Lo and Behold - Internet: il futuro della rete secondo Werner Herzog

Autore: Alfonsina Merola ,

Werner Herzog, dopo aver portato sul grande schermo il biopic su Gertrude Bell: The Queen of the Desert, in questi giorni è tornato al cinema con il documentario Lo and Behold - Internet (qui la nostra recensione).

Il regista questa volta si imbatte in un mondo metafisico, anzi virtuale. È quel mondo parallelo, che se vogliamo, per certi aspetti ci rende bipolari.

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Quotidianamente e ormai da anni, ognuno di noi vive due vite: quella reale e quella virtuale. Ma Herzog non è incuriosito da questa scissione, che per molti probabilmente non esiste. Le sue domande sono altre e, per certi aspetti, filosofeggianti e anche antropologiche.

Il regista veste i panni di un esploratore di questo mondo che oscilla tra il conosciuto e l'indefinito, chiedendosi come l'uomo, ormai intriso di intelligenza artificiale, possa vivere in un futuro.

Le domande all'interno di Lo and Behold - Internet sono incalzanti, tutte tese a cercare di comprendere il rapporto che intercorre tra il mondo digitale e l'umanità.

L'idea del documentario è interessante, soprattutto se l'occhio critico in questione è quello di Herzog, perché nulla viene dato per scontato o lasciato inesplorato.

Ma perché il regista ha scelto la forma cinematografica del documentario? Sicuramente perché questa modalità visiva dà più veridicità al tutto, soprattutto a quelle supposizioni che sembrano più assurde, aiutando lo spettatore a crederci sul serio.

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La pellicola è un insieme di testimonianze video che mostrano come, da dove sia nato Internet e come sia diventato ciò che è oggi. 

Quella macchina laggiù è il primo componente di Internet. Ha un odore unico. Da qui fu inviato il primo messaggio e iniziò una rivoluzione.

Il lavoro cinematografico prosegue, proiettandosi in un futuro che è solo ipotizzabile perché sconosciuto a tutti, Herzog incluso. E nel momento stesso in cui si parla di futuro, il documentario cede il posto al mondo individuale di Werner, anche se sono altri i personaggi che parlano al suo posto.

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Da qui si apre un mondo: quello del futuro esasperato, che lascia un sorriso nello spettatore per l'incredulità degli azzardi del regista, al momento, non confutabili.

Herzog immagina che un giorno si arriverà a colonizzare Marte e che, gli scienziati saranno intenti a creare un' intelligenza artificiale per comunicare con chi vive lì.

In questo lavoro cinematografico tutto è proiettato sulla visone che: in un futuro ci sarà una rivoluzione della nostra definizione di essere umano. Ma la questione del mondo digitale ha anche un risvolto antropologico e generazionale. Lo and Behold - Internet si domanda come saranno le nuove generazioni e se il modo di comunicare sarà lo stesso. Si userà ancora la parola o sarà tutto digitalizzato?

Ai figli dei figli dei nostri figli servirà la compagnia degli altri esseri umani? O si saranno evoluti in un mondo in cui non sarà più importante?

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E andando avanti, si arriva alla possibilità che: un giorno invece delle parole sarà possible twittare i pensieri.

E se Internet avesse una coscienza e negli anni questa si sviluppasse? Come si comporterebbe con il mondo?

Internet probabilmente potrebbe diventare una divinità, perché imponendosi come un' autorevolezza indiscussa attraverso i suoi seguaci, potrebbe assumere un aspetto che, per noi, oggi sarebbe impensabile. Lo and Behold – Internet mostra un nuovo lato della metafisica, lo fa in un modo che oggi sembrerebbe paranormale.

Come la frase: i monaci hanno smesso di meditare perché sembra che tutti stiano twittando!

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E per scoprire il resto? Bisogna guardare il film!

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