Stasera in TV c'è Le paludi della morte, scopri la storia vera che ha ispirato il film

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Autore: Giulia Vitellaro ,

Dagli anni 70 in poi, più di 30 donne sono scomparse o sono state trovate assassinate nella circoscritta aerea tra Houston e Galveston, una striscia di terra paludosa che non supera le 50 miglia. L'agente federale e sceneggiatore Donald Ferrarone racconta che per diversi mesi, davanti al ponte che conduce alla zona incriminata, era appeso un cartello: "State entrando in un mondo crudele". In effetti, commenta l'agente, "è il posto perfetto se si vuole uccidere qualcuno e non farsi scoprire".

Stasera giovedì 19 settembre dalle 21.10 su Rai Movie c'è Le paludi della morte

Sono stati i volti delle donne uccise o scomparse a ispirare Ferrarone nello scrivere la sceneggiatura di Le paludi della morte (Texas Killing Fields in originale) la cui trama è riuscita a coinvolgere attori del calibro di Sam Worthington (Avatar) e Jeffrey Dean Morgan (The Walking Dead). Il film è uscito nel 2012, ma la vera vicenda ha consumato la carriera di molti agenti di polizia texani nelle scorse decadi, in particolare degli investigatori Goetschius e Land.

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La storia del film

Texas City. Un piccolo centro abitato come molti altri, dove le giornate scorrono con i soliti ritmi da cittadina americana. I detective della omicidi Mike (Sam Worthington) e Brian (Jeffrey Dean Morgan) sono apparentemente due uomini dall’indole opposta; Mike è più irruente ed ha avuto un'infanzia difficile, mentre Brian, più calmo e riflessivo, è animato da una profonda fede. Una notte vengono chiamati per un’emergenza: è stato ritrovato il cadavere di una bambina, abbandonato sul ciglio di una superstrada. Si capisce subito quanto i due abbiano a cuore il proprio lavoro; dopo aver analizzato la scena del crimine, mentre guidano iniziando a ragionare sul caso, vedono per strada una bambina che cammina da sola, Anne Sliger (Chloë Grace Moretz), conosciuta in zona per essere figlia di una donna che si prostituisce. Alla bambina viene spesso proibito di restare a casa quando la madre, Lucie, riceve clienti. I due agenti fanno irruzione in casa per assicurarsi che non possa accadere di nuovo: non è un buon momento per far girare una ragazzina da sola, di sera. Brian le chiede di chiamarlo, se dovesse trovarsi nuovamente sola.

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Presto arriva loro una chiamata da un’agente della giurisdizione vicina, nonché ex moglie di Brian, Pam Stall (Jessica Chastain). Pam chiede loro aiuto per un caso di sparizione di una giovane donna. Inizialmente i due sono restii ad aiutarla, finché Pam non menziona il fatto che l’auto della scomparsa è stata ritrovata nelle “paludi”. Malgrado le rimostranze di Mike, Brian si convince ad aiutarla. La bambina morta viene identificata: si chiama Debbie, si prostituiva in zona, e rendeva conto a un gruppo di malavitosi che le facevano da protettori.

Gli eventi non si fermano, un uomo incappucciato in modo da rendersi irriconoscibile tenta di rapire una donna mentre dorme serenamente nella propria casa con la propria figlia. Il tentativo viene sventato grazie a una chiamata fatta per miracolo dall’aggredita al 911. l killer fugge, e furioso per i propri piani sventati, manda loro un messaggio in segreteria dove tortura, forse uccide, un'altra donna.

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La zona dove si concentrano questi avvenimenti è divisa tra varie giurisdizioni, ognuna con la propria polizia. Guardando la mappa dell’area, diventa chiaro che le sparizioni e gli omicidi di donne, bambine e ragazze, sono molti di più, ma affidati ad autorità territoriali diverse. Pam non tarda a farsi risentire; nella sua giurisdizione è stata trovata un’altra ragazza morta. I sospetti iniziano a concentrarsi sui protettori di Debbie, la ragazza uccisa: Levon (Jon Eyez) e Rule (Jason Clarke).

Nel mentre, la piccola Anne, la bambina riportata a casa della madre qualche sera prima dai due agenti, inizia a rivolgersi a Brian ogni volta che la madre la costringe a stare fuori di casa. Lui la prende sotto la propria ala e qualche volta lei passa la giornata a casa di Brian, con la sua famiglia. Una delle numerose volte che il poliziotto la riporta a casa, Anne scende dalla macchina per comprare il latte e non ritorna: qualcuno l’ha rapita.

Parallelamente, Mike si è lanciato all’inseguimento di Levon e Rule, colti in flagrante nel tentativo di distruggere un’auto macchiata di sangue, ragionevolmente un elemento a riprova della loro colpevolezza. Anne, però, è stata rapita nel momento in cui si svolge l’inseguimento.

Inizia una vera e propria lotta contro il tempo per trovare l’assassino. Mike e Brian trovano Anne nei campi, vicino a dove sono avvenuti gli altri omicidi. È miracolosamente ancora viva. Mike porta al sicuro la bambina e Brian rimane appostato nei campi; è convinto che Anne sia stata lasciata viva di proposito e che il criminale tornerà sul posto per finirla. È quello che succede. Il fratello di Anne, Eugene (James Landry Hébert) e il suo amico Rhino (che spiava spesso la bambina) arrivano nella notte in quel punto dei campi, alla ricerca di qualcosa. Brian li sorprende, ma viene colpito con una pistola.

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Mike e Pam ricevono una chiamata misteriosa dal numero di una delle vittime: Brian è morto, rivela loro una voce maschile. Rintracciano il cellulare e arrivano a casa della piccola Anne. Mike chiama Lucie, la madre, e le fa capire che sono stati Rhino e Eugene a rapire la piccola Anne. C’è una colluttazione. Muoiono tutti e tre: Lucie, Rhino ed Eugene.

Il film si conclude con una nota meno tetra. Qualche mese dopo vediamo la piccola Anne, sconvolta ma in salute, pronta ad andare avanti con la propria vita, arriva a casa di Brian, che così scopriamo essere sopravvissuto all'attacco.

I Texas Killing Fields

Una striscia di terra tra Galveston e Houston. Una grande strada interstatale che taglia a metà un territorio di campi a perdita d’occhio. È qui che dal 1971 ad oggi sono scomparse o sono state trovate morte più di 30 donne, di età compresa tra i 10 e i 25 anni. In questi spazi coltivati denominati in modo eloquente Texas Killing Fields, in un’area ancora più circoscritta, sono state trovate uccise 4 di queste donne.

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Tra i tanti agenti che si sono dedicati al caso (che ha coinvolto diverse giurisdizioni in un arco di tempo molto ampio) ci sono Micheal Land e Brian Goetschius, che hanno ispirato i personaggi di Mike Souder e Brian Heigh. Goetschius, proprio come il personaggio nel film, pregava quando venivano ritrovati i cadaveri delle vittime. Lo sceneggiatore Donald Ferrarone, che al tempo dell’omicidio era un agente della DEA di Texas City, racconta di come questo caso sia riuscito a ossessionare moltissimi agenti.

Mi sono imbattuto in questa brutta storia dieci anni fa ed allora è stata una specie di ossessione. A partire dal 1969 erano stati gettati nelle paludi attorno alla città oltre 50 corpi di giovani e giovanissime donne vittime di violenza sessuale. Ma quello che mi aveva colpito di più era la determinazione di questo detective, Brian, che aveva preso a cuore il caso e aveva nei confronti delle donne della zona un atteggiamento protettivo. Brian è una persona che emana una forte carica spirituale. Il film è ispirato a lui.

Nel giugno del 1971, la tredicenne Colette Wilson scompare dopo essere scesa alla fermata del bus della scuola. Circa cinque mesi dopo viene ritrovata morta, con un colpo di pistola alla testa, nei Killing Fields. Si tratta del primo di molti casi. Durante tutto il decennio degli anni 70 continuano a verificarsi sparizioni e omicidi irrisolti nella zona, tutti di donne, tutte uccise con un colpo di pistola alla testa. Le forze di polizia delle città vicine, data la brutalità del delitto, pensano subito ad un omicida con potenzialità seriale. Vengono individuati alcuni sospetti, ma non si riescono a raccogliere abbastanza prove per collegarli agli omicidi.

Gli anni 80 e 90 vedono la pila dei casi irrisolti continuare a crescere inesorabilmente. Alcuni corpi vengono trovati, altre donne sono semplicemente scomparse, le loro auto sono state trovate abbandonate sul ciglio dell’interstatale, vuote.

Nel 1983, una giovane barista residente a Legue City, Heidi Fye, scompare. Qualche mese dopo, il suo corpo viene ritrovato nei campi vicino all’interstatale I-45.

Un anno dopo si registra la scomparsa di Laura Miller, una sedicenne trasferitasi con la famiglia a Legue City da poco. Si era recata a fare una chiamata da un telefono a pagamento in un negozio vicino casa e non era mai tornata. Il suo corpo viene ritrovato non lontano da quello di Heidi Fye, nello stesso campo. I genitori di Laura fonderanno la Texas Equusearch, un'organizzazione no-profit che ha come missione quella riportare alle famiglie i cadaveri dei loro cari scomparsi, usando molti mezzi diversi (cavalli, barche, ATv, elicotteri). Nel 2015 la Equusearch aveva già riportato alle famiglie 118 morti ed aveva fortunatamente ritrovato moltissime persone ancora vive. 

Durante la ricerca di Laura Miller, la polizia fa una terribile scoperta: un terzo corpo, sempre lì, nella stessa piccola zona, il campo vicino Calder Road. Il corpo rimane non identificato, e alla donna viene dato il nome generalmente assegnato ai cadaveri femminili non identificati in America, Jane Doe. Anni dopo sarà identificata come Audrey Lee Cook, una meccanica residente a Houston.

Nel 1991, viene trovato nello stesso campo un quarto corpo. Anche lei, non identificata. Per distinguerla dalla precedente, viene chiamata Janet Doe. Janet rimane non identificata per ben 20 anni, sino al 2019: si tratta di Donna Gounsoulin Prudhomme.

L’ultimo caso si è verificato nel 2006, da allora le misteriosi sparizioni sembrano essersi fermate.

Gli indizi e le piste vanno e vengono, e così anche i sospettati, come un mitomane che ha confessato tutti gli omicidi nel 2001, o il proprietario di una stalla in un campo vicino che è stato sospettato per anni dalla polizia. Ma il procedere dell’investigazione è stato costellato di ostacoli e l’iniziale mancata identificazione delle due Doe non ha aiutato le indagini.

L’identificazione di Donna Gounsoulin Prudhomme e Audrey Lee Cook, nel 2019, apre nuove strade e fa proseguire le indagini. Tuttavia, anche quelle piste si sono raffreddate col tempo: le persone sono morte, o è passato troppo tempo per ricordare dettagli precisi del periodo della sparizione.

Gli omicidi sembrano unirsi a quelli dell’enorme limbo dei cold case americani. Sino al 2012.

Nel 2012 Kevin Edison Smith, 45 anni, è condannato per l’omicidio della tredicenne Krystal Jean Baker (pronipote di Norma Jean Baker, più conosciuta col suo nome d’arte, Marilyn Monroe). La giovane ragazza era stata trovata morta nel 1986: era stata picchiata, stuprata e strangolata. L’uomo è stato collegato all’assassinio, avvenuto 26 anni prima, dopo essere stato arrestato per un altro crimine non correlato commesso nel 2010. Viene prelevato il suo DNA e confrontato con quello ritrovato sui vestiti e la biancheria intima di Krystal. C'è una corrispondenza. Ad oggi, Smith è l’unica connessione esistente (e con delle prove valide per un tribunale) tra gli omicidi dei Killing Fields e un possibile perpetratore.

“È importante che il pubblico sappia che non ci arrendiamo. Sarà anche classificato come un cold case, ma non significa che stia a prendere polvere su uno scaffale e non ci si stia lavorando” ha confermato l’agente speciale Richardson, che ha lavorato sul caso per il distretto FBI di Houston per più di un decennio “L’FBI se ne sta occupando attivamente.”

 Le scomparse e gli omicidi sembrano essere fermi da una decina d’anni, ma l’oscura vicenda che li circonda è tutt’altro che chiusa.

Nel 2015, l'autrice Kathryn Casey ha scritto Deliver Us, un libro che parla degli omicidi dei Texas Killing Field: la donna sostiene che il responsabile di almeno una parte degli omicidi sia Edward Harold Bell. Bell sta scontando un ergastolo per l'omicidio di un uomo, Larry Dickens, che era intervenuto per fermarlo mentre molestava un gruppo di ragazze a Pasadena, in Texas. L'uomo ha confessato diverse volte (ai propri avvocati d'ufficio, all'autrice e alla reporter investigativa Lise Olsen) di aver ucciso 11 ragazze nell'area di Galveston, iniziando con Colette Wilson nel 1971, la prima vittima. 

La sua versione è credibile o si tratta di un mitomane che non ha più nulla da perdere? Casey ha la propria opinione a riguardo:

Non si può sapere con certezza, ma sembra davvero che le 11 ragazze uccise a Galveston siano vittima di un unico killer. Lavorare a questi casi è come camminare sulle sabbie mobili. Non c'è un terreno solido su cui basarsi. Ho dovuto fare un passo indietro e chiedermi: "Cosa so a riguardo?" Quello che so è che Bell viveva in zona all'epoca, e che aveva delle connessioni di vario tipo con tutte le 11 ragazze uccise, in ogni caso abbastanza da far sentire queste ragazze sicure nel caso in cui avesse proposto loro un passaggio in macchina. In più, dice di essere stato lui. Mi ha descritto con precisione cosa indossavano le ragazze. Ricordava il top marrone di Maria Johnson. Ricordava ogni singolo capo di abbigliamento di Colette il giorno della sua morte: neanche la madre della ragazza era riuscita ad essere così precisa.

Purtroppo, anche se il coinvolgimento di Bell fosse reale e non frutto di una fantasia egomane, rimangono ancora molti i casi irrisolti che hanno come tetro scenario il terreno paludoso attorno all'interstatale 45. 

Le paludi della morte è un film del 2012 con Sam Worthington , Jeffrey Dean Morgan e Jessica Chastain. È stato diretto da Ami Canaan Mann e scritto da Donald Ferrarone.

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