Gli occhi di Tammy Faye è un impietoso ritratto delle follie di un paese puritano e bigotto, avido e ipocrita come gli Stati Uniti d'America. Presentato al Toronto International Film Festival e al Festival di San Sebastián prima del passaggio italiano alla Festa del Cinema di Roma, il film di Michael Showalter (già regista di The Lovebirds e The Big Sick) porta sugli schermi l'incredibile storia vera della telepredicatrice di TPL – una strepitosa Jessica Chastain – e di suo marito Jim Bakker, interpretato da Andrew Garfield.
Prodotto dalla stessa Chastain con Kelly Carmichael, Rachel Shane e Gigi Pritzker, Gli occhi di Tammy Faye è una classica cinebiografia (tanto accurata e equilibrata da risultare a tratti didascalica e assolutoria) che sceglie di affrontare cosa si nasconde dietro la facciata perfetta della famiglia fondata su rigidi valori morali e principi religiosi, ma travolta dal tracollo di un impero immobiliare costruito con i soldi dei fedeli e dallo scandalo mediatico che ne seguì.
Il biopic si basa sul documentario omonimo di Fenton Bailey e Randy Barbato, narrato dalla drag queen RuPaul e premiato al Sundance, ma in alcuni punti la sceneggiatura di Abe Sylvia si discosta dagli eventi per evidenti ragioni narrative. Quanto è fedele The Eyes of Tammy Faye alla realtà e ai fatti accaduti? E che fine hanno fatto oggi due delle personalità più discusse e controverse degli Stati Uniti e i loro due figli?
- La storia vera dietro Gli occhi di Tammy Faye
- Tammy e Jim Bakker sono ancora vivi?
- Che fine hanno fatto i figli della coppia?
La storia vera dietro Gli occhi di Tammy Faye
Tantissime scene del film provengono direttamente dagli show dei Bakker. Buona parte di quello che si vede è quindi successo davvero, dalle origini umili di Tammy a International Falls con i sette fratelli, un periodo di sofferenze segnato dal divorzio della madre Rachel (nel film Cherry Jones) e dal suo secondo "scandaloso" matrimonio con Fred Grover (Fredric Lehne), alle irregolarità finanziarie che distruggono la coppia e il loro impero. Compresi l'insabbiamento sulla triste vicenda della mazzetta data alla segretaria Jessica Hahn per coprire un presunto stupro commesso da Jim e la rivelazione della sua bisessualità, da lui sempre negata persino sotto giuramento.
Nel mezzo sono realmente avvenuti gli studi alla North Central University di Minneapolis e l'incontro tra i due; i primi programmi di pupazzi alla CBN (Christian Broadcasting Network) di Pat Robertson (il televangelista e "mogul" rebblicano, interpretato da Gabriel Olds, è ancora vivo e vegeto), il successo del Club dei 700 e la nascita prima di TBN (Trinity Broadcasting Network) e poi di PTL (Praise The Lord), il più grande network televisivo religioso al mondo; l'ambizioso progetto della "Disneyland cristiana", il parco a tema Heritage USA di Fort Mill; il trucco pesante di Tammy, le ciglia finte, le labbra tatuate, la voce stravagante, i brani incisi da cantante; la vicinanza alla comunità LGBTQ+ e la voglia di affrontare nelle sue trasmissioni argomenti tabù come le protesi falliche e l'Aids.
Chastain racconta nelle note di regia di aver scoperto la fede sincera di Faye, oltre i gossip e le copertine delle riviste scandalistiche, soltanto dopo aver visto il documentario di Bailey e Barbato. Per "diventare" la telepredicatrice ha studiato per sette anni (ha acquisito i diritti sull'autobiografia nel 2012) ore e ore di filmati del Jim and Tammy Show, è arrivata a memorizzare la gestualità e le inflessioni vocali della televangelista, ha accettato di indossare un pesantissimo trucco prostetico sul volto che le ha fatto venire profonde rughe e quasi rovinato per sempre la pelle.
Soltanto a quel punto l'attrice ha capito la complessità di un personaggio "larger-than-life", "il ministro ordinato che Jim non fu mai" e una figura completamente diversa "dalla caricatura creata dai media". Lo confermano Bailey e Barbato, che raccontano così una donna schietta, dolce e "in anticipo sui tempi" come Faye.
Tammy aveva lo spirito di una vera emarginata e il coraggio di una drag queen: era il tipo di ragazza che piace a noi. Tutti pensavamo che ciò che la stampa scriveva sul suo conto e su quello del marito fosse vero. In realtà, abbiamo scoperto che era così come appariva: gentile e premurosa, totalmente onesta, sincera e schietta. Non indossava nessuna maschera. La realtà dei fatti è molto più sfumata e complessa di come i media la raccontarono all'epoca.
L'intervista con il pastore gay Steve Pieters (interpretato da Randy Havens) è un pezzo di storia della televisione americana: è andata in onda al Tammy's House Party nel novembre del 1985. Alle critiche dei fedeli capeggiati dall'ultraconservatore Jerry Falwell (Vincent D'Onofrio nel film: il vero Falwell, fondatore della Thomas Road Baptist Church, è morto nel 2007 per un'aritmia cardiaca), Faye rispose: "Io credo che Gesù ama tutti noi, e dovrei farlo anch'io".
Pieters è ancora vivo: oggi canta nel Gay Men's Chorus di Los Angeles e lavora come psicoterapeuta presso Alternatives, un centro di Glendale in California che aiuta persone LGBTQ+ con dipendenze da droghe e alcol. In un'intervista a Religion & Politics, il reverendo rivela come venne contattato dai produttori di PTL, il suo legame con Tammy e con il figlio Jay, l'imbarazzo provato sul "pink carpet" e davanti ai paparazzi alla premiere del film, l'incontro con Jessica Chastain e i complimenti ricevuti da Vincent D'Onofrio.
Nell'arco della sua carriera Tammy Faye ha scritto sei libri e inciso 24 dischi, da Tammy Tammy Tammy del 1970 a Favorite Songs of Inspiration del 1996. Il suo bestseller è l'autobiografia I Will Survive... And You Will, Too!, il diario di una "sopravvissuta" nel quale ha ripercorso a cuore aperto la fede, la depressione, le dipendenze (dagli antidepressivi e dalla Diet Coke), il divorzio e il cancro.
"I miei capelli sono rossi… – scrive nel libro – almeno oggi: non ricordo il colore di una volta! Ma il rosso non sarà neanche quello definitivo. Magari la settimana prossima sarò bionda. Non sapevano nemmeno che colore mettere sulla patente!".
Porto 38 e mezzo di scarpe, una taglia difficile da trovare. Ho sempre sperato di avere i piedi più grandi. Mi domando se avrebbe rovinato qualche piano eterno se Dio mi avesse fatto alta un metro e mezzo e un pollice e con un 40 e mezzo di piede. Glielo chiedo quando lo raggiungerò in Paradiso.
Tammy e Jim Bakker sono ancora vivi?
Jim Bakker è vivo, Tammy no. I due hanno divorziato nel 1992: il 3 ottobre 1993 Faye sposa Roe Messner, l'imprenditore edile che aveva costruito Heritage USA e numerose chiese, interpretato nel film da Sam Jaeger. I Bakker ne avevano passate davvero troppe. All'inizio degli anni '80 si diffusero parecchie voci su una relazione a Nashville tra Tammy e il cantante e produttore musicale texano Gary Paxton (nel film la star del country Mark Wystrach), mentre Jim aveva relazioni extraconiugali con uomini e donne.
Inoltre il 6 dicembre 1980 era scoppiato lo scandalo di Jessica Hahn. La 21enne segretaria di PTL, futura modella per Playboy e attrice di scarso successo, dichiarò di essere stata drogata e stuprata da Bakker e da un altro predicatore, John Wesley Fletcher (interpretato da Louis Cancelmi), durante un viaggio di lavoro a Clearwater, in Florida. La donna venne pagata 287mila dollari per non rivelare questa informazione, ovviamente con le donazioni degli "associati" a PTL.
Nel 1983 un'indagine della Federal Communications Commission fece venire a galla che i 350mila dollari raccolti nel corso di una maratona televisiva per essere devoluti ad alcune missioni religiose all'estero, erano stati utilizzati per la costruzione di Heritage USA. Non solo: 1,3 milioni di dollari, i fondi di PTL, venivano usati per mantenere lo sfarzoso stile di vita dei Bakker. Jerry Falwell prese il controllo del network e licenziò la coppia dalla televisione che loro stessi avevano creato.
Bekker si prese tutta la responsabilità per la truffa e nel 1989, con 24 capi d'accusa tra cui frode e associazione a delinquere, venne giudicato colpevole e incarcerato. Dopo cinque anni di prigione a Rochester e il rilascio in libertà vigilata, nel 2003 è tornato al televangelismo con la seconda moglie Lori: il suo programma, The Jim Bakker Show, va in onda ogni giorno sulla rinnovata PTL e abbraccia il millenarismo apocalittico. Il reverendo vende al suo pubblico confezioni di cibo liofilizzato e soluzioni di argento colloidale (a suo dire panacea per tutti i mali, persino il Covid) per prepararsi alla fine dei giorni.
Tammy Faye ha avuto un destino diverso. Negli anni '90, dopo l'arresto di Bekker e il collasso del PTL Club, divenne un'attivista per accendere i riflettori sul silenzio che uccide i malati di Aids e una sostenitrice della comunità LGBTQ+, apparendo spesso ai Gay Pride accanto ad icone come Lady Bunny e Bruce Vilanch.
Nel 1996, dopo il matrimonio con Roe Messner ed essersi spostata a Matthews nel North Carolina, Tammy subì un altro duro colpo: l'arresto del marito, condannato per bancarotta fraudolenta per essersi indebitato di quasi 30 milioni di dollari con più di 300 creditori. Messner è ancora vivo, ma ha dovuto scontare 27 mesi di carcere e numerose difficoltà per curare il suo cancro alla prostata perché rimasto senza assicurazione sanitaria.
A Tammy è andata peggio. Ci ha riprovato con la televisione conducendo il Jim J. and Tammy Faye Show con Jim J. Bullock, ottenendo una piccola parte da attrice nella sitcom The Drew Carey Show e partecipando nel 2004 al reality The Surreal Life. Ma nel 1996 le venne diagnosticato un cancro al colon: nonostante le chemioterapie, muore il 20 luglio 2007 dopo una lunga battaglia contro il tumore nella sua casa di Loch Lloyd, vicino Kansas City. La sua ultima apparizione in video è quella del 18 luglio al talk show Larry King Live, due giorni prima della sua scomparsa all'età di 65 anni.
Che fine hanno fatto i figli della coppia?
Come si vede nel film, Tammy Faye e Jim Bekker hanno avuto due figli: Tammy Sue "Sissy", nata nel 1970, e Jamie Charles "Jay", nato nel 1975. Sposata dal 1987 con Doug Chapman, Sissy ha reso Tammy nonna di due nipotini: James e Jonathan. Sia Tammy Sue che Jamie Charles hanno studiato al Bible College per diventare reverendi. Ma mentre Sissy preferisce tenere la sua vita privata lontana dai riflettori e limita al massimo le presenze sui social media, Jay ha seguito le orme dei genitori.
Bekker junior si è sposato due volte: la prima volta (chiusa con il divorzio) con Amanda e in seconde nozze con Karin Aebersold nel 2013. Jay ha raccontato nell'autobiografia Son of a Preacher Man: My Search for Grace in the Shadows, nel documentario One Punk Under God: The Prodigal Son of Jim and Tammy Faye di Sundance TV e in una lunga intervista concessa a Time Magazine tutte le difficoltà nate dall'essere "figlio di".
Il trauma dello scandalo dei genitori e della condanna di suo padre, l'ostracismo degli altri sacerdoti e della comunità religiosa del Minnesota hanno portato il reverendo Bakker ad un periodo turbolento fatto di abuso di droga e alcol. Jay ne è uscito soltanto negli ultimi anni, aprendo una sede della Revolution Church prima ad Atlanta e poi a New York. A differenza del padre, nei suoi sermoni predica un cristianesimo aperto e inclusivo, lontano da quello "mainstream": mette in discussione i dogmi dell'espiazione della colpa e della salvezza, incoraggia il dubbio e l'incertezza, è critico nei confronti del fondamentalismo e della destra neocon, condanna l'influenza della politica nella religione perché impedisce una discussione civile su argomenti come l'omosessualità e l'aborto, approva i matrimoni gay. Insomma, è un degno figlio di Dio e di mamma Tammy.
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