Lettere da Berlino, la recensione: la classe operaia contro il Nazismo

Autore: Elisa Giudici ,

Germania, 1947. Mentre il Paese fatica ancora a riprendersi dalla distruzione e dalla sconfitta della Seconda guerra mondiale, lo scrittore Hans Fallada entra in possesso, grazie a un collega, di una serie di documenti redatti dalla Gestapo. Il fascicolo racconta della caccia e della cattura di una coppia di coniugi appartenenti alla classe operaia. Dopo la morte del figlio al fronte, marito e moglie avevano cominciato a lasciare in moltissimi edifici pubblici berlinesi cartoline recanti slogan e esortazioni antifasciste. Occorsero 18 mesi per catturarli.

Sellerio
La recensione di Lettere da Berlino
L'edizione italiana del romanzo

Questa formidabile storia di quieta resistenza dal basso si è trasformata in uno dei primi e più celebri romanzi antifascisti, lodato dallo stesso Primo Levi: Ognuno Muore sole, edito in Italia da Sellerio. Celeberrimo in patria (dove è una lettura scolastica obbligatoria), il romanzo nel 2009 ha conosciuto un incredibile successo internazionale grazie alla traduzione in lingua inglese. La riscoperta di questo titolo ha permesso allo sceneggiatore Vincent Perez di portare finalmente alla luce un progetto che tentava invano di far decollare da anni. 

Advertisement

Così un regista svizzero di origini spagnole il cui nonno combatté e morì contro il regime di Franco è riuscito a raccontare una storia di resistenza tedesca, in un adattamento cinematografico in lingua inglese, Lettere da Berlino. Al suo fianco ha voluto innanzitutto Emma Thompson (Saving Mr. Banks), la celebre attrice inglese che ha un marito tedesco. Poi si è unito l'irlandese Brendan Gleeson (Calvary), che ha vissuto e si è esibito da giovane per le strade berlinesi. A contrastare questa incredibile coppia di attori e coniugi è infine arrivata una delle promesse attoriali più interessanti degli ultimi anni: Daniel Brühl (Rush) attore di origini spagnole e tedesche. 

Videa
L'antifascismo torna al cinema con Lettere da Berlino
Brendan Gleeson nei panni di Otto

Basta tutto questo a redimere Lettere da Berlino dallo spettacolarizzare una storia tedesca in nome della mai sopita smania hollywoodiana di storie con i nazisti nel ruolo eterno di cattivi che più cattivi non si può? Sì. Lettere da Berlino è tutto fuorché spettacolare: è la celebrazione di un ordinario tedesco, lontano dalla resistenza intellettuale o eroica.

Advertisement

La resistenza nasce dal lutto per un figlio morto sul fronte, l'idea di scrivere cartoline contro il Führer dal dolore di un padre che si sente tradito e ingannato dal capo del suo governo, dallo smarrimento di una madre che non riesce a ritrovare il suo ruolo. Sullo sfondo c'è un condominio in cui interessi, classi sociali e prese di posizione verso il regime nazista s'intersecano di continuo e con esiti pericolosi. 

Certo Lettere da Berlino non è un film dirompente o particolarmente memorabile, almeno non quanto il libro da cui è tratto. Bisogna però ammettere che, se Fallada fu il primo a scrivere un romanzo antifascista, le pellicola di Perez si scontra un con pubblico a cui ogni anno vengono presentate almeno un paio di pellicole su nazisti, Gestapo e persecuzioni antiebraiche. L'orrore che questo regime generò ormai lo conosciamo nei suoi minimi particolari e ci vuole qualcosa d'incredibile e portentoso come Il Figlio di Saul per generare qualcosa di più di una quieta angoscia, quella che ogni storia di sopraffazione e persecuzione genera in noi. 

Videa
Lettere da Berlino, la lotta contro il nazismo torna al cinema
Daniel Brühl e Brendan Gleeson in Lettere da Berlino

Un film che presenta tre protagonisti come Brendan Gleeson, Emma Thompson e Daniel Brühl mette già una forte ipoteca sul risultato finale, che rimane comunque gradevole, contemporaneo (l'ultimo trend da Ladra di Libri a Labyrinth of Lies vede il popolo tedesco come protagonista) e capace di commuovere.

Advertisement

Se il poliziotto di Daniel Brühl è una notevole riproposizione del classico detective analitico ma capace di profonda simpatia per i criminali a cui dà la caccia (fino a sviluppare con loro un rapporto speciale), il film in generale è un po' troppo ancorato al modo tradizionale di raccontare questo tipo di storie per diventare qualcosa di più di un buon racconto tratto da una storia vera. 

Certo che con un trio di attori simili e una storia così importante da raccontare, il risultato è comunque più che soddisfacente. 

Lettere da Berlino sarà nei cinema a partire dal 13 ottobre 2016.

Advertisement
Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...