Luna Nera: come sono i primi due episodi della nuova serie italiana di Netflix

Abbiamo visto in anteprima i primi due episodi del fantasy tratto dal romanzo "Le città perdute" di Tiziana Triana e che debutterà sulla piattaforma streaming il 31 gennaio: ecco cosa dobbiamo aspettarci.

Autore: Alessandro Zoppo ,

Nell'Italia del XVII secolo, in un paesino della campagna laziale chiamato Serra, Ade, una 16enne proveniente dalla vicina Torre Rossa, assiste impotente alla morte di un neonato. Ade è la nipote di Antalia, "la Saggia" levatrice che l'ha cresciuta con il fratellino Valente, un bimbo cagionevole e solitario che disegna continuamente misteriose lune crescenti.

Sante, il capo dei Benandanti, una setta spietata che dà la caccia alle streghe che vivono al limitare del bosco e sono considerate un pericolo per la comunità, accusa la "vecchia cerusico" della morte della bimba. Quando Antalia viene condannata al rogo e Ade accusata di stregoneria, alla ragazza non resta altro da fare che fuggire e accettare l'aiuto di quelle donne, capeggiate da Tebe, che praticano la magia e reclutano e proteggono giovani come lei.

Emanuela Scarpa / Netflix
Una scena suggestiva della serie Netflix Luna Nera

C'è poi Pietro, il figlio di Sante che studia medicina a Roma: non crede alle superstizioni e soprattutto si è innamorato di Ade dal primo momento in cui l'ha vista legarsi la gonna in vita per evitare di bagnarsi attraversando il fiume. Da allora l'ha soprannominata "Mezzagonna". Inoltre tredici cervi sono stati trovati ammazzati e questo misterioso evento sembra proprio l'inizio della grande Profezia, l'apertura di una barriera che soltanto un'eletta può evitare…

E non è che l'inizio: i primi due episodi di #Luna Nera, la terza serie originale italiana di Netflix (dopo Suburra e Baby) che arriva il 31 gennaio sulla piattaforma streaming in 190 Paesi, promettono un'avventura fantastica insolita e coraggiosa per la serialità nostrana, sia per l'ambizione tematica sia per un ordito ricco di personaggi e colpi di scena.

Partiamo dai numeri. Le riprese di Luna Nera sono durate 16 settimane e sono state realizzate fra Roma (gli studi di Cinecittà e il Parco degli Acquedotti), il borgo fantasma di Celleno, le antiche rovine di Canale Monterano, il castello di Montecalvello e uno degli angoli più remoti e suggestivi del Lazio, la Selva del Lamone.

Il team creativo dietro questo progetto è quasi tutto al femminile: il romanzo di partenza è il "libro primo" della saga, intitolato Le città perdute e scritto da Tiziana Triana, che ha collaborato alle sceneggiature con Francesca Manieri (Il miracolo), Laura Paolucci (#L'amica geniale) e Vanessa Picciarelli (Bangla). Le registe sono Francesca Comencini, Susanna Nicchiarelli e Paola Randi.

La protagonista Antonia Fotaras, già vista nei panni della ragazza occitana nella mini-serie #Il nome della rosa, guida un cast composto da esordienti (Giorgio Belli, Adalgisa Manfrida, Giada Gagliardi, Filippo Scotti), interessanti volti emergenti (Barbara Ronchi, Adalgisa Manfrida) e affermate attrici teatrali (Manuela Mandracchia, Federica Fracassi).

Emanuela Scarpa / Netflix
Una scena della serie Netflix Luna Nera

La produzione è Fandango e Domenico Procacci, alla conferenza stampa di presentazione della serie, rivendica quest'impresa audace: fare un fantasy made in Italy, come da noi non si è mai visto.

Noi europei, noi italiani in particolare, abbiamo alle spalle nella nostra storia tanti elementi narrativi estremamente interessanti, e molto ci viene spesso saccheggiato, lo si è visto in Game of Thrones. Perché non raccontarle noi quelle storie? Luna Nera è una sfida, fatta con attori e maestranze italiane e con ambizione, contro ogni pregiudizio.

Luna Nera è nei fatti un racconto fantastico che fonda le sue radici nella realtà. La produzione appare tecnicamente impeccabile, dalle scenografie e i costumi (di Paola Comencini e Susanna Mastroianni) alle musiche (composte da Elisa Zoot e Ariel Lerner, ovvero i Black Casino and the Ghost) fino agli effetti speciali (almeno quelli visti finora) per gli incantesimi.

Tiziana Triana spiega che romanzo e serie si differenziano su più linee, ma i temi fondamentali sono vicini.

L'idea di dare visibilità a un patrimonio tutto nostro, un pezzo di storia dimenticata, è il motore che ci ha fatto andare avanti.

Il tema della sorellanza è al centro di Luna Nera: un gruppo di donne sono perseguitate perché praticano antichi saperi, quelli sui quali la Chiesa cattolica e la scienza hanno fatto calare una cappa d'oscurità. Le streghe sono combattute perché sono temute: la loro missione è quella di demolire quel confine che è stato costruito tra conoscenza e ignoranza, femminile e maschile. Lo conferma l'autrice.

La serie ci ha permesso di ricollocare al giusto posto quelle donne, per riuscire a capire meglio il nostro presente.

Il romanzo stesso si apre con una citazione di Ernesto De Martino: "L'alternativa fra 'magia' e 'razionalità' è uno dei grandi temi da cui è nata la civiltà moderna". Francesca Comencini lo ribadisce: Luna Nera parte dall'idea che "non c'è niente di più magico della realtà e niente di più reale della magia". Il mondo femminile che descrive poggia sui "momenti non visibili di cui le donne sono storicamente testimoni": la nascita, la malattia, l'amore, la morte. E soprattutto le donne protagoniste non sono mai descritte come vittime.

Le streghe sono tornate grazie al femminismo degli anni '70, se tornano d'attualità oggi è perché sono libere e ribelli, rispondono a canoni che non sono necessariamente quelli che devono essere: magari non sono belle, non hanno un uomo, non stanno un passo indietro. Rappresentano la più grande utopia del nostro tempo: per gli uomini la possibilità di sfuggire dal dominio, per le donne quella di sfuggire dalla sottomissione.

Emanuela Scarpa / Netflix
Antonia Fotaras in una scena della serie Luna Nera

Le tre sceneggiatrici sottolineano come si siano dovute misurare con una materia ostica: restituire voce a donne di cui sappiamo pochissimo (perché "le loro storie e confessioni sono state estorte con la tortura e scritte da preti e giudici uomini", dice Francesca Manieri), trasferire un impianto filologico e realistico in un prodotto di genere ed entrare in un meccanismo globale con una specificità tutta italiana.

L'obiettivo è "portare al grande pubblico dei contenuti importanti come la paura del diverso, la ricerca del capro espiatorio, la battaglia tra l'ignoranza e la scienza", racconta Susanna Nicchiarelli. Il fantasy, genere a carburazione lenta per eccellenza, diventa così un territorio "di grande sperimentazione e libertà", confessa Comencini.

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Se il primo episodio ha soprattutto la funzione di scaraventarci nell'azione con un realismo estremo, senza molti momenti d'introduzione o tanti cambi di scenario, già nel secondo, con l'approdo di Ade e Valente nella casa delle Città Perdute, aumenta il senso del fantastico.

Peccato che l'unica scena di combattimento vista verso la fine del secondo episodio (un duello di spada che vede Ade e Janara impegnate contro un gruppo di Benandanti) lasci a desiderare. In ogni caso, l'azione non pare certo il fulcro della serie e quindi poco male.

Per ora, Luna Nera promette davvero bene.

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