La Palma d'Oro va a The Square: tutti i vincitori di Cannes 70

Autore: Elisa Giudici ,

In un'edizione decisamente sotto tono, anche la premiazione finale del Festival di Cannes è andata esattamente come da pronostico... almeno fino all'annuncio del Premio Speciale della Giuria, il secondo più importante riconoscimento della kermesse. L'annuncio di 120 Battements Par Minute di Robin Campillo getta scompiglio nella sala stampa, perché era il grande favorito della vigilia per il premio più importante, la Palma d'Oro. Il film francese era stato uno dei pochi ad uscire indenne dal tritacarne della critica, quest'anno molto delusa dalla qualità del concorso e aveva anche dalla sua tematiche e toni molto cari a parte della Giuria, in primis il suo presidente Pedro Almodovar. 

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Già ad inizio serata con il Premio della Giuria l'altro grande favorito (sostenuto soprattutto dalla stampa internazionale) era uscito dalla corsa al premio più prestigioso: il russo Loveless torna a casa con le critiche migliori dell'edizione, ma con un premio di poco peso, soprattutto in rapporto alle aspettative. 
La critica scandaglia ansiosa la sala, perché a Cannes la domanda non è mai chi - dato che tutti i vincitori vengono richiamati per tempo, in modo che siano presenti e sfilino sull'ultimo red carpet - ma cosa vinceranno quanti sono tornati in Croisette per la premiazione. Quindi chi è ancora seduto in platea in attesa di un premio, e per giunta del più importante? 

La risposta giunge come un fulmine a ciel sereno, perché nessuno avrebbe davvero mai scommesso sulla vittoria del regista svedese Ruben Östlund. Il problema non è solo il genere della commedia nera, da sempre poco premiato in Croisette in favore di toni più drammatici, ma di un film che in generale non è piaciuto alla critica. C'è chi giura di aver visto un buon film, sì, ma perso da qualche parte in una pellicola problematica, altri hanno sostenuto nelle loro recensioni che un Ruben Östlund sull'orlo dell'onnipotenza anneghi la sua critica alla società borghese e al mondo dell'arte contemporanea negli stessi difetti che tenta di stigmatizzare. Il regista da parte sua è estasiato e si lascia andare a un urlo di trionfo sul palco, dopo essersi visto consegnare contro ogni pronostico la Palma numero 70.

Il resto della serata invece era trascorso davvero senza sorprese, con tutti i pronostici della vigilia rispettati, a partire da quello per miglior attrice. Come vi avevamo più volte segnalato, non c'è stata gara: l'intensa interpretazione di Diane Kruger in In The Fade è valsa all'attrice una Palma come miglior attrice invocata da giorni dalla stampa. Il suo regista Fatih Akin esulta come se avesse vinto lui la Palma, lei emozionatissima ringrazia: 

Fatih, fratello mio, grazie per avermi dato quest'opportunità...mi hai dato una forza che non sapevo di avere in me.

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Il ruolo di Diane Kruger nel film è tragicamente attuale, dato che interpreta una donna che deve fare i conti con le drammatiche conseguenze di un attacco terroristico ad Amburgo. Per questo l'attrice aggiunge una dedica speciale, probabilmente pensando ai recenti fatti di Manchester:

Non posso accettare questo premio senza pensare a chiunque sia stato mai colpito da un atto di terrorismo, persone che stanno cercando di andare avanti, ricostruendo la loro vita andata in frantumi. Non vi abbiamo dimenticati. 

Decisamente più comica la reazione di Joaquin Phoenix, che all'ultimo strappa la Palma come migliore attore al quotatissimo Robert Pattinson. La sua performance sentita e brutale, arrivata nell'ultimo film di competizione You Were Never Really Here, conferma il suo eccezionale talento, ce ne fosse mai stato bisogno. Arriva però un'altra conferma: la sua attitudine informale e svagata. Dopo l'annuncio del premio, ci mette parecchio a capire che sì, è proprio lui il vincitore e quando ritira il premio si scusa per aver indossato le sneakers... proprio non pensava di dover salire sul palco.

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Netflix non scardina la tradizione e Todd Haynes rimane ancora una volta a bocca asciutta. Se Yorgos Lanthimos deve accontentarsi di nuovo del premio alla sceneggiatura con The Killing of a Sacred Deer (tra l'altro vinto ex aequo con Lynne Ramsay), Sofia Coppola si porta a casa un'enorme soddisfazione. Con L'Inganno, ennesima pellicola della regina dell'edizione Nicole Kidman, è stata giudicata la miglior regista della selezione.  È solo la seconda donna a vincere il premio. Purtroppo Jane Champion (che quest'anno ha presentato qui Top the Lake: China Girl) rimane l'unica donna ad aver portato a casa l'agognata Palma in 70 anni di storia della manifestazione. 

Pur di non lasciare a mani vuote la regina della competizione, che con i suoi quattro giorni in Croisette ha assicurato l'attenzione della stampa mondiale per il Festival, la giuria della 70esima edizione si è praticamente inventata un premio, quello del 70esimo anniversario: chi altri poteva vincerlo, se non lei, Nicole Kidman?

Cannes 70: tutti i vincitori

Palma d’Oro: The Square di Ruben Östlund

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Premio per il 70esimo anniversario: Nicole Kidman

Premio Speciale della Giuria: 120 Battements par Minute di Robin Campillo

Miglior Regia: Sofia Coppola per L’Inganno

Palma d'oro al Miglior attore: Joaquin Phoenix per You Were Never Really Here

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Palma d'oro alla Miglior attrice: Diane Kruger per In the Fade

Premio della Giuria: Loveless di Andrey Zvyagintsev

Miglior sceneggiatura: The Killing of a Sacred Deer di Yorgos Lanthimos/ Efthimis Filippou e You Were Never Really Here di Lynne Ramsay

Caméra d’Or (Opera Prima): Jeunne Femme di Leonor Serraille

Palma d’Oro Cortometraggio: Xiao Cheng Er Yue di Qiu Yang

Menzione Speciale Cortometraggio: Katto di Teppo Airaksinen

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