L'uscita nel giorno di Natale è un'inequivocabile dichiarazione d'intenti: sin dal momento scelto per arrivare nei cinema, Jumanji: The Next Level ci tiene a presentarsi come un film d'intrattenimento leggero e divertente, che impegni il minimo indispensabile il pubblico e la sua traballante soglia d'attenzione, già messa a dura prova dai lauti pasti delle feste. A vederla dal punto di vista cinematografico è praticamente una resa: il sequel del remake di Jumanji avanza con le mani tese e lentamente, chiarendo da subito di non voler fare nulla d'improvviso, inaspettato, controcorrente. Non si va al cinema per essere sorpresi da un film come Jumanji: The Next Level, quanto piuttosto per vedergli ripetere trame e scelte che sono state già gradite la prima volta.
D'altronde è già l'espressione "sequel del remake" a chiarire quanto sia un prodotto figlio di questa Hollywood priva di coraggio, spaventata dal rischio che costituiscono le novità e i soggetti originali e desiderosa più di ogni altra cosa di trasformare ogni titolo in un possibile franchise. Accettando queste premesse e rassegnando l'animo cinefilo che è in me, non posso che dare luce verde al film.
Anzi, a tratti questo Jumanji: The Next Level sembra funzionare più e meglio del suo predecessore, anche se non riesco a convincermi del tutto che questa impressione non dipenda dal mio abbandonare ogni residua speranza di un'operazione altrettanto divertente ma molto più coraggiosa.
Squadra che vince s'allarga
I suoi compiti però Sony li ha fatti eccome e anzi: sinceratasi di avere per le mani un prodotto gradito al pubblico in cui valeva la pena investire, ha deciso di aggiungere al cast un nome di peso (comico) come quello di Danny DeVito, qui in forma smagliante nonostante i 75 anni d'età. Al suo fianco Sony è riuscita ad azzeccare una delle attrici in ascesa dell'annata: Awkwafina, anni 31 e professione rapper, protagonista di un piccolo film indie amatissimo dalla critica come The Farewell - Una bugia buona.
Già solo con questi innesti Jumanji: The Next Level poteva fare bene, ma per sua fortuna ritrova un quartetto di protagonisti che continua a divertirsi nel mondo videoludico in cui viene catapultato e che si impegna ben più del minimo sindacale. Quando vedi quanto The Rock, Karen Gillian, Jack Black e Kevin Hart se la intendano e se la ridano, ti senti immediatamente più divertito e rilassato anche tu in sala, lontano da Jumanji il giusto per poterti godere in tutto relax le sue pericolose e avventurose novità.
Certo chi si è occupato della sceneggiatura si è soffermato giusto lo stretto necessario a dare un senso che non fosse "dobbiamo fare un sequel" alla storia. Di fatto non ci viene mai spiegato come la cartuccia del gioco di Jumanji e la sua vecchia console si siano lesionate, quante delle anomalie che si verificano siano figlie del malfunzionamento del gioco e quanto invece sia semplicemente dovuto al passaggio del livello successivo. Allo stesso modo il film si rivela spaventosamente superficiale non appena tenta di fare un discorso appena serio.
Per esempio all'inizio della pellicola Danny DeVito racconta al nipote quanto invecchiare sia terribile, arrivando a dire al giovane che da qui in poi anche per lui sarà tutto un declino. Certo succedono tante cose nel corso del film, dentro e fuori il gioco, ma non è ben chiaro come si possa definire quella stessa vecchiaia un dono poco più avanti nella storia.
Divertente senza conseguenze
Insomma, è meglio concentrarsi su ciò che il film fa meglio: dare vita a Jumanji in veste di vecchia avventura grafica piena d'azione e colpi di scena. In particolare in questo Next Level si è molto curato l'aspetto ludico, inserendo un paio di scene che anche agli smanettoni di un tempo risulteranno soddisfacenti. L'inseguimento nel deserto con gli struzzi e i ponti volanti con gli aggressivi mandrilli sono passaggi decisamente azzeccati. A movimentare ulteriormente la storia e a fornire il gancio comico principale al film c'è poi l'inversione dei personaggi nei rispettivi avatar. Infatti i quattro protagonisti e gli ulteriori giocatori presenti in questa partita non si ritroveranno sempre nello stesso corpo del primo film, con risultati spesso esilaranti.
Insomma, ci si diverte il giusto in sala, soprattutto quanto il film punta sull'azione videoludica o sulla capacità degli interpreti di farsi il verso a vicenda. Non guasterebbe al ritmo della storia se si dimostrasse un minimo di fiducia nelle capacità intellettive dello spettatore. Il film è davvero pedante nel farci da babysitter, fermando continuamente la storia per ricapitolare quante vite rimangano ai protagonisti, chi sia finito nel corpo di chi e via dicendo. Così come mette un po' di mestizia sentire ancora una volta Welcome to the Jungle, gloriosa canzone del 1987, usata come jingle. Da un appetito per la distruzione a marchetta per l'ennesima scena action: poveri Guns N' Roses.
Di certo durante queste festività c'è di molto, ma molto meglio nelle sale: penso a Ritratto della giovane in fiamme, o al bellissimo nuovo film di Ken Loach Sorry We Missed You, altro grandissimo titolo autoriale del 2019. Il problema però non è se ci sia di meglio in sala, ma se ci sia la voglia del pubblico a dedicarsi a una visione più impegnativa del livello minimo richiesto da un film innocuo come Jumanji: The Next Level. Per cui, volenti o nolenti, va bene così.
Jumanji: The Next Level è nelle sale italiane dal 25 dicembre 2019.
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Voto di Cpop
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