Blue Jeans, l'intervista esclusiva di NoSpoiler all'autore del romanzo La ragazza invisibile

Autore: Cristina Migliaccio ,

Quando parliamo di Blue Jeans non intendiamo la canzone di David Bowie, né facciamo alcun riferimento a Lana del Rey, ma parliamo di un giovane autore spagnolo che abbiamo avuto il piacere d’intervistare in vista dell’uscita del suo nuovo romanzo.

Prima Milano, poi Roma. Il tour italiano di Blue Jeans, pseudonimo di Francisco de Paula Fernandez Gonzalez, è stato breve ma intenso. A testimoniarlo, il suo account Instagram che pullula di scatti dell’autore in compagnia di ragazzi (tanti ragazzi). In particolare, quella classe liceale a cui l’autore spagnolo ha presentato il suo nuovo romanzo: La ragazza invisibile, edito DeA Planeta, è in libreria dal 26 febbraio.

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Mentre a casa lo attende un trasloco terrificante (definita un’impresa peggiore di scrivere un intero romanzo), Blue Jeans è un ragazzo come tanti, dal sorriso cordiale e le guance rosse per quella timidezza che si porta dietro da bambino.

DeA Planeta
Una ragazza con il volto in primo piano
La ragazza invisibile, Blue Jeans

Lo aspetta un rincorrersi d’interviste per la capitale italiana, la bellissima città eterna che non avrà modo di visitare questa volta, ma nel frattempo mi spiega che di Milano qualcosa ha visto: quello Starbucks in cui ha fatto un tour “clandestino”, ad esempio, in compagnia di un dipendente che – udite, udite – ha lavorato presso lo stesso Starbucks a Madrid dove Blue Jeans solitamente scrive le sue storie. Pensate quant’è piccolo il mondo.

A breve vi parleremo anche della recensione de La ragazza invisibile ma, fino ad allora, godetevi questa intervista: ecco chi è Blue Jeans.

NoSpoiler: Perché hai scelto questo pseudonimo?

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BlueJeans: Quando ho iniziato a scrivere, ho cominciato a farlo su internet utilizzando un social network – Fotolog – e quello che volevo era che si parlasse del mio personaggio, del mio modo di scrivere. Non volevo che nessuno si ricollegasse a me, che sapesse come fossi fisicamente o alla mia età. Volevo solo che sapessero che c’era un ragazzo di nome Blue Jeans che scriveva.

MF: E il nome da dove salta fuori?

BJ: Dal titolo di una canzone degli Sqeezer che nessuno conosce. La canzone non è un granché, ma mi piaceva proprio il suono della parola ‘blue jeans’ e la prima casa editrice che mi ha pubblicato (Everest) ha deciso di continuare a chiamarmi così, perché tutti su internet mi conoscevano come tale.

MF: Ci racconti un po’ la tua storia prima di arrivare al successo? Chi è Blue Jeans?

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BJ: La mia storia è uguale a tutti quelli che intraprendono una nuova strada: difficile. Le case editrici mi hanno detto di no più di una volta, non avevo lavoro come giornalista (che era quello per cui avevo studiato). Vivevo a Madrid in un appartamento minuscolo dove mi sentivo soffocare, ma tutto questo mi è servito per vedere i due lati della vita. I miei genitori mi hanno sempre sostenuto, sono stato un bambino felice, un ragazzo sereno ed equilibrato, ho frequentato l’università, ho fatto quello che volevo fare. Ma ho avuto anch’io le mie giornate no e credo che sia anche grazie a questi momenti oscuri che gioisci di più quando ottieni ciò che vuoi.

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MF: Quando hai capito di voler fare lo scrittore?

BJ: Da sempre mi piace scrivere e magari potessi dedicarmi pienamente per sempre alla scrittura! Sono consapevole del fatto che i lettori un giorno potrebbero stancarsi di me, così come le case editrici, quindi ogni giorno mi impegno al massimo perché tutto questo duri, sperando che il pubblico possa apprezzare quello che scrivo.

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MF: Parliamo de La ragazza invisibile. Da dove nasce l’idea per il romanzo?

BJ: Nasce dal mio amore per il romanzo noir, soprattutto da Agatha Christie. Quando ho terminato la precedente trilogia, avevo bisogno di un cambiamento. Io, la casa editrice e i lettori dovevamo rinfrescarci un po' e quindi ho pensato di mescolare quello che avevo fatto fino a quel momento con quello che mi piace tanto leggere (i gialli): era la fusione che mi attraeva di più.

MF: Nel tuo testo citi autori come Dolores Redondo e Agatha Christie. Sorge spontaneo chiedere: autore preferito?

BJ: Agatha Christie sicuramente mi piace molto, anche Dolores Redondo. Apprezzo anche scrittori spagnoli contemporanei come Carlos Ruiz Zafon (il mio libro preferito è L’ombra del vento), Javier Castillo e adesso leggo anche i romanzi dedicati a un pubblico giovanile, di colleghi e amici come Carlos Garcia Miranda. In questo momento sto leggendo più letteratura giovanile per capire come funziona questo scorcio di letteratura.

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MF: Stessa cosa per la musica. Aurora ascolta molto Ed Sheeran per cacciare via la tristezza. Tu cosa ascolti quando sei triste?

BJ: Moltissimo i Beatles, è la band che i miei genitori hanno ascoltato di più quand’erano giovani. Ho diverse playlist su Spotify, ma devo essere sincero: ultimamente non sono mai triste, mi rendo conto di essere una persona fortunata. Ho i miei giorni neri, certo, ma quando sono triste cerco la mia compagna.

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MF: Ci sono molti riferimenti a serie televisive nel tuo romanzo. Quale consiglieresti ai tuoi lettori?

BJ: A me piace molto Sherlock, ma per i giovani credo che sarebbe una buona cosa vedere 13. È una serie che in molti hanno già visto e che, a mio avviso, riflette in modo televisivo molte cose che accadono. Io credo che i ragazzi debbano vedere queste serie e leggere i relativi libri. Io ho fatto entrambe le cose. Penso anche che dovrebbero produrre più serie televisive dedicate ai giovani, oggi con le nuove piattaforme tipo Netflix si sta scommettendo di nuovo sul pubblico giovanile. In Italia, come in Spagna, in molti hanno visto Braccialetti Rossi, una serie d’impatto, forte, perché i ragazzi possano vedere e capire che esistono altre realtà oltre a quella in cui vivono.

MF: Com’eri a scuola? Più Aurora o più Julia (personaggi de La ragazza invisibile)?

BJ: Un mix di entrambe forse, alcuni giorni ero invisibile e altri giorni ero più noioso e pesante. Al liceo e alla scuola elementare ero molto timido, ho continuato ad esserlo ma, per forza di cose, ho dovuto superarlo. Non posso essere timido se devo essere intervistato o firmare delle copie, ma continuo ad arrossire. Ero un ragazzo sereno, mi divertivo, non ero un secchione – avrei potuto studiare di più me ne rendo conto – ma ero soprattutto un ragazzo felice.

MF: Progetti futuri?

BJ: Adesso, appena partirò dall’Italia, ho un trasloco imminente che è un lavoro quasi peggiore di scrivere un libro. Ho un tour di firma copie in trenta città della Spagna. In questo periodo dovrò anche continuare a scrivere la terza parte della trilogia, perché a breve esce il secondo volume (il cui titolo tradotto letteralmente è il Puzzle di cristallo). Nell’arco di tempo da qui a novembre, conto di finire la terza parte e poi faremo un altro tour per l’America Latina. In sospeso, c’è l’uscita in Cina de La ragazza invisibile per la seconda parte dell’anno, non so se andrò lì per un tour o meno.

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MF: C’è la possibilità che La ragazza invisibile diventi qualcos’altro?

BJ: Potrebbe esserne tratto un film o una serie televisiva, ci si sta lavorando ma non è ancora certo. Se dovesse succedere, anche questo mi porterebbe via del tempo. Io penso che noi autori adesso, quando scriviamo, abbiamo questa forma mentis che ci induce a visualizzare ciò che scriviamo. Abbiamo già un film in testa.

MF: Ultima domanda. Cosa ne pensi dei social network?

BJ: I social network sono uno strumento molto utile. Io sono riuscito ad ottenere parte di ciò che ho proprio grazie a essi, soprattutto tra il 2008 e 2009: mi ha lanciato in una comunità di quasi 10 mila persone. E adesso Twitter, Facebook, Instagram mi permettono di mantenere i contatti con i lettori. A rovescio della medaglia, esiste l’odio che viene generato gratuitamente, la gente utilizza un profilo con un nome fittizio per manifestarlo. Creano dipendenza per alcuni. Se li usiamo in modo positivo, l’impatto di questo strumento è ottimo, ma è innegabile che ci sia una parte cupa se usati nel modo sbagliato.

Una lunga chiacchierata con Blue Jeans, alla quale allegheremo presto la recensione del suo nuovo romanzo.

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