Robert Zemeckis, il regista che ci ha regalato capolavori assoluti come Ritorno al Futuro, Forrest Gump e Chi ha incastrato Roger Rabbit, è tornato dietro la macchina da presa per dirigere uno dei film più commoventi della sua carriera. Benvenuti a Marwen, ora in sala, è basato sulla drammatica storia vera dell'artista Mark Hogancamp (lo interpreta uno strepitoso Steve Carell), già raccontata nel documentario Marwencol, del 2010, firmato da Jeff Malmberg, al quale Zemeckis si è ispirato.
Dopo essere stato malmenato da cinque sconosciuti omofobi fuori da un bar, Mark ha perso ogni ricordo del proprio passato. Spaventato da tutto e tutti, l'uomo inizia a costruire nel giardino dietro casa un'installazione artistica: il piccolo villaggio belga di Marwen, una cittadina sotto attacco durante la Seconda guerra mondiale, all'interno della quale inserisce bambole e pupazzi che riflettono le sue paure e i suoi demoni. Come ci ha raccontato Zemeckis quando lo abbiamo incontrato a Londra:
Penso che l'arte sia necessaria per aiutarci a guarire, trovare pace e semplificare emozioni molto complesse dentro di noi. Anche io, che me ne renda conto o meno, utilizzo il cinema per restare sano.

I pupazzi di Benvenuti a Marwen che Mark fotografa e inserisce all'interno del suo universo immaginario riproducono le donne che gli stanno attorno e che gli vogliono bene: come la cantante Janelle Monáe (qui nel ruolo della terapeuta che lo aiuta a rimettersi in sesto), Merritt Wever (è Roberta, la commessa di un negozio di giocattoli dove Mark va a rifornirsi) e Leslie Mann, la sua nuova vicina di casa, di cui Mark si invaghisce.
Nel cast delle bambole di Marwen c'è anche spazio per una femme fatale pericolosa e vendicativa (interpretata, con la performance capture, da Diane Kruger). Anche Steve Carell compare, naturalmente, in versione action figure, nel ruolo di Hogie, un pilota americano impegnato a lottare contro i nazisti. Carell ci ha spiegato che questa era la sua prima esperienza alle prese con green screen e motion capture:
Ero intimidito all'idea di lavorare con Robert Zemeckis, perché è un regista leggendario. La motion capture è stata una cosa nuova, per me. Robert mi ha descritto il processo in questo modo: è un po' come fare teatro sperimentale a basso budget, senza oggetti di scena o scenografia. Dipende tutto dalla tua immaginazione.

Robert Zemeckis è stato un vero e proprio pioniere in fatto di motion capture, sperimentando e giocando attraverso una trilogia di film (non sempre accolti in modo positivo dalla critica) interpretati da grandi star che lui si è divertito a convertire in avatar animati: Polar Express, Beowulf e A Christmas Carol. Lui è fiero del proprio percorso come filmmaker:
Sono soprattutto grato di aver diretto tanti film così diversi tra loro, nel corso della mia carriera.
Tra i suoi prossimi progetti, oltre al film di fantascienza Bios, in cui tornerà a lavorare con Tom Hanks (stavolta in veste di produttore), ce n'è uno davvero attesissimo: un nuovo adattamento de Le streghe, tratto dal classico per l'infanzia scritto da Roald Dahl. Cosa lo spinge, oggi, a fare cinema? Lui ci pensa su:
In realtà non ho un piano. Il mio rapporto col cinema è d'amore: è come un innamoramento, accade senza che io sappia perché.
Benvenuti a Marwen è ora al cinema, distribuito da Universal Pictures Italia.
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