L'ultima tempesta, la storia vera dietro al film con Chris Pine

Autore: Silvia Artana ,

18 febbraio 1952. Durante un violento fortunale, la petroliera T2 SS Pendleton viene spezzata in due dalle onde. Un troncone affonda, mentre l'altro si ritrova in balia degli elementi, in pieno Oceano Atlantico.

Basata sul libro The Finest Hours: The True Story of the U.S. Coast Guard's Most Daring Sea Rescue di Michael J. Tougias e Casey Sherman, L'ultima tempesta racconta l'incredibile, eroico salvataggio di 32 uomini dell'equipaggio ad opera di 4 membri della Guardia Costiera USA, che contro ogni previsione sono riusciti a raggiungere la nave con la piccola motovedetta CG-36500, a recuperare i superstiti e a tornare a terra.

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Come scrive il Time, la pellicola diretta da Craig Gillespie (Tonya) nel 2016 ripercorre gli eventi di quel drammatico episodio con un buon grado di fedeltà, concedendosi poche licenze narrative.

Show hidden content La principale parte romanzata riguarda la fidanzata del protagonista, Bernard "Bernie" Webber (Chris Pine). Nel film, Miriam Pentinen (Holliday Grainger) è molto attiva. Mentre la tempesta continua a crescere di intensità, va a cercare Bernie alla base della Guardia Costiera di Chatham (Massachusetts) e affronta l'ufficiale in comando, Daniel Cluff (Eric Bana), intimandogli di richiamare il fidanzato e il suo equipaggio. Inoltre, incontra la vedova di uno dei marinai che Bernie non era riuscito a salvare anni prima, durante una missione di recupero. Nella realtà, Miriam non ha fatto niente di tutto ciò, dal momento che era bloccata a letto da una forte influenza.Anche il rapporto con Bernie non è fedele ai fatti. All'epoca del naufragio, i due non erano solo fidanzati, bensì erano già sposati da un anno e mezzo.Un'altra rappresentazione in parte romanzata riguarda la morte del cuoco George "Tiny" Myers (Abraham Benrubi). L'uomo rimane effettivamente ucciso durante l'operazione di recupero, ma in modo diverso rispetto a quello mostrato nella pellicola. Mentre sta scendendo dalla scaletta sul fianco della SS Pendleton, Tiny perde l'equilibrio e finisce in mare. Gli uomini sulla CG-36500 provano a tirarlo a bordo, ma non ci riescono a causa del suo peso. Il cuoco viene risucchiato dalle onde e poi riemerge, venendo colpito e ucciso dalla lancia di salvataggio in manovra per recuperarlo.

Ma le deviazioni dalla realtà effettuate dal regista non tolgono nulla alla potenza della vicenda.

Scoprite qui l'avvincente storia vera dietro al film con Chris Pine.

La storia vera del naufragio della SS Pendleton

Il 18 febbraio 1952, il ciclone Nor'easter si abbatte sulla costa orientale degli Stati Uniti con venti gelidi, neve e onde alte fino a 20 metri.

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La terribile tempesta sorprende due petroliere in viaggio verso Portland e Boston e per un incredibile, sciagurata coincidenza, le condanna al medesimo, tragico destino. Mentre sono in navigazione a sud di Cape Cod, nel Massachusetts, la SS Fort Mercer e SS Portland vengono spezzate in due tronconi dalla furia dell'acqua. 

La prima riesce a lanciare un SOS e a segnalare la propria posizione, mentre la seconda non fa in tempo. La metà di prua, con a bordo 7 membri dell'equipaggio e il capitano John Fitzgerald, affonda. Quella di poppa va alla deriva, senza timone, senza radio e con tutti i mezzi di soccorso impegnati nel recupero della SS Fort Mercer.

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La SS Pendleton diventa una nave fantasma, fino a che un addetto del porto di Chatham, in Massachusetts, sente la sirena di soccorso della petroliera e ne scorge la sagoma al largo. L'uomo avvisa la Guardia Costiera USA e un aereo viene distaccato dalle ricerche della SS Fort Mercer per localizzare la SS Pendleton. Quando il pilota avvista i due tronconi, diventa drammaticamente chiaro che l'emergenza è doppia.

Tutti gli uomini a disposizione nelle basi nelle vicinanze sono stati inviati in aiuto della SS Fort Mercer e del recupero dell'equipaggio della SS Pendleton viene incaricato l'aiuto nostromo di prima classe della base della Guardia Costiera di Chatham Bernard "Bernie" Webber, di appena 24 anni. Il giovane organizza una spedizione di salvataggio con 3 volontari più o meno della sua età: Richard Livesey, Andrew "Andy" Fitzgerald ed Ervin Maske.

A bordo di un "guscio" di legno di 11 metri, la motovedetta Coast Guard Motor Lifeboat CG-36500, i 4 sfidano la furia degli elementi e il destino e si dirigono verso la SS Pendleton, scegliendo di attraversare il pericolosissimo Chatham Bar, un banco di sabbia percorso da letali vortici di onde.

La piccola lancia guidata da Bernie Webber si ritrova in un inferno di acqua e vento, perde il parabrezza, il tettuccio protettivo e la bussola, ma riesce a superare l'insidioso ostacolo e si ritrova in vista della SS Pendleton, che per guadagnare tempo in attesa dei soccorritori si è volontariamente incagliata su un banco di sabbia.

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United States Coast Guard, Richard C. Kelsey/Wikimedia CC Commons
Il relitto della petroliera SS Pendleton
Il relitto della petroliera SS Pendleton, al largo della costa di Chatham

33 figure indistinte emergono dall'oscurità sul quello che resta del ponte della nave e iniziano a calarsi da una scala fissata alla fiancata per salire a bordo della CG-36500. Nonostante le drammatiche condizioni atmosferiche, il trasbordo ha successo, ma costa la vita al cuoco George "Tiny" Myers.

A quel punto, sulla motovedetta ci sono 36 persone, contro le 11 per le quali sarebbe omologata. Dichiarando che si sarebbero salvati tutti o sarebbero morti tutti, Bernie Webber non lascia nessuno indietro e affronta la via del ritorno in condizioni disperate, dopo avere ignorato l'ordine di portare i sopravvissuti a bordo dell'incrociatore McCulloch, che si trovava in zona per soccorrere la SS Fort Mercer.

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Ma il coraggio suo e degli altri guardacoste viene premiato e la GC-36500 riesce ad arrivare al porto di Chatham, con 32 sopravvissuti. Dalla missione di recupero della SS Fort Mercer torneranno solo 5 membri dell'equipaggio su 43.

Bernie Webber, Richard Livesey, Andy Fitzgerald ed Ervin Maske sono stati tutti insigniti della Gold Lifesaving Medal della Guardia Costiera USA (di solito, a riceverla è solo il capitano) e il loro è ancora oggi il più grande salvataggio in mare aperto con una piccola barca

Il finale del film L'Ultima tempesta

Il finale del film L'ultima tempesta è un vero e proprio quadro, un affresco romantico e potente.

Show hidden content Dopo avere portato a termine il recupero dei marinai superstiti della USS Pendleton, Bernie Webber si ritrova ad affrontare un'ultima, durissima prova: portare tutti in salvo. Con la piccola motovedetta CG-36500 carica ben oltre il limite consentito, una visibilità praticamente nulla e senza bussola, il nostromo decide di ignorare l'ordine di raggiungere una delle navi inviate in aiuto dell'altra petroliera affondata in zona, la SS Fort Mercer, e fa rotta verso la costa.Bernie naviga "a memoria", basandosi sulla sua conoscenza delle correnti e cercando di orientarsi con la direzione del vento. L'obiettivo e la speranza è di superare indenni le pericolose secche che proteggono il porto di Chatham e di vedere a un certo punto le luci della terraferma.Dopo una navigazione in condizioni estreme che sembra eterna, il nostromo e gli altri uomini sulla CG-36500 si rendono conto di avere superato l'ostacolo e poi scorgono dei bagliori. Si tratta dei fari delle automobili degli abitanti di Chatham, che hanno puntato le luci verso il largo proprio per aiutare Bernie a orientarsi.La piccola motovedetta attracca al porto tra decine di persone festanti, che offrono immediatamente riparo e ristoro ai superstiti.Mentre la folla si avvia verso i locali adibiti per i soccorsi, Bernie indugia sulla CG-36500, fino a che Miriam lo raggiunge. I due si baciano appassionatamente e lui le chiede se la data fissata per il matrimonio, il 16 aprile, sia sempre valida.Come riportato dal Time, quest'ultima parte è romanzata, in quanto i due erano già sposati. Ma ad attendere i 4 coraggiosi soccorritori e il loro prezioso carico di vite umane c'erano davvero più di 100 abitanti di Chatham.
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