L’estetica dei Queen, gli accessori e abiti più iconici della band

Tute luccicanti, abbigliamento sporty da Castro clone, mantelli regali, pantaloni a zampa e giubbe militari: l'estetica dei Queen dagli anni '70 agli anni '90 è passata attraverso trasformazioni, sperimentazioni, eccessi e mode passeggere.

Autore: Alice Grisa ,

Ogni cosa è illuminata sul palco dei Queen e lo sfarzo espressivo di Freddie Mercury è uno state of mind, una forma che diventa contenuto, uno specchio pronto a deformarsi quanto a sublimarsi.

Lo stile abbagliante di Mercury, impersonato da Rami Malek, colpisce e travolge anche in Bohemian Rhapsody, disponibile in home video (Blu-ray, 4K Ultra HD e DVD) dal 28 marzo.

La caduta degli dei è terminata con gli anni ’90 e con le grandi star, maledette, dannate, stilose con stile, ma assolutamente originali, estrose, innovative nell’arte come nel look. I ragazzi di Trainspotting hanno smesso di guardare i treni che passano (e, forse, di drogarsi) e Freddie Mercury è sepolto nel decennio terrorizzato dalle trasformazioni globalizzate e dall’AIDS.

Con l’uscita di Bohemian Rhapsody, la storia d’amore di un uomo per la vita – per la vita come la intendeva lui e la musica come puro progresso – si respira un mood nostalgico e agrodolce, che riesce a reificare la malinconia attraverso outfit anni ’70 o anni ’80, attraverso una tutina, un paio di sneaker, una canotta o un paio di occhiali fumé.

Seguici, come nel film, in un viaggio alla scoperta della band attraverso i suoi look!

  • Lo stile dei Queen
  • Pantaloni a zampa, look hippie e scarpe da tennis (primi anni '70)
  • Le tute e le jumpsuit (metà anni '70)
  • Maschere, costumi e pellicce (anni '70)
  • Giacche e cappelli in pelle (fine anni '70)
  • La svolta masculine e sporty: sneaker Adidas, canotte e baffi
  • Gli abiti da casalinga disperata (I Want to Break Free - 1984)
  • Il bianco (anni '70, '80, '90)
  • Le catene, le borchie e le cravatte
  • Gli eccessi e le normalizzazioni

Lo stile dei Queen

La rapsodia dei Queen è un revival tra usi e costumi tramontati, tra il passaggio tra il decennio ideologicamente militante e pacifista – gli anni ’70 – e quello del consumismo esasperato, dei lustrini e dell’individualismo reaganiano-thatcheriano, spolverato ovviamente dallo stile personalissimo, grintoso e trasformista di Freddie Mercury.

I Queen andavano oltre le ondate modaiole di un decennio o l’altro: lo stile lo sceglievano, lo tracciavano, a colpi di ispirazioni operistiche e muscoli, brand sporty e accessori ora iconici.

Risfogliando, al cinema, quelle vecchie pagine di stile – rievocato, ma mai con la stessa anima, dai social anni ’10 – spiccano alcuni outfit e oggetti che hanno scritto la storia della moda passando attraverso l’anima controversa e sfavillante dei Queen. Con Freddie la forma è contenuto, come abbiamo detto, e un muscolo guizzante è potenza espressiva, proprio come una manciata di paillettes o quei baffi indimenticabili.

Complesso e difficile tracciare una mappa fashion sulla semiotica del gruppo, sui loro outfit in perenne trasformazione, gli oggetti con cui conquistavano il palco, i look che oggi sembrano così trasgressivi, quando in passerella ormai ha sfilato qualunque rimando, anche quelli alle scelte espressive di Freddie.

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Si possono ripercorrere i look più iconici, collocandoli su una linea del tempo e provando a vivisezionarne le specificità espressive, a seconda del decennio di appartenenza e della fase di maturità artistica, personale e musicale. Freddie Mercury, la sua anima febbrile e la sua esasperata necessità di trasformarsi sono ovunque, anche nei look del frontman e degli altri componenti.

Pantaloni a zampa, look hippie e scarpe da tennis (primi anni '70)

Freddie Mercury, nato Farrokh Bulsara, alla fine degli anni '60 era un aspirante musicista di origini parsi, fan di Jimi Hendrix.

La moda Seventies è un calderone di fusioni, stili melting pot, rivisitazioni hippie e pacifiste, ondate modaiole che rivoluzionano il bon-ton e i look patinati e rifiniti degli anni '60. I Queen, ancora increduli dei primi successi, cavalcavano l'onda, non si concentravano troppo sui vestiti, optavano per pantaloni a zampa, capelli ricci e voluminosi, tute sportive, maglioncini attillati e qualche guizzo floreale.

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Tra gli outfit della band, che conquistava scalino dopo scalino la scala per il paradiso, spiccavano il denim, il velluto a coste, le giacche con i bottoni, le camicie strette. Tra gli accessori non mancavano mai le sneaker bianche, come gli occhiali fumé.

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Ma Freddie sta già lanciando le basi per gli exploit creativi e i parossismi modaioli del domani: ha studiato grafica a Londra, ha un background culturale esotico - è stato educato con il culto del zoroastrismo - e conosce Mary Austin, una commessa appassionata di moda con cui si diverte a girare per le bancarelle dell'usato e a scovare outfit particolari.

Le tute e le jumpsuit (metà anni '70)

Con gli anni '70 spuntano accessori e outfit luccicanti sul palcoscenico dei Queen.

La stilista Zandra Rhodes oggi ha un long bob fucsia ed è Dama Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico, ma tra i '60 e i '70 aveva una boutique a Londra, The Fulham Road Clothes Shop, e - grazie alla sua formazione come sarta - amava anche creare, cucire, sperimentare. L'incontro con Freddie fu decisivo e segnò un cambio netto di stile per la band.

Verso la metà degli anni '70 Freddie Mercury non solo aveva smesso di autocensurarsi, ma spingeva sul pedale dell'acceleratore anche quando il resto dello star (e del fashion) system frenava. Gli spettacoli dei Queen - osteggiati dalla critica proprio perché sempre così sopra le righe, non sobri e pensati per colpire il pubblico - erano sfilate di moda, virtuosismi vocali e sartoriali da cui si usciva frastornati e scioccati.

Freddie, intanto, aveva smesso di vestirsi come un ragazzo londinese anni '70, aveva cominciato a sperimentare con la propria sessualità e a simpatizzare verso outfit genderless, piume e smalto nero. L'estetica dei Queen diventa centripeta, con i membri del gruppo in qualità di "persone ordinarie" intorno a King Freddie, che aveva scoperto con la corrente modaiola del glam rock britannico una passione bowiana per le tutine aderentissime, paillettate, colorate e glitterate.

Geometrie estetizzanti ed esasperanti, cut-out sul petto (con peli liberi e selvaggi), rombi, quadrati, righe, scacchi, strisce e riquadri aggredivano con nuovi look il decennio del punk e della febbre del sabato sera.

"I dress to kill, but tastefully", diceva Freddie. Mi vesto per uccidere, ma con gusto.

Gli altri del gruppo lo seguono e inseguono, spalancando le giacche sui petti, facendo saltare i bottoni e e rifinendo il loro normo-stile.

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Maschere, costumi e pellicce (anni '70)

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Alla ricerca febbrile di sé, della propria strada stilistico-espressiva e, simbolicamente, del femminino sacro, Freddie Mercury abbatte le barriere di gender per assecondare la spinta propulsiva alla libertà.

La tendenza di Freddie e del gruppo è quella di confondere le acque, staccarsi con forza da qualunque etichetta connotativa, come riporta Dazed.

Abbiamo più cose in comune con Liza Minnelli che con i Led Zeppelin.

La voglia di rompere le regole e di staccarsi dall'immaginario delle "classiche" rock star per essere qualcosa di mai visto prima, proprio perché libero e spontaneo, si traduce in un desiderio continuo e manifesto di "show", quello che "must go on". Maschere, drappeggi, costumi colorati, parrucche, collane, pellicce, occhiali, qualunque espediente per catturare il pubblico in quella girandola di stupore e meraviglia, nella sospensione volontaria dell'incredulità, concorre ai look di Freddie e company, che spaziano tra colori e maschere.

Da Babbo Natale agli occhi, dagli angeli ai demoni, nulla è "too much" per il gruppo, anche quando si tratta di giocare con i make up, i gioielli, i colli di pelliccia.

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Era il palcoscenico a dettare i ritmi stilistici, quel luogo liminale in cui Freddie si sentiva legittimato a trasformarsi e lasciare il segno sull'immaginario in modalità completamente fuori dagli schemi.

Giacche e cappelli in pelle (fine anni '70)

I Queen difficilmente replicano sé stessi, preferiscono spiazzare. Alla fine degli anni '70, tramontate le vibrazioni glam rock e supertrasgressive alla Bowie, la band recupera l'immaginario maschile (stava per cominciare il decennio dell'uomo denim, che non deve chiedere mai) e virano verso outfit più virili, come le giacche in pelle, portate slacciate sul petto.

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Alle giacche in pelle si accompagnano altri outfit, come i pantaloni, i guanti, stivali, cappelli con pendagli e pendenti a catena.

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Il cappello in pelle lucido è uno degli accessori più visti sul palcoscenico dei Queen a fine anni '70.

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La svolta masculine e sporty: sneaker Adidas, canotte e baffi

Gli anni '80 donano al mondo un nuovo Freddie, completamente trasformato. Influenzato dalla moda gay di San Francisco, nata nel quartiere Castro. Il trend Castro clone suggeriva una nuova immagine dell'omosessuale, che si vestiva e si presentava come un etero (ma molto più studiato e rifinito) della classe lavoratrice, con abiti completamente virili, baffi, stile sportivo.

I fan sono spaesati da questa nuova svolta dei Queen, che cavalcano gli sgargianti anni '80 con uno stile sporty e athleisure (quello che è di nuovo di moda adesso, dopo quasi 40 anni): tra gli outfit e accessori più iconici ci sono pantaloni della tuta con striscia laterale, sneaker Adidas o Nike, canotte sportive Champion e t-shirt con supereroi. 

Freddie ha i baffi, è tonico e muscoloso, si esibisce a petto nudo o con canottiere attillate e sneaker Adidas.

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Gli abiti da casalinga disperata (I Want to Break Free - 1984)

Che tu ti vesta da femmina o maschio, non importa. Basta che lo fai con convinzione. I Queen non smettono di cercare, esplorare, scioccare, rimasticare, rimescolare. 

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I Queen, Freddie in particolare, sono diventati una casalinga repressa con pantofole rosa a forma di animale, aspirapolvere accesa e maxi-baffi, naturalmente. Mercury nel video di I Want to Break Free interpreta una drag-queen reinventata a modo suo, promuove l'empowerment arcobaleno ante-litteram, si lancia senza freni nella riscrittura dei codici di genere, attingendo al suo amore per gli uomini e per le donne, per il rosa e le paillettes, per i baffi e la moda masculine.

EMI
Freddie Mercury nel video I Want to Break Free
Freddie Mercury nei panni di una casalinga

L’omosessualità a metà degli anni '80 è tutt’altro che sdoganata, ma Freddie è sempre più sciolto, come dice la stessa canzone.

Voglio essere libero
Voglio essere libero
Voglio liberarmi dalle tue bugie
Sei così soddisfatto di te stesso, non ho bisogno di te
Devo liberarmi
Dio sa, Dio sa che voglio essere libero.

E se Dio lo sa, non resta che procurarsi un paio di orecchini rosa chewing-gum, un paio di pantaloni di pelle super-virili, uno spolverino e uno stereo.

Il bianco (anni '70, '80, '90)

Il bianco è un elemento onnipresente nella storia dei Queen. Colore neutro e potente, nella religione dello zoroastrismo simboleggia la purezza. Freddie non ha mai voluto staccarsi da questo retaggio, che l'ha sempre legato alla sua famiglia (anche nei momenti in cui cercava di svoltare e sperimentare nuove identità) e l'ha indossato per anni in tanti diversi codici stilistici. Negli anni '70 c'è stato un periodo in cui lui e Brian May vestivano unicamente di bianco e nero ai concerti, lanciando rose dal palco alla fine degli spettacoli.

Il bianco è apparso nella forma di giacche sbottonate, di pantaloni a zampa e poi attillatissimi, di geometrie optical, e poi di pantaloni della tuta, t-shirt, scarpe da tennis.

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Ripensando alla lunghissima ed emozionante scena finale di Bohemian Rhapsody, viene in mente Freddie, sul palco, con la sua canottiera bianca.

20th Century Fox
Scena finale di Bohemian Rhapsody
Rami Malek in Bohemian Rhapsody

Le catene, le borchie e le cravatte

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Nel mondo dei Queen non manca mai una catena o una catenella. Attaccata a un cappello, a una tasca, alla rifinitura di un giubbotto, la catena è un simbolo trasgressivo e connotativo della band dei Queen.

Freddie indossa bracciali con borchie e piccoli spuntoni, e anche gli altri componenti della band optano spesso per le catene come simbolo estetizzante e ricorrente.

Anche la cravatta è un outfit che spesso spicca tra le vecchie foto dei Queen: naturalmente Freddie non l'avrebbe mai indossata con una camicia e una bianca, come un colletto bianco qualunque. Il frontman dei Queen la portava rosso fuoco, senza nient'altro addosso se non i pantaloni, per incendiare il palcoscenico con la propria esibizione.

Eccolo in total leather con cravatta rossa al Madison Square Garden, nel 1980.

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Gli eccessi e le normalizzazioni

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Non esiste la parola "eccessivo" nel vocabolario dei Queen. Freddie Mercury non conosceva le colonne d'Ercole, o meglio le conosceva solo per divertirsi a oltrepassarle, a stupire tutti e a celebrarsi in modo sempre più autoreferenziale. Non è mai stato chiaro se l'arte fosse una mimesi della vita o viceversa, ma Freddie una cosa la sapeva: su quel palco doveva sentirsi sé stesso, anche con un mantello da re, una giubba da ufficiale, una tuta glitterata o un giubbotto giallo. I colori, lai pelle scoperta, la virilità anni '80 che si innestava sulla spinte genderless Seventies, le catene, le borchie, i colori sgargianti, le righe, i riquadri, i rombi, le illusioni ottiche.

Basta un outfit per scrivere la storia e Freddie lo ha fatto: nel 1986 indossò una giacca gialla, in pelle, durante il Magic Tour. Realizzata da a Diana Moseley, esprime tutta l'energia vitaminica del frontman, abbinata a un paio di pantaloni bianchi sportivi e a un paio di Adidas. Se Freddie fosse un fumetto, indosserebbe quella giacca, sarebbe la sua divisa ufficiale.

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L'eccesso per i Queen non è mai stato un vero eccesso, perché era normalizzato dal loro sentirsi a proprio agio sul palco, cambiando sé stessi e i propri codici espressivi in nome della cosa più importante di tutti: lo show.

Fluttuando tra estrosità e moda, e riportando la moda sui binari personali, i Queen hanno rivoluzionato la musica, ma anche gli usi e i costumi di un'epoca.

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