È il 1992 e Sharon Stone conquista a colpi di provocazioni e morbosità un posto d'onore nell'immaginario erotico maschile grazie a Basic Instinct di Paul Verhoeven.
Nel crudo, feroce e suggestivo thriller sceneggiato da Joe Eszterhas, l'attrice è protagonista di una delle scene più famose ed erotiche di sempre: quella in cui, durante l'interrogatorio della polizia, la sua Catherine Tramell, sospettata dell'omicidio dell'ex rock star Johnny Boz, accavalla le gambe rivelando l'assenza di biancheria intima.
Quasi trent'anni dopo, la scena dell'interrogatorio presenta ancora retroscena e misteri irrisolti. Su tutte, spicca una domanda: Verhoeven ha avuto il consenso della Stone per girare quel famoso accavallamento che non lascia il minimo spazio all'immaginazione?
- L'origine della scena secondo Sharon Stone
- La replica di Paul Verhoeven
- Le parodie della scena dell'interrogatorio
La versione di Sharon Stone
#Basic Instinct parte da un assunto noto. Prima dell'interrogatorio, gli spettatori e soprattutto Nick Curran, il detective interpretato da Michael Douglas, sanno benissimo che la scrittrice non indossa l'intimo: l'hanno visto con i loro occhi un paio di scene prima.
La questione è: la Trammell avrà il coraggio di aprire le gambe per ipnotizzare i maschi del branco che la stanno torchiando? Naturalmente, la risposta è sì. Ma ci sono due versioni di come è stata girata quella scena.
Verhoeven racconta spesso e volentieri che l'attrice ha accettato di comune accordo con lui di girare la scena senza biancheria. Una decisione arrivata sul set, con tanto di slip regalati al regista olandese al termine delle riprese.
La Stone, invece, fornisce un'altra ricostruzione dei fatti. La prima risale al 2006, in un'intervista al Guardian in occasione dell'uscita del sequel, #Basic Instinct 2.
L'attrice ammette al reporter Dan Glaister che, secondo Verhoeven, le sue mutandine erano visibili attraverso il vestito e il regista le avrebbe chiesto di toglierle, senza però dirle che aveva una seconda macchina da presa posizionata per riprendere sotto il vestito.
In un'intervista successiva, concessa nel 2014 al talk show The Talk in compagnia di Sharon Osbourne, Sheryl Underwood, Sara Gilbert, Aisha Tyler e Julie Chen, la star rivela che Verhoeven le aveva assicurato che non si sarebbe visto nulla. Quell'accavallamento così intimo serve solo a conferire ulteriore ambiguità al personaggio della psicologa bisessuale.
Non pensavo che sarebbe diventata una scena così erotica.
Non solo: la Stone aggiunge di essersi sentita ingannata da Verhoeven perché "all'epoca non c'era l'alta definizione, così quando ho guardato il monitor non ho visto proprio niente".
Poco prima di girare la scena, Paul Verhoeven mi ha chiesto di sfilare le mutandine bianche perché si vedevano nello schermo, ma mi ha assicurato che alla fine non si sarebbe notato nulla. Quando poi ho visto il film mi sono sentita tradita. Mi sono alzata e l'ho schiaffeggiato.
Chi era sul set o al Festival di Cannes, dove si sarebbero consumati il "tradimento" e lo schiaffo, non ha mai confermato. L'attrice confessa di essersi sentita "in stato di shock".
Quella scena (che non era nemmeno prevista nel copione originale di Eszterhas e che Verhoeven ha inserito ripensando ad una donna senza mutande che aveva incontrato ad una festa) era appropriata e necessaria per il plot e il personaggio, ma avrebbe dovuto richiedere il suo consenso esplicito.
Se fossi stata la regista, avrei avuto almeno la cortesia di mostrarla all'attrice.
Nel novembre del 2019, la Stone riceve il premio Woman of the Year di GQ Men a Berlino. Sul palco, parla della scena incriminata e ribadisce che a chiederle di "passargli le mutandine" sia stato proprio Verhoeven.
Io ho accettato, gli ho risposto: 'Certo'. Non credevo che quel momento avrebbe cambiato per sempre la mia vita.
D'altronde è l'anno del #MeToo e l'attrice è certa che in un periodo come quello che stiamo vivendo, un film come Basic Instinct non sarebbe possibile.
Ognuno di voi vivrà un momento che gli cambierà la vita, potrete esserne consapevoli oppure no, ma se accadrà sarete ritenuti responsabili per quel momento. Le persone vi faranno domande difficili, quindi il momento di decidere chi siete è adesso. Dovete decidere ora cosa fare della parte di voi più tenera, importante, bella, selvaggia e passionale.
La versione di Paul Verhoeven
Il regista, come detto, nega ogni accusa. L'idea dell'olandese è sempre stata chiara: realizzare un thriller scioccante, il primo film mainstream hollywoodiano a mostrare un'erezione sullo schermo.
Con Sharon, già diretta due anni prima in #Atto di forza, riconosce di aver avuto un rapporto contrastante, di amore e di odio. Ma intervistato dal magazine Icon sulla scena dell'accavallamento, girata in due fasi (le reazioni degli uomini separatamente dalle gambe della Tramell che si incrociano), definisce la Stone senza mezzi termini: è una bugiarda.
Ogni attrice sa cosa vedrà se le chiedi di togliersi le mutande e di guardare in camera.
Quando l'attrice ha visto la scena al monitor, conferma Verhoeven, non ha avuto alcuna reazione.
Ma penso abbia a che fare col fatto che io e Jan De Bont, il direttore della fotografia, siamo olandesi e quindi ci comportiamo con totale normalità nei confronti della nudità. E Sharon si è lasciata trasportare da questo atteggiamento rilassato. Tuttavia, quando ha visto la scena circondata da altre persone americane, tra cui il suo agente e il suo ufficio stampa, ha dato di matto. Tutti le dicevano che quella scena avrebbe distrutto la sua carriera.
Così l'attrice si è presentata al cospetto di Verhoeven e le ha chiesto di eliminare l'interrogatorio dal final cut.
Le ho detto di no. 'Hai accettato di farla, e io ti ho fatto vedere il girato', le ho risposto. 'Vaffanculo', è stata la sua replica. Ma sicuramente questo Sharon non te lo dirà mai.
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La storia di Basic Instinct è un thriller nel thriller, se si considerano tutte le controversie e le chiacchiere legate al film, dalle proteste dei movimenti LGBT (per la rappresentazione negativa e stereotipata di lesbiche e bisessuali) alla confessione di Joe Eszterhas, che dopo l'uscita in sala ha raccontato di aver passato un'infuocata ed indimenticabile notte di passione a letto con la Stone.
Se Michael Douglas ha definito la collega "un'attrice mediocre", l'unico che ha sempre creduto in lei è stato proprio Verhoeven. Inizialmente, il ruolo di Catherine Tramell era stato offerto a una cinquantina di attrici, tra cui Julia Roberts, Michelle Pfeiffer e Demi Moore. Quando tutte incontravano il regista, gli chiedevano: "Devo girare davvero quelle scene di sesso e violenza così spinte?". La sua risposta era sempre la stessa.
No, saranno ancora più forti.
La Stone, all'epoca poco conosciuta ma già apparsa al naturale su Playboy, è stata l'unica a non avere inibizioni e a "concedersi" completamente all'autore.
Nessun'altra avrebbe potuto fare quella parte. Sharon sa essere molto crudele e al tempo stesso affascinante, ed è in grado di cambiare il suo look da un momento all'altro in un secondo.
L'eredità di Basic Instinct: parodie e citazioni
Basic Instinct è un fenomeno al botteghino ed entra nella cultura di massa, diventando uno degli incassi più alti degli anni Novanta: 353 milioni di dollari in tutto il mondo. Non solo: il film ispira il rilancio del filone dei thriller erotici, da #Sliver (con William Baldwin e la stessa Stone sempre più ingabbiata nel carattere della mangia-uomini) e #Proposta indecente a #Il colore della notte e #Monster's Ball.
Le parodie e le citazioni dell'accavallamento, neanche a dirlo, si sprecano. La prima è quella di Brady Bunch agli MTV Movie Awards del 1993, con gli sbirri Peter e Cindy interpretati da Christopher Knight e Susan Olsen.
James Corden ci ritorna su nel suo show con Michael Douglas in persona e la partecipazione di Reggie Watts.
#I Simpson non possono mancare all'appello: nello strepitoso doppio episodio Who Shot Mr. Burns?, è Willy ad imitare Sharon Stone.
La modella ungherese Barbara Palvin, diretta dallo specialista Phil Poynter, ricrea la scena cult per l'insolito calendario dell'avvento di Love Magazine.
La Stone in persona, ospite al talk show di Conan O'Brien stretta in un tubino nero e bianco, accavalla di nuovo le gambe, senza sigaretta e con l'intimo addosso.
A distanza di 25 anni dall'uscita, l'attrice ha pure postato su Instagram il video del provino per il ruolo della Tramell.
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La palma dello sketch migliore spetta però al programma Nemoguća misija, ovvero Missione impossibile: lo Scherzi a parte serbo beffa il premier Ivica Dačić, vittima di una "candid camera" in stile Tramell.
I più giovani, invece, corrono a vedere la scena dell'interrogatorio su YouTube "grazie" alla serie Netflix Giù le mani dai gatti: caccia a un killer online.
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Don't F**k with Cats (decisamente più adatto il titolo originale all'adattamento italiano) è la ricostruzione della vera caccia a Luka Magnotta, il giovane assassino canadese condannato all'ergastolo per l'omicidio dello studente cinese Jun Lin. L'indagine è cominciata online da un gruppo di nerd animalisti (Luke pubblicava in rete video dove uccideva dei gatti) prima dell'arresto e del clamore mediatico di risonanza mondiale.
Ebbene, il vanesio e disturbato Magnotta voleva essere in tutto e per tutto come la Catherine Tramell della Stone, arrivando ad emularla persino nel modo di fumare e di accavallare le gambe. Un amore per il thriller di Verhoeven testimoniato nello show da Anna Yourkin, la mamma di Luka, che conserva ancora come ricordo il portachiavi del film custodito gelosamente dal figlio.
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Al temine di questo excursus, il dubbio rimane. Chi è davvero Sharon Stone?
Una predatrice disposta a tutto per agguantare il successo o un'ingenua cresciuta nelle campagne della Pennsylvania "vittima" di un regista che non risparmia nessuno e poi del suo stesso personaggio?
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