I fratelli nei film, da Rain Man ai Fratelli Sisters: se il cinema è una questione di famiglia

Autore: Emanuele Zambon ,

Parole mai dette, abbracci vigorosi, rivalità accese. Essere fratelli, vivere a pieno quel misto di complicità, gelosia e competizione. Un legame mai banale da decifrare, che il cinema ha saputo raccontare in questi anni attraverso un caleidoscopio di personaggi e vicende famigliari di cui fanno parte delinquenti da strapazzo in missione per conto di Dio a bordo di una Dodge Monaco, disturbati mentali capaci di sterminare i propri cari, personalità fragili oppure anime disperate a cui la vita ha chiesto tanto senza dare mai nulla in cambio. 

Dopo aver passato in rassegna le pellicole che mettono in scena la figura paterna, è ora la volta di (ri)scoprire alcuni dei film più interessanti sul tema della fratellanza, muovendo dal video che trovate in cover, intitolato "Brothers in movies - Quando essere fratelli è uno spettacolo", ma soprattutto dall'imminente arrivo nelle sale italiane de I Fratelli Sisters, la cui uscita italiana è fissata per il prossimo 2 maggio.

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La pellicola, diretta da Jacques Audiard (già autore del drammatico Il profeta, film che nel 2009 ha lanciato la rivelazione Tahar Rahim), racconta la storia di due fuorilegge nell'America della febbre dell'oro di metà '800, impersonati da Joaquin Phoenix e John C. Reilly.

Rocco, Tristan e i loro fratelli (del cinema)

Sul grande schermo abbiamo fatto i conti, dai primi decenni del Novecento a oggi, con racconti imperniati sul legame tra fratelli tendenti al dramma, se non alla tragedia. Quasi a voler sottolineare come il tema imponga quasi sempre certe note dolenti, esigendo un coinvolgimento emotivo assai impegnativo da parte dello spettatore, attraendolo con storie che dal focolare domestico vengono proiettate all'esterno, in una dimensione più ampia, a volte allegorica, altre sociologica.

È così in due pellicole italiane che hanno segnato un'epoca e fatto conoscere il nostro cinema all'estero dopo i fasti del Neorealismo: in Rocco e i suoi fratelli (1960) il regista Luchino Visconti si serve di un ritratto famigliare ricco di aspirazioni e contorni oscuri per portare alla luce il fenomeno degli emigrati al Nord; cinque anni più tardi Marco Bellocchio strapazzerà l'immagine della famiglia tradizionale con un film - I pugni in tasca - che inaugurerà di fatto la stagione della Contestazione, ponendoci dinanzi all'immagine di quattro fratelli e della loro percezione distorta della realtà dall'interno di un casolare sull'Appennino emiliano. 

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Al cinema, spesso, dall'essere fratelli sono scaturite rivalità accese, sostenute da accuse reciproche oppure da idiosincrasie esistenziali: così i Marlon Brando e Rod Steiger di Fronte del porto (1954) ma anche i due protagonisti - uno poliziotto, l'altro affiliato alla Triade - dell'action adrenalinico A Better Tomorrow, cult anni '80 che fece conoscere al mondo intero l'abilità di John Woo nel "bullet-ballet" (poi esplosa definitivamente nel successivo e migliore The Killer). Ma sono fratelli rivali anche i pompieri Kurt Russell e William Baldwin di Fuoco assassino (1991), Aidan Quinn e Brad Pitt nello struggente Vento di passioni, Joel Edgerton e Tom Hardy, lottatori di MMA in Warrior, fino a Elio Germano e Riccardo Scamarcio, fratelli divisi dalla politica in Mio fratello è figlio unico.

Da La valle dell'Eden a Rain Man: poli opposti della fratellanza

United Artists
Tom Cruise e Dustin Hoffman in una scena del film

Sono fratelli dai caratteri diametralmente opposti quelli di In mezzo scorre il fiume, si allontaneranno l'uno dall'altro Robert De Niro e Joe Pesci in Toro scatenato, combatteranno i propri demoni - il primo l'avidità, il secondo la droga - Nicolas Cage e Jared Leto in Lord of War, verranno consumati dalla competizione e dal desiderio di amore paterno i giovani Trask de La valle dell'Eden, vivranno un'avventura "maledetta" i complici Grimm di Terry Gilliam. 

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Vi sono fratelli accomunati da un destino tragico, manifestatosi al termine di una spirale di decisioni sbagliate o poco avvedute: Ewan McGregor e Colin Farrell in Sogni e delitti, Ethan Hawke e Philip Seymour Hoffman in Onora il padre e la madre.

Paramount Pictures
Leonardo DiCaprio e Johhny Depp nel film

Pecore nere e figli modello, un must quando si parla di fratellanza al cinema: così nel drammatico Brothers, diretto nel 2009 da Jim Sheridan, ma anche in The Fighter, dove un irriconoscibile Christian Bale impersona un ex pugile tossicodipendente che si riscatterà, una volta uscito di prigione, allenando il fratellastro Micky Ward (Mark Wahlberg) per un incontro valido per il titolo. Il rapporto conflittuale tra fratelli più in voga al cinema è invece quello che vede coinvolti Thor e suo fratellastro Loki, ex fratelli coltelli separati da Thanos in Avengers: Infinity War proprio quando sembravano aver ritrovato nuovo slancio affettivo.

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Il coefficiente dell'età è spesso decisivo per comprendere il rapporto di emulazione e venerazione che si viene a creare tra fratelli in alcuni cult senza età: i protagonisti di American History X e di Rusty il selvaggio - uno dei film imprescindibili per capire il cinema di Francis Ford Coppola, specie nel suo rapporto col tempo - vivono nel mito dei loro fratelli maggiori; un giovanissimo Leonardo DiCaprio è accudito da suo fratello più grande (Johnny Depp) in Buon compleanno Mr. Grape, Eric Bana sacrifica il bene di Troia per salvare Orlando Bloom, rinnovando al cinema l'epica intrisa di tragedia dei poemi omerici.

Poi ci sono i fratelli più insospettabili, vedi gli Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito "gemelli diversi" per Ivan Reitman, quelli più assurdi (I Tenenbaum), o, ancora, quelli più scandalosi (Eva Green e Louis Garrel in The Dreamers di Bertolucci). C'è chi scopre un vero amico nel fratello dopo un'iniziale riluttanza (il Tom Cruise voglioso di "ricoprirsi di soldi" di Rain Man); infine vi sono i fratelli più esuberanti, a tempo di blues rock, del grande schermo: John Belushi e Dan Aykroyd in The Blues Brothers.

Da Al lupo al lupo a I peggiori, fratelli all'italiana

Cecchi Gori Group
Carlo Verdone e Francesca Neri nel film

In apertura ho menzionato due capolavori del cinema nostrano (e non solo) come Rocco e i suoi fratelli e I pugni in tasca. Ma sono numerose le pellicole italiane che trattano il tema, in maniera più o meno leggera. Di frequente personalità in rotta di collisione sono il pretesto per gag spassose o film interi che fanno della comicità il proprio punto di forza: la mente non può che correre ai fratelli campagnoli Caponi di Totò, Peppino e la... malafemmina, con il più grande impegnato per tutto il film a derubare l'altro dei risparmi nascosti sotto una mattonella di casa.

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I due Caponi, nel corso del film, si recheranno a Milano (in quella che è una delle scene più citate, l'arrivo nella stazione della "fredda città del Nord"), metropoli che qualche decennio dopo farà da sfondo alle vicende del mite insegnante Ovidio Ceciotti e del suo scatenato fratello Raf Benson (il film è È arrivato mio fratello e vede Renato Pozzetto nel doppio ruolo, un po' come Nicolas Cage ne Il ladro di orchidee).

Warner Bros.
Vincenzo Alfieri e Lino Guanciale sul set del film

Al tema della fratellanza Carlo Verdone ha dedicato due delle sue opere più celebri: se in Io e mia sorella viene fuori il ritratto di un rapporto tormentato tra il remissivo protagonista e la scapestrata sorella (Ornella Muti), è nel troppo spesso sottovalutato Al lupo al lupo che il regista e attore romano riesce a cogliere tutte le sfumature di un legame famigliare (tra tre fratelli, due maschi e una femmina) minato da incomprensioni, gelosie e pecche caratteriali, senza mai rinunciare alla leggerezza attraverso battute o trovate umoristiche dettate dalla situazione.

Francesca Archibugi con Il nome del figlio e la rocambolesca action comedy I peggiori di Vincenzo Alfieri completano il quadro italico delle commedie incentrate su due (o più) fratelli agli antipodi (in quest'ultimo caso trattasi di due giovani disperati che si improvvisano paladini della giustizia... a pagamento). Ma il cinema di casa nostra ha dimostrato in questi anni di saper prendere tremedamente sul serio l'argomento: basti pensare a La bestia nel cuore oppure a come l'uccisione di un fratello - in Romanzo criminale - porti Antonello Fassari a dare il via ad una faida col Freddo Kim Rossi Stuart nel film di Michele Placido del 2005.

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