Bridgerton, 10 fatti storici reali e non dell'Epoca Regency

Autore: Federica Polino ,

La terza stagione di Bridgerton è appena iniziata ed i fan sono già in visibilio, accecati dalla lucentezza del diamante della London Season e desiderosi di assistere a nuovi, succulenti scandali.

Lo show prodotto da Shondaland, ispirato ai romanzi di Julia Quinn e disponibile su Netflix ruota tutto attorno all'evento mondano per eccellenza, e realmente esistito, che avveniva nella Londra dei primi anni dell’800: The London Season, la stagione matrimoniale londinese, il momento perfetto per le giovani nobili per agghindarsi, vestire abiti magnifici e cercare un marito di rango più elevato.

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Un vero e proprio mercato matrimoniale che apriva le danze con l'apertura del Parlamento, terminando solo con il cadere delle prime foglie autunnali. Come tutti i prodotti televisivi romanzati, la serie TV accoglie una serie di elementi realistici, ma anche molti altri di fantasia: oggi siamo qui per illustrarvi 10 fatti storici reali e non sull'Epoca Regency.

Cosa s'intende per Epoca Regency?

L'Epoca della Reggenza Inglese va dal 1811 al 1820: poco meno di 10 anni che hanno avuto una profonda risonanza storica, nel bene e nel male, rivoluzionando l'architettura, la società, il pensiero generale e la moda. Un'Era di transizione ed ostentazione delle ricchezze nobiliari, un ritorno agli antichi sfarzi favorito anche dal periodo di pace londinese.

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A causa della malattia di re Giorgio III, la maggior parte degli incarichi fu assunta dal figlio Giorgio IV, Principe di Galles, grazie al Regency Act: egli detenne a tutti gli effetti il potere reale, mentre la Regina Carlotta divenne la tutrice legale del marito sino al 1818 (anno del decesso della sovrana).

Quale disturbo attanagliava Re Giorgio?

Non è chiaro.
Re Giorgio III, marito della Regina Carlotta, era sicuramente tormentato da una serie di disturbi mentali, oltre a soffrire di alcune problematiche fisiche attestabili e che, pian piano, peggiorarono inesorabilmente la sua condizione.

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Era tormentato costantemente da emorragie, allucinazioni, dolori articolari, cecità e sordità (negli ultimi anni), tutte problematiche che hanno alimentato diverse teorie sulle origini della malattia, in particolare si è discusso circa l'eventualità di un disturbo bipolare o della porfiria, una patologia ereditaria che influenza negativamente sia il corpo, sia la mente del malcapitato.

Il re riuscì a tenere (più o meno) a bada la sua condizione sino alla morte della principessa Amelia, sua figlia prediletta: il doloroso evento determinò un peggioramento consistente.

La rivista scandalistica di Lady Whistledown era reale?

No, ma sono state rinvenute decine e decine di riviste simili ideate a cavallo tra il 1700 e il 1800 (con un boom riscontrato di seguito al crescente utilizzo della stampa): intitolate Fogli Scandalistici (scandal sheet), un esempio lampante è il The Female Tatler di una certa Mrs. Crackenthorpe (personaggio di fantasia), una versione del The Tatler di Richard Steele dedicata, però, a gossip e pettegolezzi quotidiani.

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Malgrado la vita breve (dal 1709 al 1710), il The Female Tatler fu uno dei primissimi periodici scritti per un pubblico femminile (anche se non rivolto esclusivamente a quest'ultimo), dalla satira feroce e arguta.

Trovate una copia filologicamente accurata redatta dall'attrice e scrittrice Fidelis Morgan.

In epoca Regency, alle donne era concesso lavorare?

, durante la Reggenza le donne borghesi ed appartenenti alla popolazione comune potevano lavorare ed essere economicamente indipendenti, senza dover necessariamente sposare un uomo ricco o con un titolo.

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Malgrado ciò, le regole imposte alle nobili d'alto rango divergevano da quelle adottate dalle popolane: paradossalmente, nascere con sangue nobile defraudava le donne di alcune libertà, quali il decidere con chi convolare a nozze, se sporcarsi le mani e lavorare per godere di una certa autonomia ed indipendenza, tutti elementi che sono stati approfonditi anche nel corso della serie TV.

Meglio morta che una figlia lavoratrice.

Ad una donna nobile era concesso stare sola con un uomo?

Assolutamente no.
Differentemente dagli uomini, le donne nobili erano considerate pure ed immacolate, e la loro educazione ed istruzione erano volte a preservare questa purezza: non si parlava di sesso se non in vista del matrimonio (o addirittura in seguito alla prima notte di nozze), non gli era concesso trascorrere del tempo da sole in compagnia degli uomini, pertanto erano sempre accompagnate da uno chaperon.

Beccare una donna in compagnia d'un uomo senza accompagnatore comprometteva a vita la sua reputazione, come accade a Dafne durante la prima stagione della serie TV. 

Gli abiti dei nobili sono storicamente accurati?

, senza dubbio.
Ispirati alle mode inglesi del 1810, con taglio appena sotto al seno, a vita alta, spesso molto trasparenti, dalla silhouette semplice e colori chiari (il bianco come colore dominante): tutto giusto, se non fosse per l'uso di brillantini e glitter che furono prodotti solo agli inizi del 1900.

E' da tenere a mente che, in epoca Regency, le mode erano per lo più dettate da nobili e casata reale: in Bridgerton, però, questo non è del tutto "vero", in quanto la Regina Carlotta, anticonformista per eccellenza, veste con abiti ispirati all'epoca precedente alla Reggenza. 

Nonostante tutto, c'è un elemento del vestiario in Bridgerton che non è stato accuratamente trasposto, e si tratta dell'intimo.

L'intimo femminile era davvero così coercitivo?

No, assolutamente.

In generale, l'intimo femminile in epoca Regency era molto soffice e formato da più strati di tessuto: maglie intime, camiciole ed un corsetto morbido, usato a mo' di reggiseno, che dava un effetto trafelato (come possiamo notare anche nello show).

Nulla a che vedere con i corsetti stretti e volti ad assottigliare la vita tipici dell'Epoca Vittoriana, anche perché gli abiti di epoca Regency erano molto ampi in vita e mettevano in risalto solo il seno: sottoporsi alla tortura del corsetto vittoriano sarebbe stato poco furbo.

Will Mondrich è basato su una persona reale?

, il personaggio è basato su Bill Richmond, un pugile nero di origini newyorkesi che cambiò radicalmente l'arte della boxe. Nato schiavo, attirò l'attenzione del generale britannico Earl Percy che nel 1777 spedì il giovane combattente in Inghilterra.

Qui divenne apprendista di un falegname, malgrado continuasse a lottare e vincere incontri, giungendo a sfidare anche grandi pugili quali George Moore, Paddy Green e Frank Mayers. Le innumerevoli vittorie gli valsero il soprannome di Terrore Nero.

Morì a 66 anni, nel dicembre del 1829, mentre era impegnato a gestire un'Accademia di Boxe.

La regina Carlotta era mulatta?

Non si sa: Buckingham Palace ha risposto con decisione di no, tuttavia non vi sono abbastanza prove che attestino le sue reali origini.

Secondo lo storico Mario de Valdès y Cocom, specializzato in diaspora africana, le origini della Regina Carlotta, Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, sono da ricercare nella sua presunta appartenenza al ramo nero della casa reale portoghese (in particolare: Re Alfonso III e la sua amante mora, Madragana).

La teoria fonda le sue tesi, inoltre, sulle sembianze e l'aspetto della regina Carlotta: secondo il medico di corte, la donna aveva la fisionomia del volto di una vera mulatta; inoltre alcuni dipinti della regina realizzati da un pittore abolizionista enfatizzano i suoi tratti da mulatta.

Nonostante tutto, non vi è nulla di certo: sembra assurdo che una persona non caucasica potesse addirittura vestire i panni della Regina d'Inghilterra. Eppure, nessuno conosce la realtà storica dei fatti e vi sono attualmente solo teorie e congetture.

Quindi, perché non abbracciare una delle due teorie?

I nobili potevano lavorare?

E perché avrebbero dovuto?

Durante la Reggenza, i nobili vivevano di rendita: questo significa che il loro status dipendeva dal patrimonio che gli era stata lasciato in dono dai parenti (prossimi e non) e dall'abilità della famiglia di gestirlo. 

Mentre le donne avevano l'obbligo di badare alla prole e sistemare le proprie figlie, gli uomini amministravano finanze e gestivano i libri contabili, come accade nella serie per Anthony o Benedict.

Al contrario, ai borghesi era concesso lavorare e sporcarsi le mani: il tentativo dei nobili di mandare in fallimento il club di Mondrich dopo che la famiglia di quest'ultimo ha fatto il suo ingresso in società è un'esagerazione che, tuttavia, ha una base di verità.

La comunità nera poteva appartenere alla nobiltà?

Oltre ogni previsione sì, ma era estremamente raro.

Malgrado in Gran Bretagna la comunità nera non sarà libera (a tutti gli effetti) sino al 1830, in pochissimi riuscirono a ritagliarsi un posto nella casta nobiliare.

Il movente era, per lo più, legato all'eredità del titolo: ad esempio, il figlio di una schiava nera ed un nobile caucasico, in mancanza di ulteriori eredi, poteva a tutti gli effetti acquisire il titolo ereditario (o una parte dell'eredità) del padre, risultando legalmente un membro della nobiltà.

Un fatto più unico che raro, utilizzato nel corso della serie TV per permettere ai produttori di favorire una certa inclusività.

 

Immagine in evidenza da Bridgerton, Netflix

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