I figli delle spie russe che ispirarono The Americans lottano per la cittadinanza canadese

Autore: Francesco Nespoli ,

La vicenda che ha ispirato la serie di The Americans arriva fino alla Corte Suprema.

Il governo di Ottawa non vuole (ri)concedere la cittadinanza a Tim e Alex Foley, i figli delle spie russe Andrei Bezrukov ed Elena Vavilova, in quanto i loro genitori avevano vissuto sotto falsa identità. Per contro, l'avvocato dei due ragazzi sostiene che questi non possano essere puniti per colpe che non hanno commesso, in quanto non erano a conoscenza della vera identità dei genitori.

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Tim e Alex Foley, che ora hanno preso il cognome russo della madre Vavilov, persero la cittadinanza canadese otto anni fa, in seguito alla scoperta della vera identità dei loro genitori da parte dell'F.B.I.

La vicenda di 8 anni fa

Tutto cominciò il 27 giugno 2010, quando l'F.B.I. irruppe in casa della famiglia di Tim e Alex e arrestò i loro genitori, Donald Heathfield e Tracy Foley. Questi erano i nomi con cui la coppia era conosciuta quando viveva a Cambridge, in Massachusetts. In realtà si trattava di Andrei Bezrukov e Elena Vavilova, due spie russe entrate in Canada negli anni '80 sotto falso nome.

Le due spie vennero espulse dagli Stati Uniti e rimandate nel loro paese natale, dove tutt'ora vivono nella capitale Mosca. I figli, invece, rimasero sconvolti dalla cruda verità e dall'aver appreso che la loro vita, fino a quel momento, era basata su una menzogna.

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All'epoca dell'arresto Tim compiva 20 anni (era il suo compleanno), mentre Alex ne aveva 15. Ora il più grande lavora in Asia nel settore finanziario, mentre l'altro è fresco di laurea conseguita in Europa. Entrambi aspirano a tornare nella loro città natale, Toronto, e riacquistare la cittadinanza canadese.

La storia delle due spie russe

The Americans, la cui sesta stagione andrà in onda su FOX a partire dal prossimo 4 giugno, trae ispirazione dalla vita di queste due spie russe, interpretate da Keri Russell e Matthew Rhys. Nella serie, i nomi sotto copertura delle due spie sono stati cambiati in Elizabeth e Philip Jennings.

Non si tratta di spie qualsiasi, ma facenti parte di un programma unico nella storia dello spionaggio. Durante la Guerra Fredda, infatti, l'Unione Sovietica fu l'unico paese che addestrava i propri agenti a diventare cittadini di altri paesi assumendo, ovviamente, identità false. Questi agenti prendevano il nome di "illegali".

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Ad Andrei Bezrukov ed Elena Vavilova, negli anni '80, furono assegnate due identità false, che appartenevano a due cittadini canadesi morti quando ancora erano bambini. Così gli agenti divennero Donald Heathfield e Tracy Foley, che lavoravano, al momento dell'arresto, rispettivamente l'uno come consulente di una società di Boston e l'altra come agente immobiliare.

La prima destinazione degli "illegali" era il Canada. Qui, gli agenti sotto copertura costruivano la loro vita alternativa mischiandosi nella società. Una volta terminata questa prima fase, la destinazione finale era il Regno Unito o gli Stati Uniti, da dove conducevano la loro attività di spionaggio completamente inseriti e insospettabili.

L'operazione dell'F.B.I. contro gli illegali

L'F.B.I. cominciò a sorvegliare gli "illegali" dal 2001 grazie al tradimento di un agente russo che passava loro le informazioni. Oltre a Donald Heathfield e Tracy Foley, c'erano altri 8 agenti russi sotto copertura coinvolti nell'operazione.

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Per nove anni gli "illegali" vennero monitorati e controllati finché non furono catturati nel giro di poche ore il 27 giugno del 2010.

Perché si pose fine all'operazione di sorveglianza? I motivi sono ancora oscuri, ma l'ipotesi più plausibile è che gli "illegali" si fossero resi conto di essere sorvegliati e l'F.B.I. Avendo paura che questi lasciassero gli USA, gli agenti procedettero con l'arresto.

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