Fino a prova contraria, la trama e il finale del film con Clint Eastwood

Autore: Silvia Artana ,

Nel 1999, Clint Eastwood decide di cimentarsi con il romanzo Prima di mezzanotte di Andrew Klavan, un thriller poliziesco basato sulla vicenda di un uomo ingiustamente condannato a morte. Il vincitore di 5 Premi Oscar si siede dietro la macchina da presa e tiene per sé il ruolo del protagonista, un antieroe che sembra scritto apposta per lui. Ma Fino a prova contraria (il cui titolo originale è True Crime) si rivela un flop.

Negli Stati Uniti, il film incassa poco più di 16 milioni di dollari a fronte di un budget di 55 e la critica esprime giudizi discordi, anche se perlopiù negativi. Eppure (o forse proprio per questo), la pellicola affronta con coraggio tematiche sensibili e di grande attualità come la fallibilità del sistema giudiziario, il razzismo e il pregiudizio. Oltre a mostrare la natura umana nelle sue tante sfaccettature, dalle più nobili alle più grette e disperate.

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Il libro Prima di mezzanotte
Prima di mezzanotte di Andrew Klavan

Se vi incuriosisce e volete saperne di più, qui trovate la trama e il finale.

La trama di Fino a prova contraria

Il giornalista investigativo Steve Everett (Clint Eastwood) è un ex alcolista e un donnaiolo impenitente (per quanto sposato e con una figlia) e porta avanti stancamente all'Oakland Tribune ciò che resta di quella che un tempo era una brillante carriera.

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In seguito alla tragica morte della giovane e appassionata collega Michelle Ziegler (Mary McCormack), l'uomo eredita una intervista a un uomo rinchiuso nel braccio della morte a San Quintino, Frank Beechum (Isaiah Washington), la cui esecuzione è fissata allo scadere del giorno, a mezzanotte e un minuto.

L'uomo è accusato di avere ucciso nel supermercato dove lavorava come cassiera Amy Wilson (Marissa Ribisi), una giovane donna al sesto mese di gravidanza, che aveva con lui un piccolo debito.

Il caporedattore di Everett, Bob Findley (Denis Leary), che intanto ha scoperto che il gironalista ha una storia con sua moglie, gli ordina di scrivere un articolo sul risvolto umano della vicenda. Ma sfogliando le carte del caso, il navigato reporter inizia a pensare che ci siano molte cose che non tornano. E dopo avere parlato con Beechum e la moglie Bonnie (Lisa Gay Hamilton), si convince del fatto che l'uomo sia innocente.

Everett inizia un'indagine personale sulla vicenda e fa un sopralluogo nel supermercato dove è stato commesso l'omicidio. Poi incontra uno dei due testimoni chiave, il contabile Dale Porterhouse (Michael Jeter). Sulla base di quello che ha visto nel negozio, il giornalista contesta la versione dell'uomo e la reazione di quest'ultimo lo convince sempre di più che Beechum sia vittima di un errore giudiziario.

In cerca di prove per scagionarlo ed evitare che sia giustiziato, Everett incontra il procuratore distrettuale Cecilia Nussbaum (Frances Fisher), che gli dice che sulla scena del crimine c'era anche un ragazzo che aveva appena acquistato una bibita. Tuttavia, la presenza del giovane è stata ritenuta irrilevante. Per il procuratore, il caso è chiuso e lo sconosciuto non c'entra niente. Ma il giornalista intuisce che non è così e che il misterioso giovane probabilmente è il vero assassino.

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Poiché Cecilia Nussbaum si rifiuta di aiutarlo, Everett si mette a caccia dell'identità del ragazzo e per trovarla si intrufola a casa di Michelle. Grazie all'inaspettato aiuto del padre della giovane, il giornalista trova il nome che sta cercando: Warren Russel.

Everett parla della sua scoperta al direttore dell'Oakland Tribune, Alan Mann (James Woods), e a Findley, ma i due si dimostrano molto scettici. Al termine di un teso confronto, l'uomo ottiene di poter concludere l'indagine. Dopo se ne andrà dal giornale.

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Everett si reca a casa di quello che ritiene il vero colpevole, dove trova la nonna del ragazzo, Angela Russel (Hattie Winston). La donna rivela al giornalista che il nipote è stato ucciso 3 anni prima e proclama l'innocenza di Warren.

Senza (quasi) più un lavoro e frustrato dall'incontro con la signora Russell, Everett subisce un altro duro colpo, quando la moglie Barbara (Diane Venora) gli dice che ha scoperto la sua relazione con la moglie di Findley e lo butta fuori di casa.

Sempre più disperato, Everett ricomincia a bere. Ma nel bar in cui sta dando il colpo di grazia alla sua carriera e alla sua vita, vede in TV qualcosa che lo scuote dall'apatia. In un'immagine di Amy, riconosce la collanina indossata da Angela Russel. Il gioiello è la prova che cercava: Warren l'ha rubata alla vittima dopo averla uccisa e poi l'ha regalata alla nonna.

Il giornalista corre a casa della signora Russel e la convince del fatto che il nipote è il vero colpevole e che un innocente sta per essere giustiziato a causa sua. Poi, insieme, si precipitano a casa del governatore per fermare l'esecuzione.

Il finale di Fino a prova contraria

Show hidden content Nel carcere di San Quintino, Frank Beechum è legato sul lettino in attesa dell'iniezione letale. L'uomo dice "ti amo" un'ultima volta alla moglie, poi gli viene iniettato il primo farmaco (un anestetico) e perde conoscenza.Quando è appena iniziata l'infusione del secondo (che blocca i muscoli e la respirazione), squilla il telefono della linea dedicata al governatore. Il direttore della prigione (che non era convinto della colpevolezza di Beechum) ferma l'iniezione e si precipita a rianimare l'uomo con l'équipe medica. Beechum è steso con gli occhi chiusi, mentre la moglie batte sul vetro che la divide da lui, piangendo e gridando il suo nome.Sei mesi dopo, poco prima di Natale, Everett va a comprare un ippopotamo di peluche per la figlia. L'uomo si lamenta scherzosamente del prezzo del giocattolo, dicendo che è disoccupato. La commessa ribatte ridendo che sta per scrivere un libro pagato profumatamente e che è candidato al Premio Pulitzer.Il giornalista esce dal negozio e dopo avere scambiato alcune battute con un senzatetto di sua conoscenza, vede in lontananza una famiglia felice e riconosce Frank Beechum con la moglie e la figlia.I due si guardano negli occhi per un breve istante, poi l'ex detenuto fa un gesto a Everett che un po' è un ringraziamento e un po' è un saluto e ciascuno se ne va per la sua strada.
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