L'Eternauta: Il Ritorno, recensione: una drammatica eredità

Ne L'Eternauta: Il Ritorno, Juan Salvo ritorna in una Buenos Aires contemporanea dove ogni ricordo dell’invasione aliena dei “Loro” è stato cancellato.

Autore: Domenico Bottalico ,

L’Eternauta: Il Ritorno è il sequel realizzato da Francisco Solano López insieme allo scrittore Pablo Maiztegui con l’intenzione di dare un finale alla saga iniziata nel 1952 da Héctor Oesterheld, desaparecido nel 1977. Juan Salvo torna in un futuro dove la razza umana vede nei Mano e nei Loro degli alleati. Ma le cose non sono come appaiono a prima vista…  

Di cosa parla L'Eternauta: Il Ritorno

L’Eternauta: Il Ritorno riprende le vicende del leggendario Juan Salvo, l’uomo che viaggia nel tempo e nello spazio, sopravvissuto alla nevicata mortale che ha devastato Buenos Aires nel primo capitolo della saga. In questo sequel, Salvo ritorna in un presente distorto dove ogni ricordo dell’invasione aliena dei Loro è stato cancellato. La Terra non è più un campo di battaglia: è già caduta. 

L’umanità, priva di memoria e speranza, è stata addomesticata, e la resistenza sembra un’eco lontana. Salvo si ritrova solo e spaesato, ritrovando anche sua figlia Martita ormai cresciuta: ma come è possibile? Ben presto Salvo comprende di trovarsi in un futuro in cui i Loro e i Mano da invasori sono diventati benefattori della razza umana.

Non la forza e la coercizione bensì il progresso e il benessere sono state le armi utilizzate per una "invasione silenziosa" ma le cose non sono come appaiono a prima vista. Juan ritrova i compagni della resistenza finendo di nuovo prigioniero per poi inscenare una rocambolesca fuga. Nelle lande argentine il viaggiatore del tempo insieme a Favalli e un manipolo di ragazzi organizza il ritorno a Buenos Aires per salvare Martita ma scoprendo anche che l'invasione della Terra non è stata casuale e anche i Loro hanno dei nemici.

L'Eternauta: Il Ritorno - non più monito ma presa di coscienza

L’Eternauta: Il Ritorno è molto più esplicito nei suoi intenti politici e ideologici. Se l'opera originale, firmata da Héctor Oesterheld, usava la metafora dell’invasione aliena per denunciare l’autoritarismo, qui Solano López e Maiztegui rendono tutto più diretto: il potere totalitario è ovunque, onnipresente, e schiaccia ogni forma di dissenso.

Spostando le vicende nel presente, i due autori attualizzano il messaggio dell'opera originale con una forza drammatica. Le coscienze sono state assuefatte non da promesse ideologiche bensì tramite l'opulenza, strumento per un controllo sistemico e capillare.

Il nucleo narrativo de L’Eternauta: Il Ritorno è il concetto di memoria rubata. La manipolazione delle coscienze, la riscrittura della storia e la cancellazione del trauma collettivo diventano i temi centrali dell’opera. La narrazione si costruisce su un senso costante di inquietudine: una realtà apparentemente stabile si rivela falsa, costruita su un’illusione imposta dai Loro e dai Mano, non più conquistatori. 

Maiztegui costruisce una sceneggiatura stratificata, dove il percorso di Martita verso la verità rappresenta il viaggio dell’intera Argentina post-dittatura, costretta a ricostruire la propria identità collettiva. Il fumetto riflette sul potere delle storie: il diario, simbolo della verità scritta, diventa l’arma più potente contro l’oblio. La resistenza non è solo militare, ma culturale.

Il ritorno di Juan Salvo non è solo fisico, ma anche simbolico: incarna la memoria che rifiuta di sparire, il passato che torna a reclamare spazio. L’ambientazione in una Buenos Aires “normalizzata” ma distorta richiama i meccanismi di propaganda e rimozione propri dei regimi autoritari.

Inquietudine grafica

Dal punto di vista grafico, L’Eternauta: Il Ritorno mostra un Francisco Solano López ormai maturo ma ancora potente nel tratto, capace di reinterpretare il proprio stile in chiave più espressiva e contemporanea. I disegni sono meno realistici rispetto all'opera originale ma più evocativi, emotivi e narrativamente coerenti con l’atmosfera inquieta dell’opera. Le linee sono più melliflue alla ricerca di una espressività che racconti una inquietudine costante.

Ottimo il lavoro sulla composizione delle tavole, che alterna con efficacia momenti più statici e introspettivi a sequenze dinamiche, come quelle della resistenza o del ritorno di Juan Salvo. L’uso del bianco e nero, sempre controllato, accentua il contrasto tra illusione e verità. Si nota anche la mano di un disegnatore che ha piena coscienza dell’eredità che porta: ogni vignetta sembra dialogare con la memoria visiva dell'opera originale, pur distaccandosi da essa. Un lavoro maturo, rispettoso e coraggioso al tempo stesso.

Commento

Voto di Cpop

70
L’Eternauta: Il Ritorno è capace di confrontarsi con temi nuovi senza tradire le sue origini. Maiztegui e Solano López consegnano un’opera che parla della perdita della memoria e del bisogno di recuperare il passato, personale e collettivo. Non è una semplice continuazione, ma una riflessione contemporanea di cosa significhi resistere all’oblio. Potente, a tratti complesso, ma carico di significato, è un capitolo che merita di essere letto accanto all’originale. Un’opera consigliata a chi cerca una fantascienza consapevole, politica, e profondamente umana. Indispensabile per gli amanti dell’Eternauta.

Pro

  • evoluzione tematica coraggiosa, con forti riflessioni politiche attuali per l'epoca
  • il cambio di prospettiva sulle vicende è fresco e interessante

Contro

  • bisogna aver letto L'Eternauta
  • seconda parte del racconto meno "universale" e più legata alla situazione "locale" argentina
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