Gloria Bell, la recensione: Julianne Moore se ne andrà ballando

Reduce dal primo premio Oscar mai vinto dal cinema cileno, Sebastián Lelio sbarca a Hollywood, girando la versione americana del suo film d'esordio. La recensione di Gloria Bell.

Autore: Elisa Giudici ,

È dura la vita sotto i riflettori degli studios losangelini. Nonostante i tanti tentativi di ampliare lo strettissimo standard hollywoodiano, rimane un fatto che per stare davanti a una cinepresa, da donna e da protagonista, è pressoché indispensabile avere meno di quarant'anni ed essere possibilmente bianca, assolutamente piacente e pronta a fare l'interesse amoroso del maschio della situazione. Già sopra i trenta si finisce sempre più spesso per diventare "la madre di", uno scomodo ruolo da comprimaria che finisce per soffocarti. Chiedete per esempio a Laura Dern, 51enne favorita di David Lynch e rilanciata da Big Little Lies, che negli ultimi anni ha collezionato un numero impressionante di maternità cinematografiche.

Per finire invece dietro la macchina da presa quando il passaporto non è a stelle e strisce, bisogna solitamente essere considerati dei mezzi geni in patria e prestarsi a corvée cinematografiche che somigliano spesso a veri e propri patti col diavolo. Ci sono registi che si adattano con grande facilità (vedi il greco Yorgos Lanthimos) ma ci sono cineasti che fuggono a gambe levate, riassaporando la loro libertà creativa in patria. 

All'ombra degli studios però esiste il cinema indipendente che, pur dominato da regole non poi così dissimili, consente un certo spazio di manovra. In quella che somiglia a una alleanza tra "scartati" non è raro che attrici di prima fascia dopo il 50esimo anno d'età decidano di prodursi da sole i film che le vedono protagoniste, cercando storie che raccontano una landa quasi inesplorata a Hollywood: quella della vita delle over 50. Julianne Moore di anni ne ha 58 e ha dalla sua importanti rapporti di stima e affetto con tanti registi di alto livello. Eppure vediamo il suo nome tra i produttori di Gloria Bell, segno che anche tra star di primissimo livello questo problema è tutt'altro che marginale.

Sebastián Lelio invece lo avevamo lasciato con un Oscar al miglior film in lingua straniera per Una donna fantastica, al fianco del produttore e mentore del cinema cileno Pablo Larraín. Dopo il successo di critica di Disobedience e con la sua casa di produzione Fabula, Larraín (a sua volta impegnato nel passaggio al mondo degli studios) è ancora una volta al fianco dell'amico e collega Lelio, per un'operazione che di fatto è un grande classico hollywoodiano: il remake di un film straniero, adattato alle atmosfere e ai gusti statunitensi. Gloria Bell è la versione statunitense di Gloria, il film cileno del 2013 che lanciò la carriera di Leilo. Stavolta però questa operazione di "americanizzazione" vede al comando un folto gruppo di autori stranieri, con risultati interessanti sul prodotto finale.

Cinema
Julianne Moore nei panni di Gloria Bell
Cosa non deve fare un'attrice over 50 per avere un ruolo da protagonista a Hollywood

Voglio andarmene ballando

Le ombre cominciano ad allungarsi sulla vita quotidiana di Gloria Bell (Julianne Moore), assicuratrice con alle spalle un matrimonio finito e due figli ormai grandi, impegnati a costruirsi la loro realtà familiare. La vita quotidiana di Gloria è abbastanza solitaria: si alza, caccia dall'appartamento un inquietante gatto a pelo corto che trova sempre qualche misteriosa via per entrare, si prepara e va al lavoro cantando le canzoni disco che sente nell'autoradio. Le prospettive di pensione per lei sono lontane, ma sul luogo di lavoro le sue amicizie storiche cominciano a diradarsi. È la stessa madre di Gloria, benedetta da una certa sicurezza economica e da una salute di ferro, a ricordare alla figlia che la vita passa in un attimo

Cinema
Julianne Moore in Gloria Bell
Julianne Moore nei panni di una splendida donna comune, ex moglie e madre

Gloria fa yoga e ginnastica, ha una vita sociale attiva, qualche volta va a ballare le hit dance del passato, perdendosi nel ritmo trascinante della musica. Sullo sfondo della sua routine quotidiana felice e abbastanza appagante però c'è un'ombra sottile: quella della consapevolezza che l'età avanza, i figli crescono e lei è sola. L'entrata in scena di Arnold (John Turturro), un timido imprenditore conosciuto sulla pista da ballo, sembra portare uno scossone nella vita di Gloria. Un secondo grande amore, altrettanto profondo e sessualmente appagante del primo matrimonio, potrà cambiare la vita di Gloria, che sembrava bloccata su un ripetersi eterno di gesti quotidiani?

Julianne Moore prende il timone della sua carriera 

Dopo Nicole Kidman, Jennifer Aniston e Laura Dern (ma l'elenco sarebbe ben più lungo), anche Julianne Moore si unisce alla folta schiera di attrici decise a trovarsi da sole quei ruoli che Hollywood non garantisce loro. Ruoli importanti, protagonisti, capaci di raccontare senza stereotipi o melensaggini la vita quotidiana, talvolta noiosa ma spesso incredibile, di chi ha superato con successo e serenità la fase di procreazione di una nuova generazione.

Non a caso da produttrice è andata a pescare proprio nel ricchissimo bacino sudamericano. In questa regione cinematografica (provvista di cinema di grande qualità) di ruoli del genere se ne trovano parecchi. Non mancano insomma personaggi femminili over 50 raccontati da sceneggiature ineccepibili, che non si lasciano andare a facili sentimentalismi geriatrici, ma che raccontano vite di donne complesse, complicate e affascinanti. Si pensi per esempio al superbo film brasiliano Aquarius, amatissimo a Cannes nel 2016, con una Sônia Braga strepitosa in un ruolo impensabile negli Stati Uniti.

Stavolta però l'operazione non è un mero ricopiare in salsa americana una storia cilena di successo. Il logo di Fabula e il tocco inciviso dell'accoppiata Larraín-Leilo si sente molto più che in Disobedience, che mancava proprio di quel mordente tipico del loro cinema. Non è che Gloria Bell tutto funzioni sempre per il meglio, anzi. Si sente l'impasse di chi si muove in uno spazio non pienamente suo, con una storia pensata per volti e luoghi diversi accuratamente piegata per entrare al meglio in un mondo differente. 

Cinema
Julianne Moore con gli occhiali in Gloria Bell
Gloria racconta l'improvviso impaccio di riscoprirsi innamorati dopo i 50 anni

Qualche indecisione e momento di stanca c'è in Gloria Bell. Pur ricalcando abbastanza fedelmente (pedissequamente?) il suo originale, non raggiunge la stessa forza vitale e creativa. Tuttavia Julianne Moore sa mettere a frutto un ruolo tanto raro e tanto desiderato, svelando a poco a poco un personaggio molto più complesso della classica donna che riscopre l'amore dopo i 50 anni. Anzi, il film racconta l'amore come "un miscuglio di felicità e ansia", in chiave strettamente (talvolta dolorosamente) contemporanea. Arnold e Gloria scoprono un'intesa perfetta, ma minata dai legami con i matrimoni passati e dalle vite dei figli adulti ma da loro dipendenti. Variabili che avevano fino ad allora sottovalutato. 

A chi ne ha amato i film cileni Leilo qui il regista non può che sembrare se non impacciato, quantomeno un po' trattenuto. Non è il cineasta visionario e ricco di picchi emozionali del bellissimo Una donna fantastica, ma chiaramente non è nemmeno il solito mestierante statunitense. C'è una libertà inaspettata e brillante in come Julianne Moore possa fumare, fare sesso e rimanersene davanti alla cinepresa senza vestiti addosso, ma senza quello sguardo pruriginoso a cui siamo abituati. Questo approccio fa sentire anche lo spettatore leggero, libero, di fronte a un film senza freni nel guardare la realtà del quotidiano, senza ingentilirla o mediarla. 

Scottata, cambiata dalla consapevolezza che il suo tranquillo tran tran può essere ancora sconvolto dall'amore, sul gran finale Gloria torna sulla pista da ballo, dopo aver lottato per la propria felicità e indipendenza. Improvvisamente tutto cambia. In quei cinque minuti finali, tra le luci rosate della pista e la musica sempre più trascinante, finalmente Leilo si concede di essere sé stesso, confezionando una chiusa memorabile ed emozionante al suo secondo, timido bussare alle porte del cinema statunitense. 

Seppur non ai livelli dell'originale (che vale una visione) Gloria Bell è un film sulla terza età che si meritano le attrici over 50 ma anche gli spettatori di quella fascia d'età e i cinefili tutti: perché la Morte bisogna guardarla in faccia, e attenderla ballando, senza avere paura, senza nascondersi. 

Cinema
Julianne Moore nei panni di Gloria
Leilo riesce ad essere sé stesso solo sul gran finale e sulla pista da ballo

Gloria Bell arriverà nelle sale italiane il 7 marzo 2019.

Commento

Voto di Cpop

70
Il cileno Leilo rifà il suo film d'esordio in chiave hollywoodiana, senza perdere il suo tocco unico. Julianne Moore conquista così un ruolo importante, ma l'operazione sa comunque di accessorio.

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