Apple e Samsung multate dall'AGCM per obsolescenza programmata

Apple e Samsung sono state sanzionate dall'Antitrust per pratiche commerciali scorrette con una multa da 10 milioni di Euro. L'accusa è di obsolescenza programmata dei prodotti.

Autore: Pasquale Oliva ,

Scegliere quale smartphone acquistare non è sempre facile e spesso risulta determinate il numero di aggiornamenti futuri che un'azienda assicura per quel dispositivo.

Ma è proprio a causa degli aggiornamenti software (iOS e Android) che Apple e Samsung sono state multate dall'Antitrust, con l'accusa di obsolescenza programmata dei prodotti.

  • Obsolescenza programmata: cos'è?
  • La accuse contro Apple e la sanzione
  • Le accuse contro Samsung, la sanzione e la risposta dell'azienda

Obsolescenza programmata: cos'è?

L'obsolescenza programmata è una pratica che ha come conseguenza la riduzione, in modo totalmente intenzionale, della vita di un prodotto. In questo caso specifico si parla di smartphone, ma il concetto può essere esteso a praticamente ogni prodotto tecnologico.

Lo scopo di tale tecnica commerciale è quella di indurre i consumatori a sostituire il prodotto, possibilmente acquistandone uno dello stesso brand, perché non più performante come al momento dell'acquisto.

Le accuse contro Apple e la sanzione

L'Antitrust ha sanzionato Apple per dieci milioni di euro per aver proposto da settembre 2016 ai possessori di iPhone 6/6 Plus/6s/6s Plus, con una certa insistenza, il download di iOS 10 senza però informarli di possibili inconvenienti relativi, in particolare, alla maggiore richiesta di energia da parte della nuova versione del sistema operativo.

In sfavore dell'azienda di Cupertino anche il tentativo di rimediare alle problematiche con un successivo aggiornamento di iOS (la versione 10.2.1). Anche in questo caso Apple è rea di non aver informativo i consumatori di riduzioni sulla velocità di risposta e su alcune funzionalità limitate.

Le accuse contro Samsung, la sanzione e la risposta dell'azienda

Anche per il colosso sud-coreano si parla del 2016, quando ai possessori di Galaxy Note 4 (lanciato nel 2014) è stato chiesto di installare Android Marshmallow senza però fornire informazioni su potenziali malfunzionamenti e limitazioni.

L'aggiornamento avrebbe costretto l'hardware dello smartphone ad un eccessivo lavoro, compromettendo il dispositivo e costringendo i possessori a richiedere assistenza per riparazioni spesso molto salate.

Samsung
Un'immagine stampa del Galaxy Note 4 di Samsung
Il Samsung Galaxy Note 4

La risposta di Samsung non si è fatta però attendere, e punta tutto sulla soddisfazione dei clienti come obiettivo primario:

Samsung non condivide la decisione presa dall'AGCM, non avendo mai rilasciato aggiornamenti software con l'obiettivo di ridurre le performance del Galaxy Note 4. Al contrario, Samsung ha sempre rilasciato aggiornamenti software che consentissero ai propri utenti di avere la migliore esperienza possibile.

L'azienda ha annunciato che farà ricorso in appello contro la decisione dell'Antitrust, ancora non pervenuta invece la risposta di Apple.

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