La 74esima edizione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia si è dimostrata intraprendente e coraggiosa sotto molti punti di vista, tanto da soddisfare l'esigente critico cinematografico italiano per eccellenza, Paolo Mereghetti. A partire dalle scelte della giuria - che ha premiato un film di genere e più accessibile del solito - fino alla selezione stessa dei film in concorso, meno autoriale e "snob" del passato. A stupirmi è stata soprattutto la grande quantità di pellicole di matrice crime, tra delitti irrisolti, aule di tribunale e thriller che ti lasciano con il fiato sospeso.
Per gli appassionati del genere ma anche per i semplici cinefili (dato che tra queste figurano alcune delle migliori pellicole viste al Lido) ho stillato una lista con tutti i film da non perdere, nella speranza che trovino presto una distribuzione anche nel nostro Paese.
1- Sandome no Satsujin
Considerato l'erede del grande maestro giapponese Yasujirō Ozu, il regista Hirokazu Kore'eda è noto nel circuito festivaliero internazionale per le sue pellicole capaci di ritrarre con grande sensibilità il mondo quotidiano del giapponese più tradizionale e contemporaneo. Pochi mesi fa ad esempio vi avevo parlato del suo ultimo film presentato in Italia, l'inteso Ritratto di Famiglia con Tempesta. Ha molto stupito quindi il suo arrivo al Lido con quello che è un legal drama al 100%. Sandome no Satsujin, sfortunatamente ancora senza distribuzione nel nostro Paese, è un appassionante e bizzarro caso giudiziario che capita per le mani a un giovane avvocato di successo.
Un uomo reo confesso di un atroce delitto diventa suo cliente: già incarcerato da anni, l'assassino dovrebbe lottare per evitare la pena di morte, ma sembra piuttosto reticente anche con il suo difensore, cambiando continuamente la versione dei fatti. Avrà davvero ucciso lui e dato fuoco al suo ex datore di lavoro? Cosa si nasconde dietro ai non detti dell'imputato? Sandome no Satsujin è un legal preciso e coinvolgente, con un ritmo cadenzato e uno sguardo raro sul mondo della giustizia giapponese e umana. Un gioiello di un grande regista che eleva un genere spesso sottovalutato ad arte.
2- The Insult
Premiato con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile ad Adel Karam, The Insult è stato uno dei film che a conquistato a sorpresa la critica a Venezia. Tra film israeliani e iraniani, pensiamo di conoscere abbastanza bene le dinamiche di tensione e odio settario che percorrono il Medioriente, invece il nuovo film di Ziad Doueiri ci dimostra che abbiamo intaccato appena la superficie.
Il regista libanese lo fa con un caso giudiziario che da piccola contesa di periferia si trasforma in una questione d'ordine pubblico nazionale. Tutto nasce dall'insulto che Toni, un ingegnere rifugiato palestinese al lavoro in un quartiere di libanesi conservatori, rivolge a un sanguigno meccanico che si rifiuta di mettere a norma lo scolo del suo balcone. Quell'insulto porta in aula due uomini che pian piano saranno costretti ad ammettere le radici profonde di una contesa - quella dei milioni di rifugiati palestinesi in Libano - che rimane una ferita aperta e una questione sospesa per l'intera nazione. The Insult è un film politico sì, ma soprattutto un legal drama avvicente e pieno di colpi di scena.
3 - La Fidèle
Se vi piacciono gli heist movie e i thriller in cui prendere le parti del criminale in fuga, allora il film da non perdere per voi da Venezia 74 è il candidato all'Oscar come miglior film straniero per il Belgio. Gino "Gigi" Vanoirbeek e Bénédicte “Bibi" Delhany vivranno una storia d'amore sofferta e appassionata, sullo sfondo di rapine e sgommate di Porsche davvero da brividi.
Se l'effetto glamour è garantito dalla presenza dei sex symbol alternativi d'Europa - Matthias Schoenaerts e Adèle Exarchopoulos - il film di Michaël R. Roskam sembra quasi una risposta alla superficialità giocosa e un po' infantile dell'altro heist movie di stagione, Baby Driver. Adulto e drammatico, impreziosito da una regia elegantissima e da un finale al cardiopalma, La Fidèle dimostra che non bisogna suonare il campanello di Hollywood per avere un ottimo film a cavallo tra il thriller, la storia d'amore e il gangster movie.
4- Tre Manifesti a Ebbing, Missouri
Se avete seguito giorno per giorno con noi la Mostra, sapete che il film sensazione di questa edizione è quello di Martin McDonagh, di gran lunga il migliore visto nel 2017 al Lido. Forte di una sceneggiatura perfetta, un regia equilibrata e un cast sensazionale, Tre Manifesti a Ebbing, Missouri avvicina davvero il termine di capolavoro e sicuramente è uno dei migliori lungometraggi che vedremo quest'anno.
Di fatto però quello di McDonagh è una straordinaria analisi di un cold case, come fu Zodiac di David Fincher. Alle volte non è l'incompetenza della polizia o l'intelligenza dell'assassino ad impedire di scoprire la verità, quanto la mancanza di appigli da cui far partire l'indagine stessa. A partire dalla portentosa interpretazione di Frances McDormand, il film indaga non solo sulla scomparsa della figlia, ma anche sulle tracce che un delitto così terribile e senza soluzione lascia nella stazione di polizia e sulla comunità locale.
5- Suburbicon
È più figlio dei fratelli Coen che lo hanno sceneggiato o di George Clooney che lo ha diretto? Mentre la critica soppesava meriti e colpe di un film davvero glamour ma che ha poco convinto il Lido, Suburbicon portava una punta di thriller nero e genuinamente cattivo al Lido.
L'incipit da tranquilla e perfetta periferia borghese americana nasconde prevedibilmente segreti oscuri e delitti, ma raramente abbiamo visto Matt Damon e Julianne Moore alle prese con ruoli così diabolici. Non sarà incisivo come sperato, ma questa crime comedy con tanto di delitto - filtrato attraverso gli occhi di un ragazzino che capisce che la propria famiglia è in pericolo ma non sa il perché - possiede quell'ambiguità destabilizzante che ti tiene incollato alla sedia fino al finale luciferino.
6 - Disappearance
Presentato nella sezione Orizzonti, il nuovo film di Ali Asgari conferma ancora una volta come una nazione ricca di contraddizioni e tensioni come l'Iran abbia un panorama cinematografico solidissimo e davvero senza pari in Medioriente. Applauditissimo da pubblico e critica, Disappearance sorprende soprattutto per l'approccio di genere per quello che altrimenti sarebbe un comune film drammatico di stampo autoriale.
La camera pedina letteralmente la giovane coppia protagonista, che nel cuore della notte corre da un'ospedale all'altro della città alla ricerca di una misteriosa cura medica che non viene loro data. Cosa è successo alla ragazza protagonista? Perché i medici si rifiutano di aiutarla? A metà tra spaccato sociale delle contraddizioni iraniane d'oggi e thriller pieno di tensione tra le corsie degli ospedali, Disappearance prova che il linguaggio cinematografico di genere può aumentare l'impatto del cinema autoriale.
7- No Date No Signature
Altro film iraniano, altro bizzarro miscuglio tra crime e cinema d'autore. Vahid Jalilvand gira quel che è un'indagine dalla parte del presunto assassino. Il protagonista di No Date No Signature è infatti un patologo che lavora in obitorio e si ritrova suo malgrado a chiedersi se sia diventato un carnefice. Una sera infatti investe accidentalmente una famiglia in moto, senza apparenti conseguenze. Poco dopo il cadavere del bimbo arriverà sul suo tavolo all'obitorio. Il bimbo è morto per cause concorrenti o è stato l'incidente ad ucciderlo?
Acuto nell'indagare l'animo umano e intenso nel calarsi nei panni di un assassino che deve scegliere se indagare sulle sue colpe, No Date No Signature è un nuovo, intenso film iraniano che meriterebbe di approdare anche nelle nostre sale.
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