È morto Paolo Paoloni: addio al Megadirettore Galattico di Fantozzi

Autore: Emanuele Zambon ,

La santa notte di Natale era solito passarla in ufficio, perché per lui il lavoro era come preghiera. Il Megadirettore Galattico, prodotto della satira pungente di Paolo Villaggio, è da tutti immediatamente associato al volto etereo, candido, di Paolo Paoloni, icona del potere padronale dell'Italia anni '70.

L'attore, nato a Bodio il 24 luglio 1929, è morto nella giornata di ieri - 9 gennaio - a Roma, all'età di 89 anni. Caratterista italiano assai prolifico, ha preso parte a numerosi progetti in ambito sia cinematografico che televisivo. È stato molto attivo anche in teatro, fino a tarda età, ricoprendo (pure) il ruolo di regista.

Il volto del potere nella saga fantozziana

Il nome di Paolo Paoloni, però, è inevitabilmente associato al feroce personaggio ideato da Villaggio, a capo della Megaditta in cui lavora il travet Fantozzi. Proprio comunista no, diciamo più un medio-progessista (guai, però, a chiamarlo comunista) perennemente scortato da 4 uscieri. Sul Megadirettore correvano mille voci, tutte plausibili (messe in giro con tutta probabilità dalla propaganda sovversiva): custodiva un acquario in cui nuotavano dipendenti sorteggiati, consumava acqua e un tozzo di pane come pasto giornaliero, aveva a cuore la felicità di Fantozzi, spezzata dalle rivelazioni della "pecora rossa" Folagra.

Advertisement

La saga tragicomica di Villaggio ci ha regalato personaggi assurdi, specchi deformanti della realtà, così incisivi da risultare quasi veri: dal collega ruffiano e ciarlatano Calboni alla moglie meschina Pina, passando per dirigenti dittatori e dipendenti servili.

Quello del Megadirettore è senza dubbio tra i meglio riusciti, il più ancorato all'epoca di forti tensioni sociali in cui Fantozzi esordì prima in libreria e poi al cinema: icona dell'élite al potere, simbolo inafferrabile e onnipotente di quel comando a cui la borghesia non avrebbe mai (almeno a quei tempi) aspirare.

Advertisement

C'è tutta una scena nel primo Fantozzi magistralmente ideata, con una messinscena sinistra - oseremmo dire a là Kubrick - in cui il volto illuminato del Megadirettore, la sua parlata composta e l'arredamento minimal-religioso, quasi asettico, del suo ufficio stridono fortemente con la realtà, col timore reverenziale di Fantozzi (che chiama "Sire" il suo datore di lavoro). Geniale, a dir poco.

Paoloni, non solo Fantozzi

La carriera di Paoloni non si è arrestata alla saga di Fantozzi (per lui 5 film della serie, dal primo del '75 al dimenticabile Fantozzi 2000 - La clonazione): l'attore è stato un feticcio di Salce, che l'ha scoperto e voluto ne La pecora nera (1968). Paoloni ha poi recitato per Dino Risi ne In nome del popolo italiano, ha lavorato con Mario Monicelli (Un borghese piccolo piccolo, con uno straordinario Alberto Sordi). Per Salce, oltre ai primi due Fantozzi, ha recitato anche nell'episodio "Sì buana" in Dove vai in vacanza? (sempre accanto a Villaggio), Rag. Arturo De Fanti bancario-precario e nel cult Vieni avanti cretino, in cui cacciava dopo alcuni malintesi il malcapitato Baudaffi Pasquale di Lino Banfi.

Molti ricorderanno Paoloni anche in Vacanze di Natale '90 di Oldoini e in Stasera a casa di Alice di Carlo Verdone. Proprio con Verdone si è avuta l'ultima apparizione cinematografica dell'attore (Benedetta Follia).

Advertisement
Non perderti le nostre ultime notizie!

Iscriviti al nostro canale Telegram e rimani aggiornato!

Sto cercando articoli simili...