Stasera in TV c'è 47 Ronin, scopri qual è la vicenda storica che ha ispirato il film con Keanu Reeves

La pellicola di Carl Rinsch con protagonista Keanu Reeves prende spunto da una vicenda di onore e vendetta, realmente accaduta nel Giappone feudale del 1700.

Autore: Francesco Ursino ,

47 Ronin è un film del 2013 diretto dal regista Carl Rinsch e con sceneggiatura di Chris Morgan. La pellicola, di genere fantasy, prende spunto dalla storia dei 47 ronin, gruppo di samurai giapponesi protagonisti, nei primi anni del 1700, di una vicenda fatta di onore e vendetta, al limite tra leggenda e realtà.

Il film aveva in Keanu Reeves, protagonista anche nel mondo dei videogiochi con la sua apparizione in Cyberpunk 2077, il suo attore principale. Non mancavano, però, interpreti di alto livello come Hiroyuki Sanada e Tadanobu Asano, già visti in Thor: Ragnarok, e Rinko Kikuchi, ammirata in Pacific Rim: La Rivolta.

Stasera 13 settembre in TV c'è 47 Ronin: sintonizzatevi su Italia 1 alle 00.25.

Distribuito da Universal Pictures, 47 Ronin non è stato accolto in maniera entusiasta al botteghino. La pellicola, secondo rilevazioni di Box Office Mojo, è costata circa 175 milioni di dollari, e ha registrato incassi complessivi per 151 milioni di dollari. Pur essendo ambientato in Giappone, il film è stato girato per gran parte in Europa, tra Romania e Ungheria, passando per Londra.

La storia di 47 Ronin è ricca di suggestioni, magia e guerrieri inossidabili: è giunto il tempo, allora, di fare luce sulla trama della pellicola, oltre che sulla storia originale su cui è basata l’opera di Carl Rinsch.

La trama di 47 Ronin

La trama di 47 Ronin si sviluppa nel tardo medioevo giapponese, periodo compreso tra l’inizio del 1600 e la seconda metà del 1800. In questo contesto viene presentato Kai (interpretato da Keanu Reeves), un emarginato di origini metà inglesi e metà giapponesi che vive nel feudo di Ako, regno del benevolo Asano. Kai, cresciuto sotto l’ala protettiva di Asano, si innamora di Mika, la figlia del signore del feudo. L'amore dei due giovani, però, viene contrastato a causa delle origini occidentali di Kai.

Le cose iniziano a mettersi male per i protagonisti quando Kira, il maestro delle cerimonie dello Shogun, arriva in visita ad Ako, con l’intenzione di fare suo il feudo. Per fare ciò si serve dell’aiuto di Mizuki, strega multiforme che tenta di uccidere Asano invocando un Kirin, creatura mitologica giapponese. Kai, intervenuto a sostegno del suo signore, riesce a respingere l’attacco, non prima di aver scoperto la vera natura di Mizuki. Il giovane corre da Oishi, samurai e consigliere di Asano, per metterlo al corrente del pericolo, ma questi non dà ascolto ai suoi avvertimenti.

In seguito, viene organizzato un combattimento in onore dello Shogun dopo il quale Asano, sotto l’effetto della magia di Mizuki, attacca Kira. Il signore di Ako, così, viene condannato a morte. Kira, in un colpo solo, ottiene il feudo e la possibilità di sposare Mika, cui però viene concesso un anno per piangere la perdita del padre. Oishi viene imprigionato e i suoi samurai diventano ronin, ovvero guerrieri senza comandante. I combattenti, inoltre, ricevono dallo Shogun l’ordine assoluto di non vendicare Asano.

Un anno dopo questi avvenimenti, Oishi viene liberato dalla sua prigionia e scopre tutta la verità su Kira e la pericolosa magia di Mizuki. Con l’aiuto di suo figlio Chikara, Oishi raduna i ronin e riesce a liberare Kai, nel frattempo diventato schiavo nella colonia di Dejima.

Kai e suoi compagni giungono nella foresta Tengu dove, dopo aver superato pericolose prove, riescono a entrare in possesso di spade leggendarie. È giunta l’ora, dunque, di attaccare Kira, ma non prima di aver fatto i conti con Mizuki. Mentre Oishi è impegnato a combattere proprio contro Kira, allora, Kai si ritrova faccia a faccia con la strega multiforme, che si trasforma in un drago.

Grazie ai poteri mistici della propria spada Kai riesce a uccidere Mizuki, proprio mentre Oishi sconfigge Kira. Dopo la battaglia, i ronin rimettono il proprio destino nelle mani dello Shogun, che li giudica colpevoli per aver violato il divieto di vendicare Asano. Lo stesso Shogun, però, riconosce nell’opera dei ronin i principi del Bushido, il codice di condotta che regola la vita dei samurai. Pertanto, al posto dell'esecuzione cui erano destinati, viene dato ai ronin (compreso Kai) l’onore di eseguire il seppuku, il tipico rituale per il suicidio dei samurai.

Prima della cerimonia, Kai ha l’occasione di salutare per l’ultima volta Mika. Lo Shogun, in seguito, restituisce il feudo di Ako alla figlia di Asana e grazia Chikara: la discendenza di Oishi, in questo modo, è salva.

La storia vera che ha ispirato il film

La storia da cui prende spunto 47 Ronin è basata su una vicenda realmente accaduta nel 1701 in Giappone, nella regione di Kansai. Il signore del feudo di Ako, Asano Naganori, era spesso costretto lontano dal proprio dominio perché chiamato alla corte di Edo, presieduta dallo Shogun. In sua assenza, era il sovrintendente Oishi Kuranosuke Yoshio a occuparsi di Ako.

A questo punto entra in scena Kira Kozukenosuke Yoshinaka, il cerimoniere di corte. Il suo compito era quello di istruire proprio Asano e Kamei, il signore di Tsuwano. L’addestramento era legato all’esecuzione di alcuni cerimoniali dedicati alla visita dello Shogun. Fin da subito Kira, contrariamente a ogni precetto dei samurai giapponesi, obbligò la coppia di nobili a ricompensarlo per i suoi servizi. I due rifiutarono sdegnati ma i servi di Kamei, per evitare ulteriori guai, scelsero di pagare Kira.

Dopo questo episodio, Kira iniziò a mostrarsi amichevole verso Kamei, infierendo invece contro Asano. Dopo una lunga serie di provocazioni, il signore di Ako cedette alla rabbia e tentò di uccidere Kira, che rimase ferito. Condannato e messo subito agli arresti, ad Asano fu concesso il privilegio del seppuku. Oishi e tutti i samurai di Ako divennero così ronin, ovvero cavalieri senza padrone.

Nei due anni successivi, l’obiettivo dei ronin fu quello di dissipare ogni sospetto riguardante una possibile vendetta. Sotto la stretta sorveglianza degli uomini di Kira, molti guerrieri cambiarono vita, dedicandosi al commercio o altre attività. Oishi iniziò una vita fatta di vizi e sregolatezze, che culminarono in pubbliche umiliazioni da parte di altri samurai.

Dopo aver atteso per molto tempo, però, Oishi e i ronin riuscirono a riunirsi nelle vicinanze della corte di Edo. I militari si diressero verso la residenza di Kira protetti da armature con elmi di cuoio, la tipica divisa dei pompieri del tempo. Il travestimento dei combattenti non insospettì i pochi uomini a guardia di Kira, che rimasero sorpresi però dall’attacco simultaneo portato alla porta e alle mura della residenza di corte.

I ronin urlarono a gran voce che il loro era un katauchi, ovvero una vendetta che mirava a vendicare l’onore offeso. Dopo aver sbaragliato con facilità le guardie, Oishi riuscì a trovare Kira, nascostosi in una legnaia. Quello che un tempo era stato il consigliere di Asano concesse al nemico l’onore di morire compiendo il seppuku, ma questi rifiutò. A quel punto Oishi uccise Kira decapitandolo.

Oishi e i ronin onorarono la memoria di Asano recandosi sulla sua tomba con la testa di Kira. In seguito i guerrieri, acclamati dalla folla, si consegnarono alle autorità. A 46 di loro fu concesso il privilegio di morire con il seppuku. Il 47esimo, Kichiemon Terasaka, fu invece graziato, in modo da tramandare la storia ai posteri.

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