La serie Occhi di gatto è famosa in Italia tanto per le sue abilissime e seducenti ladre protagoniste quanto per la sigla cantata da Cristina D'Avena. Negli anni '80, quando l'anime andava in onda sulle emittenti televisive nostrane, il ritornello "O O O Occhi di gatto!" era un tormentone e ancora oggi, a distanza di oltre trent'anni, viene ricordato con nostalgia da coloro che in quel periodo erano bambini e trascorrevano i pomeriggi a guardare cartoni animati.
Il manga da cui Occhi di gatto è tratto, Kyattsu Ai in lingua originale (dall'inglese Cat's Eye), è stato scritto e disegnato da Tsukasa Hōjō ed è considerato non solo uno dei fumetti più famosi degli eighties, ma di tutti i tempi. Dalle nostre parti, la versione cartacea è stata pubblicata diversi anni dopo la trasmissione della serie anime: i 18 tankobon sono stati distribuiti tra il 1999 e il 2000 da Star Comics, mentre in Giappone l'opera ha visto la luce sulla rivista Shōnen Jump di Shūeisha molto prima, tra il 1981 e il 1985.
Ma come finisce Occhi di gatto? La conclusione dell'anime coincide con quella del manga? In un'epoca in cui lo streaming era ancora fantascienza e non esistevano contenuti on demand, più di qualche fan potrebbe essersi perso il finale della serie e, pertanto, non conoscere l'epilogo delle avventure di Sheila (Hitomi Kisugi in lingua originale), Kelly (Rui) e Tati (Ai). Ecco allora un recap dell'ultimo episodio e le differenze con il finale del manga.
Di cosa parla Occhi di gatto? La trama
La storia dell'opera di Tsukasa Hōjō ruota intorno a tre sorelle, Sheila, Kelly e Tati appunto, che gestiscono la caffetteria Cat's Eye (da cui il titolo). L'attività, tuttavia, funge da copertura al loro "reale impiego": dopo aver staccato dal lavoro, le protagoniste indossano delle aderenti tutine di lattice e si trasformano in Occhi di gatto, abilissime ladre a caccia di opere d'arte.
Leader della banda nonché sorella maggiore è Kelly, che funge un po' da mente del trio ed elabora ingegnosi piani per riuscire nelle rapine. È molto materna e affettuosa nei confronti delle altre due, che mette davanti a tutto il resto (al pari dei loro obiettivi, s'intende!). La sorella di mezzo è Sheila, che, ironia della sorte, è fidanzata con l'agente Matthew (Toshio Utsumi in lingua originale): proprio la loro relazione spesso e volentieri complica le situazioni e viene talvolta messa in crisi dal fatto che lei non può rivelargli di essere una ladra. La più piccola delle tre, ancora liceale, è Tati: sua caratteristica principale è quella di essere un genio della meccanica, in grado di costruire qualsiasi tipo di marchingegno senza neppure sforzarsi troppo. È la più spensierata delle sorelle e uno dei suoi passatempi preferiti è mettere in imbarazzo Matthew e Sheila.
Le tre ladre, come accennato, non vanno alla ricerca di soldi, oro, pietre preziose o altri beni di valore. Rubano soltanto opere di Michael Heinz, ovvero il loro padre scomparso: la collezione dell'artista è infatti stata trafugata durante la Seconda Guerra Mondiale dai nazisti e le Gatte sperano che, rimettendola insieme, potranno riuscire a scoprire dove si trovi il genitore. Le puntate che compongono la serie si incentrano dunque sui vari furti delle sorelle e sul tentativo della polizia di arrestarle una volta per tutte.
Peccato che l'ultimo episodio di Occhi di gatto abbia lasciato i fan con l'amaro in bocca. Prima ancora del finale di Lost, Game of Thrones e The Leftovers, era quello scritto da Hōjō - trasmesso per la prima volta in Italia nel lontano 10 luglio 1986 - a far discutere giovani e non. Ecco perché.
Come finisce l'anime?
Composta da ben 73 episodi totali, la serie anime si chiude con un finale aperto. Le tre sorelle riescono, in conclusione, a ricongiungersi con il padre? Sheila rivela la sua identità a Matthew?
Ebbene, la risposta a entrambe le domande è un grande "boh". Nel finale dell'anime, che differisce in parte da quello del manga, le protagoniste arrivano in una villa dove dovrebbe trovarsi il genitore, ma le loro speranze si spengono una volta sopraggiunte sul posto: invece di Michael Heinz c'è un uomo che è effettivamente uguale a lui, ovvero suo fratello gemello. Una persona spregevole, che ha tradito il padre delle ragazze durante la guerra. In parole povere, le sorelline scoprono di avere uno zio ma non sanno ancora dove si trovi il padre. Purtroppo non lo scopriranno mai, come gli spettatori.
Neppure Sheila e Matthew hanno un lieto fine. Nella puntata 73, infatti, Tati scrive il copione per uno spettacolo scolastico intitolato "Occhi di gatto". La trama vede il personaggio di Sheila, intenta a rubare un anello, venire acciuffata da Matthew: il poliziotto scopre che la Gatta e la fidanzata sono la stessa donna, ma soltanto nella recita. Quando, infatti, l'agente confida alla sua ragazza che per un attimo tutto gli era sembrato reale e Sheila gli chiede cosa farebbe se fosse davvero così, Matthew non bada molto alle sue parole e le dice di smettere di scherzare.
Come finisce il manga?
Alla stregua dell'anime, neppure il manga fa luce sul destino del padre delle protagoniste, ma perlomeno risponde a una delle domande che più hanno assillato i fan: Matthew scopre chi è in realtà Sheila? Sì. O meglio, è la ragazza a rivelargli di essere Occhi di gatto prima di fuggire negli Stati Uniti. D'altro canto, poliziotti e ladre non possono stare insieme.
Eppure, Matthew dimostra di amare davvero tanto la sua fidanzata: proprio come nel migliore dei film romantici la raggiunge negli USA, dove scopre che lei ha perso la memoria a causa di una meningite virale. Quando Sheila sente una musica, però, sembra ricordarsi del loro passato insieme e i due vanno in spiaggia. O, secondo alcuni, la Gatta stava semplicemente fingendo di aver dimenticato. A ogni modo, l'agente di polizia ricomincia una nuova vita con la donna che ama.
Qualche curiosità: censure, love story e i film
Dal momento che Italia 1 ha sempre fatto passare gli anime giapponesi come produzioni per bambini, specie negli anni '80 e '90, sono molte le scene censurate di Occhi di gatto perché considerate osé o violente: tra le censure più vistose si annoverano quelle in cui Matthew va a vivere a casa di Sheila e le belle "gattine" fanno di tutto per farlo sentire in imbarazzo, per esempio facendosi vedere con solo un asciugamano addosso oppure offrendosi di lavargli la schiena mentre fa il bagno. Nel manga, fortunatamente, non ci sono censure: i nudi maschili sono visibili, così come le "palpatine" e le ragazze in intimo.
Matthew e Kelly sono una coppia stabile nell'opera di Tsukasa Hōjō, ma le altre due sorelle trovano mai l'amore? La risposta è sì: in un episodio, intitolato Kelly si innamora, la maggiore delle tre ha una storia con il pittore Michael Montgomery; la più piccola invece, Tati, si innamora del suo compagno di classe Paul, che è anche figlio del direttore del museo di un loro colpo (la storia viene raccontata nell'episodio Per Amore di Tati).
Occhi di gatto, poi, ha ispirato un paio di film: il primo, destinato al piccolo schermo, fu prodotto nel 1988; il secondo invece, diretto da Kaizo Hayashi e interpretato da Yuki Uchida, Norika Fujiwara e Izumi Inamori, uscì nei cinema nel 1997.
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