Grosso guaio a Chinatown, Kurt Russell dice la sua sul sequel (a cui forse non parteciperà)

Autore: Emanuele Zambon ,

Su Netflix anticipa le Feste con Qualcuno salvi il Natale. Barba folta tendente al bianco, chioma fluente e vestito rosso: è un Babbo Natale sui generis, Kurt Russell. Anche uno dei suoi eroi d'azione anni '80 era piuttosto insolito: parliamo di Jack Burton, il camionista di Grosso guaio a Chinatown.

Il film John Carpenter si rivelò un fiasco al botteghino ma, nel tempo, è divenuto un autentico cult grazie alla stravagante miscela di azione, fantastico ed elementi della tradizione orientale.

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Come annunciato da diverso tempo, la pellicola del 1986 avrà un seguito che vedrà protagonista Dwayne "The Rock" Johnson. Non si tratta di un remake bensì di un vero e proprio sequel ambientato nell'universo di Grosso guaio a Chinatown. Proprio Russell, in un'intervista a USA Today, ha detto la sua sul film.

Questione di riflessi? Non proprio

Il Pork-Chop Express sta dunque per tornare in pista. I consigli del vecchio Jack Burton, però, potrebbero restare solo un vecchio ricordo dal momento che Kurt Russell ha lasciato intendere che con tutta probabilità non sarà a bordo del progetto. Ecco cosa ha detto l'attore sul conto del collega Johnson, con cui condivide la saga di Fast & Furious:

È proprio un bravo ragazzo. Mi piace lavorare con lui e se lo realizzerà, lui e il suo team spero riescano a trovare l'idea giusta in grado di far funzionare il film.

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Russell ha poi fatto notare che sarà difficile ricreare l'aspetto e lo spirito dell'action di Carpenter, che all'epoca si rivelò un film davvero originale, con un protagonista inconsueto:

Nessun film prima aveva avuto un protagonista principale così poco consapevole del ruolo. Si comporta più come un personaggio di supporto. Non era stata mai fatta prima una cosa del genere e fu difficile anche per lo studio tradurre tutto questo in una campagna promozionale convincente.

Augurando a The Rock buona fortuna, l'attore di The Hateful Eight ha poi concluso l'intervista con un pensiero rivolto a tutte quelle produzioni che scomodano titoli indimenticabili: "Dico sempre questo: occorre fare un bel film. Continuo a preferire l'originale Gli ammutinati del Bounty".

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