L'eroe dei due mondi

Autore: Redazione NoSpoiler ,

Eroe? Assolutamente sì! Almeno secondo il suo punto di vista… Ed eroe dei due mondi? Certo che sì, a patto che i “due mondi” siano questi: l’Italia, da una parte, e la realtà anglosassone, dall’altra. Stanis Larochelle (un bravissimo Pietro Sermonti) è il superdivo de Gli occhi del cuore, la soap di cui ogni lunedì sera Boris ci racconta la storia, su FOX. Ma Stanis è anche il personaggio-icona della “fuori serie italiana” che si diverte a prendere in giro i luoghi comuni sulla fiction nostrana.


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Luoghi comuni che Stanis ha fatto propri: convinto di essere una specie di star hollywoodiana momentaneamente (ed inspiegabilmente!) trasferitasi su un set romano, Stanis si schiera a favore di tutto ciò che è anglosassone (dialoghi, recitazione, stile di ripresa…) e contro tutto ciò che lui considera troppo italiano. È proprio questo il suo tormentone: Stanis è convinto di distinguersi dai suoi colleghi per la sua capacità di portare su un set troppo italiano uno stile innovativo, pieno di brio, di freschezza e di talento. In una parola: uno stile anglosassone.


Stanis Larochelle è il simbolo dell’attore che prende in giro il mestiere dell’attore. Stanis è l’artista che, ogni volta che si trova sul set, si sente costretto a fornire il proprio punto di vista, ad inserire in ogni scena il proprio originalissimo contribuito, a trasformare una monotona sceneggiatura troppo italiana in un monologo ricco di significato. Stanis è convinto di trovarsi sul set de Gli occhi del cuore 2 per contribuire in prima persona alla rinascita della fiction italiana… E della propria carriera. No, un attimo. Ma che dico? Stanis sa benissimo di trovarsi sul set di una fiction con sceneggiature imbarazzanti, recitate da attori “di seconda fascia” (come direbbe Lopez). Lo sa, eccome, che Gli occhi del cuore non farà rinascere la fiction italiana: «Se io mi fossi messo a dare un senso alle battute de “Gli occhi del cuore” sarei diventato pazzo, capisci? Cioè, tu mi trovavi proprio a Campo de’ Fiori, scalzo, con la chitarra».


Perché in realtà Stanis finge continuamente, sul set e fuori dal set. Interpreta un personaggio anche con i suoi colleghi ed i membri della troupe de Gli occhi del cuore: si finge un attore super-impegnato e sempre concentrato sul proprio ruolo, quando in realtà l’unica cosa che gli interessa è avere visibilità presso il pubblico per poter lanciare davvero la propria carriera. A qualunque costo. E con “costo”, intendo anche “denaro”: alla fine della prima stagione di Boris, Stanis arriva addirittura a finanziare di tasca propria le riprese del finale alternativo, che lo ritraggono come l’unico superstite dell’esplosione di Villa Orchidea, la clinica de Gli occhi del cuore.

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Perché Stanis Larochelle non muore mai! Non può morire! Ce lo ricorda lo stesso Stanis nel corso di qualsivoglia riunione con la produzione, a cui si presenta immancabilmente accompagnato dai propri avvocati e convinto di avere in pugno la gestione del proprio contratto, sapendo che Gli occhi del cuore non potrebbe mai fare a meno di lui. Perché Stanis è unico (questo è poco, ma sicuro) e anche quando non sa cosa sta facendo (come accade spesso sul set!) riesce in qualche modo ad ottenere ciò che vuole e a “portare a casa” la scena. Di fronte a qualunque ostacolo, compresa la visita del padre sul set, o gli screzi con Corinna, o le imbarazzanti scommesse con Alessandro, o la necessità di improvvisare una scena comica con Martellone…


Perché Stanis Larochelle è un attore vero, poliedrico, sempre pronto. Uno che segue il metodo (quale metodo, però, non è del tutto chiaro…). Uno che sa quello che vuole e cosa deve fare per ottenerlo. Uno che con un solo sguardo è capace di trasportare il pubblico da Pomezia alla giungla africana. Uno che non ha paura di guardare negli occhi una tigre italiana per sfidarla, per sentire l’atmosfera…

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Uno come Stanis, unico nel suo genere… Con buona pace dei registi di tutta Italia!


Il tormentone di Stanis
«Troppo italiano…»

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Le frasi storiche di Stanis
«Il giorno che io e te faremo l’amore… Tu piangerai per tre giorni consecutivi, bambina!»
«Io considero Kubrick un incapace»
«L’ho avvolta con un bacio molto poco italiano»
«Non riesco a vedere i film italiani perché… sono troppo italiani»
(Un giornalista si rivolge a Stanis, dopo che lui ha citato la tragedia del Darfur)
Giornalista: «Senta, ma lei lo sa dov’è il Darfur?»
Stanis: «È… dentro di noi!»

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