Essendo uno dei monarchi più amati e gloriosi della storia inglese, Enrico V è stato interpretato molte volte nel corso degli anni, a partire dal dramma storico di William Shakespeare composto tra il 1598 e il 1599. Il Re di Netflix è soltanto l'ultima delle sue numerose iterazioni e si rifà proprio all'Enrico V del celebre drammaturgo, pur rimanendo un adattamento libero e innovativo. Nella pellicola diretta da David Michôd, il principe edonista e ribelle Hal (interpretato da un ottimo Timothée Chalamet) è rinnegato dal padre, che gli preferisce il fratello minore, e conduce una vita nella dissolutezza. Tuttavia, mentre le ribellioni insorgono e i pericoli minacciano la corona, Hal è costretto a farsi avanti e sale al trono giovanissimo.
Netflix omaggia uno dei sovrani più noti della storia inglese
Michôd sapeva bene cosa stesse facendo quando scelse Chalamet nei panni di Hal/Enrico V. La vera vita del sovrano fu innegabilmente tragica, ma la storia shakespeariana non mira tanto all'accuratezza storica quanto a raccontare di amicizie, tradimenti e guerre. Il Re dà agli spettatori un motivo in più per cui interessarsi alle gesta del monarca: la bellezza del protagonista. Il regista premia i lineamenti delicati dell'attore a ogni inquadratura e, nel caso aveste apprezzato Chalamet in Chiamami col tuo nome, rimarrete soddisfatti dal film storico di Netflix nonostante i suoi (pochi) difetti. Quando incontriamo per la prima volta il principe, è a torso nudo e dorme. I suoi lunghi capelli non sono ancora stati tagliati di netto; indossa una catena d'argento al collo e sembra una rockstar anni '70 che si sveglia dopo una lunga notte di baldoria (che è esattamente quello che è successo). Non approva la condotta belligerante di suo padre e ha rifiutato la vita da regnante, preferendo trascorrere i suoi giorni in mezzo al popolo. Le sue attività quotidiane includono: prendersi cura di uomini feriti, fare sesso con belle donne e bere vino in compagnia del suo migliore amico Falstaff, un divertente personaggio inventato da Shakespeare e interpretato da Joel Edgerton ne Il Re.
È ovviamente dopo l'incoronazione che la vita di Enrico V prende un'altra piega. L'Inghilterra è insidiata da minacce sia interne che esterne e lui, in qualità di re, deve prendere difficili decisioni: la più grande spina nel fianco è la Francia, guidata in battaglia dall'arrogante erede al trono (interpretato da Robert Pattinson), contro cui il Paese finisce per combattere la famosa guerra dei cent'anni. Il regista offre una visione cupa e crudele del conflitto medievale, attraverso una tavolozza di colori spenti per dare maggiore senso a una guerra senza compromessi in un'era spietata. Le sequenze dello scontro sono particolarmente moderne e i duelli corpo a corpo trasmettono la giusta tensione. Il culmine viene raggiunto con la battaglia di Azincourt: volutamente disordinata, immersiva e sanguinolenta, fa eco alla Battaglia dei Bastardi di Game of Thrones. Se, infatti, la serie fantasy di HBO si è ispirata alla guerra dei cent'anni, a livello di storia, Il Re ricambia il favore richiamandone lo stile.
Il Re conferma le qualità di Timothée Chalamet
Il rubacuori hollywoodiano Timothée Chalamet ha già mostrato le sue abilità recitative in Chiamami col tuo nome e in Lady Bird, ma interpretare uno dei grandi pilastri della storia inglese avrebbe potuto essere uno scoglio per lui come per chiunque altro: e invece l'attore ventitreenne stupisce ancora, calandosi nella parte di un principe Hal giocoso e provocatorio prima di trasformarsi in un sovrano più serio e coscienzioso. L'arco narrativo del personaggio - come raccontato da William Shakespeare - è già noto a molti, ma è più facile entrare in empatia con Enrico V se c'è Chalamet a recitare nei suoi panni. Il protagonista è abilmente supportato da un talentuoso cast di personaggi secondari, tra cui spicca il pragmatico lord cancelliere interpretato da Sean Harris e l'alcolizzato baronetto Falstaff, nel film recitato da Edgerton (come già accennato). Piacevole vedere Robert Pattinson nel ruolo del capriccioso Delfino, ma guardando la pellicola in lingua originale è facile accorgersi del suo accento francese forzato e talvolta irritante (anche il doppiaggio non è certo il massimo).
Ben Mendelsohn è invece il padre malato di Hal, un personaggio che si fa presto da parte con la sua morte: ciò implica che il rapporto conflittuale tra Enrico IV e il figlio sia poco esplorato ne Il Re, ma in compenso la relazione tra Hal e la futura sposa Caterina di Valois è magnificamente messa in scena, seppur per breve tempo. Il merito è di una magnetica di Lily-Rose Depp, il cui personaggio non offre facili scappatoie al protagonista e dà un'aria meno passiva alla regina consorte. Prendendosi alcune libertà e distaccandosi parzialmente dalla versione shakespeariana del famoso sovrano, Il Re di Netflix è una rivisitazione modernizzata del dramma originale e ricrea con cura un importante periodo storico, non solo al fronte ma anche nei momenti di vita di corte, dove la politica e gli interessi personali sembrano prendere il sopravvento sul resto. Il difetto più grande del film è che tenta di coprire e sviluppare troppi aspetti della vita di Enrico V, anche quelli in secondo piano, finendo per avere meno tempo di quanto sarebbe servito per approfondirne altri - come il legame assente con il padre.
L'opera di Michôd, sebbene abbia una durata di 140 minuti, è scorrevole e la visione non risulta mai pesante; piccola nota di demerito agli ultimi 20 minuti, che suggeriscono una conclusione più ricca e dinamica in onore a quanto accaduto prima, ma illudono lo spettatore chiudendo la storia del giovane Enrico V in modo brusco e un po' inaspettato.
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