianza sull’esistenza del Purgatorio, precisamente presso la chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, situata nel centro storico della capitale tra il Lungotevere e Castel Sant’Angelo. Un piccolo locale adiacente alla sacrestia dell’edificio ospita il Museo delle Anime del Purgatorio, dove sono presenti delle teche che conservano alcuni reperti che testimonierebbero l’esistenza dell’aldilà.

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La facciata della chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma
La chiesa del Sacro Cuore del Suffragio

La chiesa, in stile gotico, fu costruita nel 1800 dall'architetto Giuseppe Gualandi per volere del missionario francese padre Victor Jouet, che comprò il terreno nei pressi di via dei Cosmati, poco distante da una locanda dove si riuniva la confraternita chiamata "Anime del Purgatorio".

Non appena i lavori furono ultimanti nel 1917, la chiesa in breve tempo divenne la nuova sede della confraternita che venerava un quadro della Madonna del Rosario dove erano raffigurati delle anime in attesa di purificazione.

"Nel 1897, durante una celebrazione, dai ceri si sviluppò un incendio e su un muro restò l'immagine di un volto sofferente che venne letto come una richiesta di preghiera da parte di un'anima purgante”, racconta il vice parroco Andrea Ruiu, 42 anni ad ANSA:

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Padre Jouet cominciò così a raccogliere in tutta Europa prove e testimonianze di anime che si manifestavano ai vivi per ottenere preghiere o la celebrazione di messe per purificarsi.

Ruiu racconta che in passato i reperti erano molto di più dei venti attuali, ma che nel corso dei decenni il numero dei cimeli si è ridotto in base alla loro autenticità dichiarata dai vari vescovi.

Ogni cimelio della collezione è legato ovviamente a una storia: c’è l'impronta di una mano lasciata da una donna di Waudeck in Belgio nel 1789 sulla camicia del figlio Giuseppe e risalente a 27 anni dopo la sua morte (1806); un cuscino del 1894, appartenuto a suor Margherita del Sacro Cuore del monastero di santa Chiara del Bambino Gesù a Bastia, dove è riportato l'impronta di fuoco della mano della defunta suor Maria di san Luigi Gonzaga, che nella notte successiva alla sua morte era apparsa in un sogno della consorella dicendole che si trovava in Purgatorio; l’impronta di una mano e di una croce su una tavoletta di legno, su un foglio e sulla manica dell’abito di Madre Isabella Fornari, Badessa delle Clarisse del Monastero di san Francesco a Todi, sono i segni lasciati da dall’abate Panzini di Mantova nel 1731 affinché venissero recitate delle preghiere per la sua anima “imprigionata” nel Purgatorio.

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L'impronta di una mano lasciata da una donna sulla manica della camicia di suo figlio dopo la sua morte
L'impronta di una mano lasciata da una donna di Waudeck in Belgio nel 1789 sulla camicia del figlio Giuseppe e risalente a 27 anni dopo la sua morte (1806)

"Il purgatorio è un dogma di fede. Molte delle persone che vengono qui hanno sognato un defunto dopo aver pregato”, racconta il missionario Padre Andrea:

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Un anno fa una donna ha riferito che una persona cara le raccomandò in sogno di non dimenticare l'appuntamento delle 20:30, l'ora in cui i fedeli si riunivano qui per pregare. Oggi la gente non dà più attenzione a questi segni non prega più. Il problema è il ritorno forte del paganesimo. Alcuni interpretano le tracce conservate nella teca come l''impronta del diavolo'.

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Una tavola di legno dove sono presenti le impronte di una mano e il disegno di una croce
Tavola di legno dove sono presenti le impronte di una mano e il disegno di una croce lasciati dall'abate Panzini dopo la sua morte

Come si è espressa la Chiesa cattolica in merito ai cimeli conservati al Sacro Cuore? Il vice parroco Ruiu ricorda che già nel 1900 il Mons. Pietro Benedetti, il delegato pontificio che portò a termine la costruzione della chiesa, metteva in guardia i fedeli a non sottovalutare le manifestazioni di Dio ma anche a non avere una devozione morbosa che spinge a interpretare anche segni dell’aldilà dove non ci sono.

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"Attualmente le autorità ecclesiastiche si muovono con prudenza estrema come tutti i casi del genere - ricorda Ruiu - La Chiesa vuole che si tenga la giusta via, lungi da caparbie negazioni e da facili condiscendenze".

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La riproduzione fotogafica del primo Altare della Madonna del Rosario della chiesa del Sacro Cuore del Suffaggio a Roma
Una riproduzione fotografica dell'Altare della Madonna del Rosario di una Cappella danneggiata dopo l'incedio avvenuto il 15 novembre 1897

Scetticismo a parte, il Sacro Cuore del Suffragio è un edificio che vale la pena visitare se vi trovate a Roma: oltre al già citato museo, infatti, si possono ammirare le sculture esterne alla facciata ad opera dell’artista bolognese Orso, il pavimento in marmo rosso veronese della chiesa che si divide in tre ampie navate e l’altare maggiore disegnato dal Gualandi.

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