Locarno 69, a 24 ore dal Pardo D'Oro arriva Alejandro Jodorowsky

Autore: Elisa Giudici ,

Il molti lo hanno scoperto grazie a La Montagna Sacra, ma la carriera di questo regista cileno trapiantato in Francia è difficilmente sintetizzabile in poche righe, tanto che viene solitamente considerato un'artista a tutto tondo, le cui regie cinematografiche sono solo una piccola parte del suo mondo creativo.

Stiamo ovviamente parlando di Alejandro Jodorowsky, l'attesissimo ospite di oggi, 12 agosto, al Festival di Locarno, che si prepara a omaggiarlo con uno dei premi più prestigiosi dell'intera edizione, il Pardo d'Onore Swisscom.

Oltre ad essere presente in serata in Piazza Grande e a ritirare di persona il prestigioso premio, Alejandro Jodorowsky verrà omaggiato anche con la proiezione del suo ultimo lavoro, una pellicola intitolata Poesìa Sin Fin. Come tutti i suoi ultimi lavori, questo film attinge a piene mani dalla biografia del suo realizzatore, portando sul grande schermo non tanto una narrativa quando idee e immagini collegate in modo creativo e subconscio, come avviene nella dimensione del gioco e del sogno. 

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Non potevano essere più antitetici i due appuntamenti di stasera in Piazza Grande: a seguire Poesìa Sin Fin verrà infatti proiettata una pellicola fiamminga di marca comica, dove l'umorismo però è davvero nero: stiamo parlando di Vincent di Christophe Van Rompaey. Il film è diviso tra Francia e Belgio, tra toni da commedia e tragedia: un mix a tinte forti per parlare di un tema di certo controverso, quello del suicidio. Il protagonista, Vincent, è un ragazzo letteralmente ossessionato dall'inquinamento e dal suo impatto quotidiano sull'ecosistema, da arrivare a stravolgere la vita dei propri familiari. Vincent è un film che affronta in maniera divertente ma sempre pungente le paure legate al delicato equilibrio ecologico della Terra, sempre più precario. 

L'ultimo film presentato in concorso viene invece dal Giappone ed è firmato dal regista Katsuya Tomita. In un grande affresco del sud-est asiatico contemporaneo e dei sottili legami di forza tra nazioni ricche come il Giappone e realtà povere come la Cambogia, il Laos e appunto Bangkok, si consuma questo spaccato della vita di alcune prostitute rassegnate alla consuetudine di vendere il proprio corpo per mantenere la propria famiglia nelle splendide ma poverissime aree di campagna. Bangkok Nites però si spinge oltre, dipingendo la vita dei loro sfruttatori e in particolare di un manipolo di sfaccendati uomini giapponesi (alcuni ex soldati della SDF, altri dal passato più losco), che sfruttano la forza dello yen per consumare notti d'amore a prezzi stracciati e la fortuna di essere uomini asiatici in una realtà che richiede la completa sottomissione della donna. 

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Il film è quasi una continuazione del suo primo lavoro, acclamato dalla critica proprio a Locarno qualche anno fa, Saudade. Stavolta però il regista ha deciso di girare proprio nella città thailandese per evidenziare radici comuni e contraddizioni delle nazioni che facevano parte dell'Indocina. 

Il Festival di Locarno è arrivato agli sgoccioli e, proprio a poche ore dalla chiusura, rende omaggio alla Svizzera e al suo cinema. A 25 anni dalla storica vittoria agli Oscar, e dopo un'attenta fase di restauro, torna sugli schermi di Locarno il cult elvetico Il viaggio della speranza di Xavier Koller. Il film, premio Oscar nel 1991, non sembra invecchiato di un giorno: se allora era la popolazione turca ad imbarcarsi in lunghi e pericolosi viaggi per cercare rifugio in Europa (come raccontato in questo film) la tematica dell'immigrazione rimane attualissima anche oggi, quando ad essere cambiate sono solo le etnie dei disperati alla ricerca di speranza nel Vecchio Continente. 

Per scoprire domani chi vincerà il Pardo d'Oro 2016 a Locarno 69, continuate a seguirci! 

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