Per Huawei una licenza temporanea di 90 giorni, ma poi? Il punto della situazione

Autore: Pasquale Oliva ,

La messa al bando di Huawei ha scosso un po' tutti, dalle aziende ai clienti. In particolare, la rottura tra Google e la società cinese (inevitabile dopo l'ordine esecutivo del Presidente USA Donald Trump) ha scatenato il putiferio, il panico più assoluto tra coloro che hanno deciso di investire - magari anche oltre mille euro - in uno degli smartphone del gigante tech.

La risposta di Huawei

Google ha cercato di rassicurare gli utenti Huawei confermando il supporto per quei dispositivi già commercializzati, traducibile con il mantenimento dell'accesso a Google Play Store. Il problema degli aggiornamenti di Android invece resta, per tutti gli smartphone a marchio Huawei. Quest'ultima ha già dichiarato di aver creato un proprio sistema operativo (una sorta di Piano B), confermato - anche se non direttamente - dal breve comunicato rilasciato sui canali social nelle ultime ore.

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Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, inclusi quelli già venduti e i dispositivi ancora a magazzino in tutto il mondo.

Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza a tutti gli utenti a livello globale.

Quella di "costruire un ecosistema software" (basato sulla versione open source di Android) è, alla luce degli ultimi avvenimenti, l'unica strada che Huawei può intraprendere per cercare di sopravvivere al divorzio da Google. Senza le licenze, tuttavia, tale nuovo sistema operativo non garantirà l'accesso al Google Play Store e a tutti quei servizi essenziali che Google offre, come Gmail o Google Maps.

La licenza temporanea

Nel frattempo, è giunta una notizia un po' più lieta per Huawei e per le aziende con cui ha stretto una partnership. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti d'America ha concesso una licenza temporanea di 90 giorni che consentirà alla società di Shenzhen di fornire aggiornamenti software e patch di sicurezza per quei dispositivi lanciati sul mercato entro il 16 maggio 2019 e di mantenere le reti di cui è proprietaria.

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Oltre a Google, anche produttori e fornitori come Intel, Qualcomm e Broadcom hanno deciso di tagliare i ponti con Huawei. Tuttavia, grazie alla licenza temporanea, i fornitori di componenti hardware potranno completare e consegnare i componenti ordinati prima del ban. Inoltre, le società di telecomunicazioni che fino ad oggi hanno utilizzato infrastrutture realizzate da Huawei avranno tre mesi per riorganizzarsi e trovare soluzioni alternative.

E poi?

Cosa succederà allo scadere dei 90 giorni? Il Dipartimento del Commercio potrebbe estendere il periodo di validità della licenza, ma considerando il pugno duro dell'amministrazione Trump quella concessa oggi sembra già un insperato regalo.

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L'attenzione è quasi tutta rivolta alla rottura forzata tra Google e Huawei, un danno enorme alla fonte di maggior guadagno della seconda, ovvero gli smartphone. Non bisogna però dimenticare che un altro gigante della tecnologia non si è ancora espresso sulla questione, e stiamo parlando di Microsoft.

Huawei
Immagine promozionale di Huawei Matebook X Pro
Huawei Matebook X Pro

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