Il gatto con gli stivali 2: un sequel che conquista davvero

Sequel sì, ma con le idee giuste: in tanti dovrebbero prendere esempio da come Dreamworks ha lavorato su Il gatto con gli stivali 2: la recensione.

Autore: Elisa Giudici ,

Dreamworks con questo film dà davvero una lezione di cinema ai concorrenti, soprattutto nel campo dei film d’animazione per bambini. Il gatto con gli stivali: l’ultimo desiderio avrebbe tutte le premesse del secondo capitolo (e spin-off di Shrek) prodotto per capitalizzare sull’amore che il pubblico e in particolare i più piccini hanno verso questo personaggio. Bastava fare il minimo sindacale, riproporre sempre gli stessi tormentoni e le stesse battute per assicurarsi un certo seguito al botteghino. 

Invece prima di procedere ad affascinare il pubblico con brani musicali orecchiabili, easter egg e riferimenti gustosi ai film di Shrek e agli immancabili occhioni del protagonista (e non solo), si è ben pensato di scrivere una sceneggiatura ricca di spunti non banali, con una storia davvero avvincente e capace di toccare il cuore anche dei più grandi in sala. Tanto che mi sento di consigliare questo film anche a chi non fa da "accompagnatore" a un piccolo spettatore. 

Cosa è cambiato nel Gatto con gli Stivali? Tutto

Sono passati ben 11 anni dal primo film dedicato al micio spadaccino doppiato in originale da Antonio Banderas. Nel frattempo Shrek è rimasto in pausa e il processo di character design che Dreamworks utilizza per per questo franchise ha subito un restyling profondo, soprattutto per quanto riguarda lo stile d’animazione del Gatto con gli stivali. Meno tridimensionale, più cartoon d’altri tempi, estremamente stilizzato e stiloso nelle scene d’azione.

Dreamworks insomma si è presa il suo tempo o forse, a corto d’idee, ha rispolverato uno dei personaggi più amati della sua scuderia. Tuttavia ha fatto le cose davvero per bene, con il chiaro obiettivo di trarne innanzitutto un buon film, prima di pensare al profitto che probabilmente ne seguirà.

La trama di L’ultimo desiderio

Stavolta il Gatto con gli stivali dovrà vedersela con un nemico a cui è difficile sfuggire: la Morte. Avendo utilizzato la sua ottava vita, il Gatto sente per la prima volta la paura e decide di ritirarsi dalla scena, in un avvilente rifugio per “gatti da grembo” dove conoscerà un cagnolino senza nome che finge di essere un felino. Quando Riccioli d’Oro e i tre orsi tenteranno di contattarlo, il Gatto scoprirà che forse esiste un modo per riottenere le sue vite, ma passa attraverso un’avventura ricca d’insidie e vecchie conoscenze del mondo delle fiabe.

Il Gatto con gli stivali è adatto ai bambini?

Il Gatto con gli stival: l'ultimo desiderio delizierà i bambini con le avventure rocambolesche del suo carismatico protagonista felino, che nonostante la crisi personale qui affrontata non perde certo la sua verve da eroe. A sorpresa però questo è anche un film con tanto, tantissimo da dire agli adulti in sala, che affronta un tema non facile come l’accettazione della propria mortalità in maniera toccante e molto, molto sensibile. 

Indubbiamente una delle migliori pellicole in sala durante il ponte del 8 dicembre, che assicura divertimento garbato ma molto più acuto del previsto. 

L’immagine di copertina di questo articolo è presa da Il Gatto con gli stivali 2: l’ultimo desiderio di Universal.

Commento

Voto di Cpop

75
Divertente e a tratti potente: non stupitevi se vi farà scendere qualche lacrima e, nel caso non ci siano bambini in casa, vale comunque la pena di andare al cinema.

Pro

  • Il nuovo stile d'animazione
  • La scelta di una tematica coraggiosa
  • Sa parlare anche agli adulti

Contro

  • Non resiste a risfoderare i suoi tormentoni
  • Ci sono davvero tante canzoni
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