Nero: demoni e battaglie in Terra Santa per Bonelli

Nero: demoni, Crociate e scontri culturali, la serie Audace di Sergio Bonelli Editore unisce dijnn e spiritualità all'avventura

Immagine di Nero: demoni e battaglie in Terra Santa per Bonelli
Autore: Manuel Enrico ,

La rivoluzione avviata in Bonelli con la nascita della collana Audace ha segnato un momento di grande svolta per l’editore milanese. Dopo una lunga tradizione di presenza in edicola, l’avvicinarsi al comparto librario con una collana capace di intercettare diverse sensibilità si è rivelata una mossa vincente. Audace, seguendo un approccio più vicino alla connotazione seriale francese, ha consentito di spingere il lettore bonelliano verso nuove atmosfere, come dimostrato da serie già concluse (10 Ottobre, K-11) o a da complessi archi narrativi ancora in piena esplosione, come Il Confine o Mr. Evidence. All’interno di questa ricca offerta si colloca a pieno titolo Nero, serie dal sapore storico che concilia esigenze narrative a veridicità storica.

Sergio Bonelli Editore
NERO
NERO

Come raccontare la Storia, quella con la S maiuscola, all’interno di un fumetto? La nona arte è ricca di esempi di ottime sintesi tra finzione e realtà, come Maus, I Tre Adolf o March, ma non si può negare che la ricerca di una crasi tra la fedeltà storica e l’approccio avventuroso di una trama che veda nella Storia la giusta ambientazione rappresenti una sfida ancor più ardua. Una ricerca della formula perfetta che non ha apparentemente spaventato Emiliano e Matteo Mammucari nel dare vita a Nero.

Nero, crociati, demoni e avventura durante le Crociate

La commistione tra Storia e avventura non è una novità per l’editore meneghino. Che si tratti di saghe ambientate in precisi periodi storici dove il rispetto della veridicità storica è parte dell’ambientazione, come Ken Parker o il recente recupero de La Storia del West, o che si cerchi una ricostruzione più mysteriosa di enigmi del passato, solitamente accompagnati dal Buon Vecchio Zio Marty, tra i volumi bonelliani questo rapporto con un passato documentato è stato sempre visto come un intrigante spunto per storie appassionanti. 

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In tempi recenti, proprio all’interno dell’etichetta Audace, si sono avute altre esperienza in tal senso, dal K-11 di Matteo Casali al what if…? dedicato a Jerry Drake, che ha preso forma con Mr. No Revolution. Due approcci narrativi simili a cui si unisce anche l’ispirazione dei fratelli Mammucari, che hanno scelto di avventurarsi in un periodo ancor più complesso delle altre opere: le Crociate.

Nero: come la Storia influenza la storia

In un contesto contemporaneo in cui il confronto culturale è ancora lungi dall’essere un valore ricercato, scegliere di calare la propria storia all’interno di un periodo storico fortemente radicalizzato su due diverse posizioni è un merito che va riconosciuto ai due autori. 

Le Crociate sono una pagina di storia ancora oggi fortemente divisiva, viste come radice di un’incapacità di comunicare che ha propaggini nella nostra contemporaneità, ma soprattutto come un momento divenuto quasi leggenda, grazie alla costruzione di una mitologia che, in diversi media, ha assunto dei toni quasi mistici.

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NERO
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Non sono mancati romanzi che hanno visto in questo sanguinoso periodo una perfetta ambientazione per creare racconti dal fascino esoterico sfruttando figure storiche assurte al ruolo di miti, come i Templari, o pellicole che hanno cercato, al netto dell’esigenza di offrire una visione di intrattenimento, di svelare una diversa storia, scevra di preconcetti o di punti di vista radicali.

Per i fratelli Mammucari, tutte queste sfumature erano parte del loro rischio, dovevano concorrere alla nascita di un fumetto che vedesse nella veridicità storica una cornica viva e coerente, ma che non fosse al contempo una gabbia entro cui limitare i propri personaggi. Più che una scelta narrativa, potremmo considerarlo un patto con il lettore, che viene presentato sinceramente nella prefazione del primo volume di Nero, Così in Terra:

Se la Storia con la S maiuscola si racconta attraverso le grande masse e le battaglie campali, gli scontri tra civiltà e fazioni contrapposte, la stoia che vi offriamo noi passa invece attraverso gli occhi di un singolo uomo, e nemmeno uno dei più virtuosi e affidabili

Trapela, da queste parole, la volontà autoriale di cercare una radice umana all’interno di una trama che unisce Storia, avventura e spiritualità. Considerata la matrice religiosa della guerra che fa scenario alle vicende di Nero, la visione umana dei personaggi è probabilmente il miglior punto di vista per questa storia che, in modo sempre rispettoso, cerca nella tradizione e nel folklore arabo parte della propria anima.

Nero è un indisciplinato soldato musulmano, noto per il suo ardore sul campo di battaglia e per la sua tutt’altro che ligia attitudine al rispetto dell’autorità. Contrassegnato da una strana cicatrice sulla fronte, Nero si muove sui campi di battaglia con la foga di colui che cerca sempre di dimostrare qualcosa, mentre a spade riposte è alla ricerca di risposte di un evento del suo passato legato al misticismo del suo popolo e a un rituale sanguinario a cui si è miracolosamente sottratto da bambino.

Un mistero che viene riportato alla luce quando, durante una battaglia, viene catturato da un misterioso soldato cristiano, intenzionato a scoprire cosa questo evento abbia realmente significato.

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NERO
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L’ovvio rapporto tra Nero e il soldato cristiano è il punto di contatto tra due culture profondamente diverse, avversarie in uno dei più sanguinosi conflitti della storia. L'evidente ostilità tra i due viene evidenziata da un’acida avversione verbale, specialmente nelle prime battute della storia, ma ad una lettura più attenta si denota come, in realtà, questi due uomini siano più simili di quanto non sembri.

Il cuore di Nero

I presupposti narrativi di Nero sono frutto di una volontà da parte dei fratelli Mammucari di non voler dare adito a uno schieramento ideologico, ma anzi di voler porre sul medesimo piano due figure appartenenti a mondi contrapposti eppure profondamente simili tra loro. Entrambi segnati nel corpo e nella mente, entrambi legati alla misteriosa grotta in cui avviene il rituale visto nelle prime pagine di Così in Terra.

Questo legame è il cuore di Nero, il volere lasciare la Storia come una delicata musica di sottofondo affinché emerga la trama emotiva e umana della saga, vividamente interpretata da figure che toccano il lettore per la loro spontaneità, con un’esaltazione delle proprie traversie interiori che, nei momenti centrali del racconto, emerge prepotente.

D’altronde, citando le parole degli stessi autori:

Nero non parla di religione, non parla di guerre e non parla di culture sovrapposte. Nero parla di demoni

La mitologia e il folklore mediorientale sono centrali in questo, considerato come il rituale citato spesso in Nero richiami il concetto dei djinn, i demoni che popolano la tradizione musulmana. Non sfugga però che il concetto di demone si può estendere anche ai singoli personaggi, appellandosi a quei demoni interiori che piagano la quotidianità dei protagonisti, rendendoli anime tormentate. Non solo Nero e il soldato cristiano, ma anche la magnetica Nizarita, guerriera araba legata a Nero e parte di una dinamica narrativa che promette di esser un elemento portante della saga.

Il merito principale di Nero è l’aver dato una maggior preminenza a una prospettiva diversa da quella solitamente associata a storia ambientate in questo periodo: quello arabo. I fratelli Mammucari, con un lavoro estenuante di ricerca e confronto con una cultura più vista con sospetto che non con interesse, hanno creato una mitologia in seno a Nero che si basa sulla valorizzazione di aspetti che vanno dal confronto col nemico cristiano alla quotidianità all’interno di un periodo di guerra. Privi di retorica o di intenti educativi, i dialoghi di questa saga veicolano questa ricchezza di sfumature, si permettono il giusto tempo per lasciare emergere tratti dei personaggi e fornire ai lettori i corretti riferimenti per sentirsi parte di questa storia.

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NERO
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Merito anche di un comparto grafico d’eccellenza. Caratterizzare un periodo storico richiede un profondo studio di elementi architettonici e quotidiani dell’epoca, una minuziosa ricerca di reference che consentano di realizzare armi e costumi che siano coerenti con l’ambientazione.

Emiliano Mammucari, nel primo albo, segna il passo ai futuri disegnatori della saga, con una cura che, pur concedendosi delle ovvie licenze, non manca di valorizzare il contesto della storia, sia nel ritrarre tavole di sanguinosa bellezza per le battaglie che nel dare spazio a un ritratto ambientale che porta il lettore a sentirsi realmente nell’assolato deserto calcato dai soldati delle crociate. 

Una pesante eredità che, già nel secondo volume Oscurato il sole, e spente le stelle, viene onorata da Alessio Avallone, che pur inserendo la propria personalità nelle tavole, preserva l’approccio stilistico e visivo del precedente capitolo. Compresa la libertà della gabbia, vera rivoluzione delle pubblicazioni della linea Audace, che viene piegata alle esigenze della narrazione consentendo sviluppi verticali o orizzontali a seconda delle dinamicità dei momenti ritratti.

 

Per Nero, la componente colorazione è un altro tratto essenziale, e non poteva esser diversamente considerato che Emiliano Mammucari è il pioniere della cromia bonelliana, il portatore di una nuova concezione di colorazione che ha visto in Orfani e in alcune recenti produzioni della casa editrice dei banchi di prova assolutamente promettenti. Affidata a Luca Saponti e Adele Matera, la colorazione di Nero è impeccabile, concilia le tinte calde deserto a quelle più fredde degli scenari notturni, trovano una vivace luminosità nel ritrarre tinte legate a fenomeni non naturali ma centrali nell’economia della serie.

I volumi di Nero

Come da tradizione delle pubblicazioni Audace, anche Nero viene presentato in un formato diverso dalla tradizione bonelliana e che si avvicina alla concezione francese. Albi dalla foliazione minore, ma di dimensioni più generose, ottimi per apprezzare al meglio ogni dettaglio delle tavole, pubblicati su carta che esalta il lavoro dei coloristi.

Questo richiede sia la scelta di un team artistico di ottimo livello che l’adattarsi degli sceneggiatori a una narrazione che ponga dei punti di rottura secondo le esigenze del volume, con archi narrativi che si devono sviluppare non nelle tradizionali 96 pagine ma in un albo di 60 pagine.

A completare i volumi sono, in questi casi, una serie di extra che esaltano il piacere della lettura. Nel caso di Nero, siamo guidati da Matteo Mammucari, autore dei redazionali, all’interno del mondo di Nero tramite una serie di contenuti dal profetico nome di Rivelazioni.

Così in Terra

Due uomini portano sulla pelle il marchio delle proprie ossessioni. Uno arabo, uno cristiano. Entrambi esseri umani. Emiliano Mammucari, di nuovo in coppia con il fratello Matteo dopo l’esperienza della miniserie “Orfani: Terra”, dà vita a una saga avventurosa in più volumi. Sullo sfondo storico delle Crociate si muovono le vicende dei nostri personaggi, che mescolano elementi dell’immaginario favolistico mediorientale – geni, spiriti, magia ancestrale – al mondo cupo e avventuroso del medioevo cristiano, con battaglie campali, epiche sfide, condottieri, monaci, trafficanti e giovani paladini in cerca di fortuna.

Un primo capitolo che si sviluppa con la giusta miscela di dinamismo e dialogo, perfetta per introdurre il lettore nel mondo di Nero. L’incontro tra i due principali attori di questa vicenda è costruito con attenzione, dando a ciascuno il giusto spazio e mettendo il mistero legato al passato di Nero al centro del loro rapporto, lasciando comunque emergere sufficienti dettagli del misterioso soldato cristiano, al punto di aizzare la curiosità del lettore. Emiliano Mammucari offre un perfetto ritratto del mondo di Nero, sia ritraendo spettacolari scenari che omaggiano le atmosfere del Medio Oriente che realizzando concitate scene di battaglia in cui il suo talento si presta al meglio alle esigenze del racconto.

 Oscurato il sole, e spente le stelle

Secondo capitolo della saga di Nero, di Emiliano e Matteo Mammucari, questa volta con i disegni di Alessio Avallone, la storia di due guerrieri, uno arabo e uno cristiano, che combattono fianco a fianco, sullo sfondo delle Crociate, per fronteggiare una misteriosa e terribile minaccia che incombe sull’umanità intera. La fortezza di Tell Bashir rischia di capitolare sotto i colpi degli assedianti franchi. Intanto Nero, scoperto il piano del Qadi per risvegliare un antico demone, decide di ostacolarlo in ogni modo possibile, combattendo persino contro i propri alleati. Nessuno può immaginare che presto il mondo non sarà più lo stesso…

Secondo capitolo in cui i disegni sono affidati ad Alessio Avallone, che eredita il ruolo da Emiliano Mammucari con personalità. La sua cura degli elementi architettonici premia il racconto contenuto all’interno della fortezza araba, contribuendo a trasmettere ulteriore ansia per l’imminente attacco cristiano. La sua vitalità grafica è essenziale nel dare brio ai momenti più intensi dell’assedio, dando ancor più vigore alla trama dei fratelli Mammucari, che nel finale del volume culmina in un climax che promette di rendere ancora più avvincente il futuro della saga.

Buchi nell’acqua

Terzo capitolo della saga di Nero, di Emiliano e Matteo Mammucari, questa volta con i disegni di Matteo Cremona, la storia di due guerrieri, uno arabo e uno cristiano, che combattono fianco a fianco, sullo sfondo delle Crociate, per fronteggiare una misteriosa e terribile minaccia che incombe sull’umanità intera. In un Paradiso che è diventato Inferno, Nero e i suoi compagni di viaggio giungono fino alla città di Tiro, dove li attende un nuovo orrore, ma anche un inaspettato alleato.

Il rituale visto nel finale del precedente volume causa profondi sconvolgimenti, mentre nuove minacce di natura magica si abbattono sui protagonisti in fuga. Matteo Cremona interpreta graficamente questo elemento con strepitosa vivacità, dando vita a tavole che veicolano al meglio l’irruenza di una forza della natura come l’acqua e passando abilmente a ritrarre le conseguenze più orrorifiche del rituale del precedente volume, supportato dalla perfetta colorazione di Luca Saponti e Simona Fabrizio. Un momento fortemente visivo all’interno della storia, che sul piano narrativo si limita a enfatizzare la missione dei protagonisti, introducendo un nuovo personaggio che potrebbe rivelarsi un prezioso alleato.

Di ombre e di sussurri

Quarto capitolo per la saga ambientata da Emiliano e Matteo Mammucari sullo sfondo delle Crociate. Nella rocca di Tiro, Nero, la Nizarita e Renaud sono pronti a tutto per fermare le orde di demoni che stanno invadendo il nostro mondo. Le speranze di successo, però, diventano terribilmente esili quando un ghoul riduce lo Straniero d’oltremare in fin di vita. Voci inquietanti iniziano ad aggirarsi tra le ombre della fortezza e all'improvviso niente più sembra reale. L’unica certezza è che l’incubo è appena iniziato…

Con le conseguenze del rituale visto nel precedente episodio, la trama punta a far emergere incubi e rimorsi degli eroi di Nero. I Mammucari spingono fortemente sul piano emotivo, costruendo un gioco di incastri interpersonale che consente di offrire un punto nodale dell'evoluzione dei protagonisti particolarmente intrigante.

La Città dei mille Giardini

Quinto capitolo per l'epica saga ideata dai fratelli Mammucari. La catastrofe che si è abbattuta sul mondo non sembra aver scalfito Damasco. Quando Nero e i suoi compagni, in cerca di alleati, giungono alla città dei mille giardini, scoprono che nessun Djinn, inspiegabilmente, osa minacciarne le mura. Eppure le strade non sono affatto sicure: intrighi e cospirazioni fanno vacillare il potere dell'ataabeg Shïrkuuh. Se gli stranieri accetteranno di aiutarlo, lui potrebbe mostrarsi generoso. Peccato che persino i frutti più dolci, a volte, abbiano radici amare.

Dopo esser scampati alle orde dei Ghoul, Nero, Nizarita e Renaud cercano rifugio a Damasco, città fortificata che sembra non risentire della minaccia di demoni. Nel tentativo di ottenere l'aiuto del signore locale, gli avventurieri scoprono il segreto dietro la fortuna di Damasco, dovendo scegliere cosa sacrificare in nome della battaglia contro le orde demoniache. I fratelli Mammucari scrivono un capitolo avvincente della loro saga, in cui, pur contribuendo a dare a dare risalto all'orizzontalità della trama, sono premiate le dinamiche interpersonali tra i personaggi. 

Affidato alla mano di Davide Gianfelice, La Città dei Mille giardini vanta un impianto grafico sontuoso, che premia la bellezza architettonica di Damasco, trasformata da Gianfelice in una cornice perfetta per un capitolo in cui il dinamismo dei personaggi viene sfruttato al meglio all'interno di un'ambientazione urbana in cui spazi aperti e location compresse sono sfruttare al meglio. 

Jihad

Prosegue la fervida avventura di Nero, la serie di Emiliano e Matteo Mammucari. La storia di due uomini che portano sulla pelle il marchio delle proprie ossessioni. Uno arabo, l'altro cristiano, entrambi esseri umani. In questo capitolo, un'instabile alleanza tra soldati musulmani e cristiani sfida le orde di demoni, cercando disperatamente di dare tempo a Nero e allo Straniero d'Oltremare di raggiungere la Grotta del Sangue e chiudere per sempre il Pozzo dei Djinn…

Il capitolo finale del primo arco di Nero non risparmia nulla ai lettori, arrivando a una conclusione epica che mette i due protagonisti davanti all'ineluttabile verità della loro ossessione. Se da un lato Nero ci è stato presentato come un recalcitrante predestinato, il suo sodale cristiano mostra una natura sinora solamente accennata, che finalmente prende pienamente forma, dando all'intera serie una nuova, profonda chiave di lettura. 

Affidato all'estro artistico di Matteo Cremona, supportato magnificamente dalla colorazione di Simona Fabrizio, questa chiusura di arco narrativo consente di mostrare una battaglia finale combattuta su più piani, passando dalla coralità di uno scontro tra l'alleanza musulmana e cristiana contro creature demoniache al duello straziante tra due compagni di avventura che mostrano, per la prima volta, la loro vera indole. 

La trama intessuta dai fratelli Mammucari non lesina in pathos e dramma, carica l'emotività dei lettori con dialoghi pregni di significato e cambi di prospettiva che alimentano un crescendo narrativo, arrivando a un climax che colpisce duramente il lettore, non cedendo alla facilità di un happy ending, ma preservando la spontaneità di una narrazione che predilige la sincerità della storia e il premiare la natura intrinseca dei personaggi.

Dove abita la notte

Samarcanda non è più quella di una volta. In compenso, se consola, non lo è mai stata. Quale che sia la Samarcanda di cui si vuol parlare, sarà bene arrendersi al pensiero che è soltanto una delle infinite Samarcanda possibili, esistite o immaginate. Perché non è neanche più una città, piuttosto un'idea che cambia faccia a seconda di chi ne pronuncia il nome o ne segna il destino.

Non è la stessa fondata dal principe ario Samar, di cui peraltro porterebbe ancora addosso il nome, ma nemmeno quella fondata dal turanico Afrasiab, a seconda del mito fondativo cui vorremo credere. Non è la stessa Marakanda conquistata da Alessandro il Grande o quella che lo conquistava, tanto da costringerlo a confessare, sconfitto: «tutto quello che ho sentito dire di Marakanda è pura verità, salvo che essa si rivela molto più bella di quanto avrei potuto immaginare

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